Diamo un volto al dialogo
L’uso degli sms ha raggiunto il suo apice durante le feste di Natale e Capodanno. I messaggini sono stati per settimane il simbolo di una profonda trasformazione nei rapporti umani che ormai passano in gran parte attraverso impersonali strumenti tecnici. Nel 2006 sono stati inviati 820 milioni di messaggi, mentre nel 2007 si è superato il miliardo. Finite le feste, il flusso è continuato senza raggiungere la stessa frequenza. 80 milioni di cellulari hanno consentito agli italiani di inviare, in media, diciotto messaggi ciascuno.
Quel periodo, certamente simbolico, ha soltanto sottolineato una profonda trasformazione, non solo dei mezzi per comunicare, ma anche nei rapporti umani.
In particolare, le grandi domande, quelle che danno un senso alla vita, sono state ulteriormente allontanate o cancellate. I messaggi? Slogan, sintetiche espressioni affettive, battute scritte con un linguaggio molto tecnico che di per sé ne neutralizza, almeno in parte, il significato, frasi gelide, standard e prefabbricate, bugie la cui trasmissione viene facilitata dalla tecnica. Forse, prima che scienza e tecnica sterilizzino i nostri sentimenti e la loro comunicazione, possiamo ancora restituire un volto al dialogo tra gli esseri umani. Anche se quanto accade impoverisce il linguaggio e quindi la capacità di trasmettere i propri sentimenti.