Dove l’allegria è di casa
Il loro slogan potrebbe essere: «Felici di essere in tanti». Nonostante siano quelli che per cena consumano un chilo di spaghetti alla volta, che per muoversi insieme devono salire su un furgone, per una vacanza affittare mezzo albergo, per la spesa al supermercato riempire tre carrelli e per i testi scolastici dei figli accendere un mutuo. Sono le «famiglione» italiane, quelle con tanti figli, quelle che alzano un po’ l’infimo tasso di fertilità per donna (1,33) col quale il nostro Paese stagna agli ultimi posti europei assieme a Grecia, Spagna e Polonia.
Dal 2004 per dar voce alle «famiglie-tribù», salvaguardarne i diritti e promuovere adeguate politiche sociali, l’amministratore del seminario di Brescia e la moglie, Mario ed Egle Sberna, genitori di cinque figli, hanno fondato l’Anfn, che sta per «Associazione nazionale famiglie numerose». Requisiti per iscriversi? Solo quello di avere almeno quattro figli, tra naturali, adottivi o in affido. E la neonata associazione è subito diventata una grande famiglia: dalla prima assemblea in piazza San Pietro, il 2 novembre del 2005 – quando le seicento famiglie associate ricevettero il saluto di papa Benedetto XVI – a oggi, il numero si è decuplicato.
Per accogliere le loro feste ci vogliono parchi grandi come quello di Gardaland e sconti speciali per permettere ai tanti bambini di stare insieme ai genitori. E in internet i link su di loro riempiono ormai alcune centinaia di pagine, contro la miseria delle dodici segnalazioni in Google ancora nel 2005.
«Significa che il tema delle famiglie numerose è entrato di prepotenza nell’ordine del giorno della politica, e che è cresciuta una sensibilità nuova verso i nostri problemi e le esigenze di quelle coppie che non si preoccupano di vedere il “colore azzurro” sul test di gravidanza e testimoniano che “tanti figli è comunque bello”», afferma il presidente. Mario Sberna, 48 anni, un passato da volontario (con la moglie, in Amazzonia) per un progetto di cooperazione e sviluppo e un presente tutto impegnato a promuovere l’apertura incondizionata alla vita, «senza se e senza ma» e a battersi per il riconoscimento del ruolo sociale ed educativo che le famiglie «extralarge» svolgono nella società.
Le esperienze delle famiglie
«Siamo nati per testimoniare la gioia della famiglia numerosa, nella quale si sperimenta la solidarietà e la sobrietà felice. Il Family day non l’ho vissuto in primis contro i “Dico”, ma per la famiglia, perché è giunto il momento di parlarne, perché è la forza viva di questo Paese. E mi spiace che nel nuovo governo sia scomparso il Ministero che dovrebbe occuparsene, sostituito da un semplice sottosegretario che si divide tra sostegno alla famiglia e lotta alla droga. Quasi come fossimo una tossicodipendenza», ironizza Sberna.
Ma il segreto della crescita del movimento, secondo il presidente, sta anche in qualcos’altro: «Direi nelle forti motivazioni che abbiamo tutti noi associati e nel fatto che qui dentro lavoriamo sempre e solo come volontari. Evidentemente riusciamo a trasmettere bene questa passione», aggiunge.
È la stessa passione che traspare dalle parole di Rossella Farinelli, 44 anni, napoletana come il marito Enzo, e ora residente a Termoli, in Molise, madre di sei figli, dai sei ai quattordici anni: «Mio marito ama dire che la Provvidenza ci “perseguita”. Ed è così. Quando ci manca qualcosa, comunque arriva. Avere tanti figli può essere assai impegnativo, ma è troppo bello vederli a tavola tutti insieme a pranzo. Insomma, basta valorizzare le gioie, e vi garantisco che ce ne sono tante. E poi il consumismo fa sì che un figlio unico oggi costi come averne tre». L’ottimismo di questa coppia è davvero contagioso: il negozio di biancheria di Enzo si è trasformato un po’ alla volta in una specie di centro d’ascolto delle famiglie numerose termolesi.
Tutti vanno a far due chiacchiere, e a chiedere consigli.
