Occhio all'«occhio clinico»: ciò che conta richiede fatica
In questi ultimi mesi si è fatto un gran parlare di intuizione, anche a seguito di un numero speciale che la rivista Monitor dell'American Psychological Association le ha dedicato nel marzo di quest'anno. L'intuizione è un tipo di conoscenza particolare, una sorta di visione immediata di una realtà non evidente, senza intervento della riflessione, del ragionamento, dell'analisi. Così definita, l'intuizione sembra suggerire qualcosa di magico o di mistico, un sesto senso che fa arricciare il naso a chi invece la studia con serietà a partire dalle sue radici istintuali. Come spesso capita, è la versione magica che ha più successo presso coloro, e sono tanti, che privilegiano e spesso attribuiscono a se stessi capacità di comprensione e valutazione degli altri immediate e comunque fuori del comune. Il nostro dizionario ne prende atto attribuendo all'intuito anche il significato di intelligenza acuta e pronta ed è difficile resistere alla tentazione di autodefinirci acuti e pronti convincendoci di avere uno spiccato occhio clinico, una sensibilità tanto affinata da metterci in condizione di capire al volo il nostro prossimo. Non che gli intuitivi non esistano, ma temo che siano più diffusi, e più pericolosi, coloro che hanno la presunzione di poter giudicare in pochi secondi chi sta loro davanti.
Capire a fondo gli altri, convincersi che ciascuno di noi è un esemplare unico con una propria irripetibile storia, costa tempo e fatica, implica l'umiltà di ammettere che possiamo sbagliare e la pazienza di stabilire una relazione. Meglio, allora, ricorrere al nostro infallibile sesto senso che ci fa risparmiare tempo e fatica.
Le intuizioni? Meglio verificarle...
In realtà , tutti noi, chi più chi meno, siamo dotati di capacità intuitive che sono funzionali alla nostra stessa sopravvivenza. Sappiamo dagli studi di Piaget che da bambini, quando non c'è ancora la capacità di definire gli oggetti corrispondenti in ordine al loro uso, in funzione dell'azione del momento e in uno spazio egocentrico, l'intuizione prolunga gli schemi percettivo-motori del periodo preverbale e prepara le nozioni tecniche che si svilupperanno con la crescita. (U. Galimberti, Dizionario di psicologia). Quando eravamo piccoli e non avevamo ancora gli strumenti necessari, conoscevamo per esperienza e per intuizione. Da grandi, l'intuizione viene spesso in nostro soccorso ma se ci contiamo troppo rischiamo non già di capire l'altro ma di proiettare su di lui i nostri pregiudizi e i nostri stereotipi. Rischiamo di fare un gran torto ai nostri interlocutori giudicandoli a prima vista.
In una sintesi degli articoli apparsi sul numero citato di Monitor, il Corriere Salute del 17 aprile riferisce del fenomeno di moda, d'importazione Usa, dei cosiddetti speed dating. Si tratta degli incontri organizzati da apposite agenzie per cuori solitari in cui i clienti che aspirano a incontrare l'anima gemella vengono messi in contatto per pochissimi minuti con diversi potenziali partner. A seguito di questi rapidi confronti, gli aspiranti indicano le persone che intuitivamente valutano come più compatibili con le proprie personalità . A me sembra che questo sia un buon esempio di sopravalutazione delle nostre capacità intuitive, per di più applicata a un ambito, come quello dell'incontro tra futuri partner, che dovrebbe essere affrontato con ben altra serietà .
Del resto, nello stesso numero di Monitor si può leggere che la personalità è fatta a strati, come una cipolla, e ovviamente le qualità più facilmente individuabili sono l'estroversione e la capacità di socializzare. Scegliere un partner sulla base di queste sole qualità , in altre parole dalle apparenze, mi sembra che sia altamente rischioso. E questo vale in ognuna delle innumerevoli occasioni di incontro della nostra vita, dalla scuola al mondo del lavoro, dal campo degli affetti a quello della politica.
Come ho avuto occasione di scrivere in passato in queste pagine: nulla di ciò che conta arriva senza fatica, senza impegno, senza contraddizioni. Tutto ciò che ha valore è costoso, esige molto tempo e richiede molta pazienza, diceva Jung, e potrei aggiungere che noi ci affezioniamo a ciò che abbiamo costruito con il tempo e la pazienza. Così si formano i legami che contano e che sono destinati a durare, così si forma la nostra identità , così si gettano le basi del nostro benessere. Le capacità intuitive aiutano, ma una verifica delle nostre intuizioni è sempre raccomandabile.