Nella crisi, armati di preghiera la migliore bomba intelligente
Ogni esercito ha le proprie armi segrete e, quando quelle convenzionali hanno esaurito la loro forza, arriva il momento di tirarle fuori. L'effetto sorpresa è garantito, e la vittoria sembra più vicina, perché si è consapevoli di possedere qualcosa che l'altro non ha. Rispetto al quale non ha avuto tempo di preparare le controdifese...
Magari, poi, non si tratta neppure di armi segrete, ma, molto più semplicemente, del meglio di sé. E questo non è nemmeno un'arma da poco.
Così succede che proprio nei momenti critici si tiri fuori tutta la grinta. Quanti risultati disastrosi si sono capovolti in questo modo! Quante vittorie all'ultimo minuto, in zona Cesarini! E non è proprio nei pressi dell'esame che ci scopriamo in grado di studiare anche di notte, e persino di saltare un'uscita con gli amici o il telefilm preferito alla tv?
Preghiera, altro che guerra preventiva
Ebbene, io penso che in questi tempi grami, Antonio di Padova ci insegni proprio a tirare fuori la parte migliore di noi stessi. Ricordando agli uomini che credono che la loro arma segreta, il loro modo di risolvere i problemi, paradossalmente è e rimane la preghiera.
Essa è più potente di qualsiasi bomba, ottiene più di qualsiasi vendetta, è più efficace di ogni spedizione punitiva o preventiva che sia. Soprattutto non lascia cadaveri sul terreno, se non quelli del nostro egoismo e della nostra ingiustizia. Con la preghiera si risponde a un'azione di violenza con una reazione... uguale, ma contraria. Perché nel mirino di precisione della preghiera non c'è tanto Dio, che all'apparenza sembra che se ne stia a sonnecchiare senza accorgersi dei casini che noi stiamo combinando quaggiù; in quel mirino c'è, piuttosto, ciascuno di noi, perché la preghiera alla fine ritorna a chi la tira.
Come una bomba intelligente penetra nei labirinti sotterranei, non delle montagne dell'Afganistan, ma della nostra persona. Perfora le pareti di cemento armato che costruiamo tra noi e gli altri, e ci stana da dove ci eravamo abilmente nascosti. Da dove sentenziavamobaldanzosi morte al fratello, lavandoci poi le mani sporche del suo sangue nell'acqua della nostra indifferenza.
L'arma di chi ama l'umanità
Ecco perché pregare è una faccenda maledettamente seria e responsabilizzante. Perché non scarica né bombe, né responsabilità , né giudizi. Ogni uomo e donna che prega, nella sua lingua, invocando Dio nel nome che gli è stato rivelato, partecipa, se la preghiera è autentica, al grande convoglio umanitario di tutti coloro che preferiscono avvolgere l'umanità di benedizioni. Di tutti coloro che chiedono per sé un cuore di carne. Un cuore che patisca per le sofferenze altrui, che frema per le ingiustizie, che si gonfi di orgoglio per tutti i gesti di perdono e di amicizia.
La preghiera è allora faccenda di vecchiette e bambini? Esatto! Perché è allo stesso tempo consapevolezza dei propri limiti e della realtà che accomuna tutti gli esseri umani: siamo nelle mani di Dio, non ci apparteniamo e gli altri non ci appartengono. È consapevolezza del mistero dell'uomo. Perciò la preghiera rappresenta l'arma segreta, non solo di chi si identifica in un'appartenenza religiosa, ma di chiunque creda nell'uomo.