Mamma Lucia, invece, è una ex insegnante di musica e vive a Udine. Ha sette figli, la maggiore di 23 anni e la più piccola, Yan Yan, di otto, in affido da quando aveva pochi mesi di vita. «Ora ho ripreso a studiare e mi occupo di musicoterapia, ma mi piace ancora moltissimo fare la mamma, anzi, la home manager, come veniamo chiamate in associazione. Siamo così numerosi in famiglia perché ci piace la vita, e ci piacerebbe ancor più se lo Stato si ricordasse di noi (il 30 per cento delle famiglie con tre figli a carico vive sotto la soglia di povertà, secondo la Cgia Mestre, ndr), se avessimo assegni familiari dignitosi, sconti per servizi e trasporti, come accade peraltro in tanti altri Paesi europei», denuncia. Per sbarcare il lunario le «famiglie-tribù», in effetti, devono ingegnarsi quotidianamente: «Siamo costretti a sfogliare i dépliant di supermercati e discount per cercare i prodotti in offerta, rifuggire dal ristorante, farci il pane in casa, e se vogliamo andare al cinema lo facciamo solo di mercoledì, quando c’è lo sconto nelle sale», aggiunge Lucia.
Grazie all’associazione, però, si sono organizzati già trentadue «Gaf», Gruppi di acquisto familiare, e il sito www.famiglienumerose.org serve anche a raccogliere consigli per superare indenni la fatidica «quarta settimana» del mese. Le idee non mancano: dalla segnalazione dei periodi in cui la grande distribuzione fa sconti su libri scolastici e cancelleria, al trucchetto di spolverare le fonti di luce per economizzare sulle bollette; dai suggerimenti per non sprecare il tempo fino a quelli per risparmiare il lucidascarpe, usando le bucce delle banane.
Gli obiettivi presenti e futuri
Ma, piccoli accorgimenti domestici a parte, l’Anfn si è impegnata fin dalla sua nascita a denunciare la sperequazione e le discriminazioni economiche che colpiscono le «famiglione» italiane, avanzando anche precise proposte in materia fiscale e tributaria. «E i risultati di questo impegno cominciano a vedersi», precisa il presidente: l’associazione l’ha spuntata con l’ultima Finanziaria sulle richieste degli assegni familiari ai giovani sopra i 18 anni che ancora vivono in famiglia, e sulla detrazione del costo per i trasporti e gli affitti degli studenti universitari e, ancora, sui 1200 euro di detrazioni per le famiglie numerose. «Mancava solo il decreto attuativo, che poi non è arrivato a causa della crisi del governo Prodi, per ottenere anche l’introduzione della cosiddetta family card. Obiettivo che però potremmo centrare l’anno prossimo – spiega convinto Sberna –. La family card è una carta che permetterà agevolazioni e sconti sui trasporti pubblici e su una serie di iniziative commerciali. Un servizio simile esiste in Francia da decenni e se ne guardano bene dall’abolirlo».
A livello locale, invece, l’Anfn ha già stipulato tantissime convenzioni per family card con la grande e piccola distribuzione e con i Comuni, da Bergamo a Teramo, da Modena a Barletta. L’ultima card ottenuta permette sconti per l’accesso ai monumenti della piazza dei Miracoli a Pisa. «La cultura è un bene essenziale ma straordinariamente caro nel nostro Paese. Le famiglie come le nostre sono discriminate: se per entrare in un museo pagassero solo i genitori, ad esempio, sarebbe un investimento sul futuro per l’intera società italiana».
Nell’aprile scorso l’associazione è riuscita a strappare al presidente del Consiglio Berlusconi alcuni impegni precisi, con la firma di un contratto proposto dai giovani dell’Anfn. Sette sono i punti del documento e tra questi l’impegno per un sistema fiscale che tenga conto del nucleo familiare a parità di reddito e un maggior controllo sulle trasmissioni televisive diseducative attraverso un sistema di sanzionamento esemplare. «Ogni mese un gruppo di associati si presenterà davanti a palazzo Chigi a chiedere il mantenimento delle promesse», insiste Sberna.
Con l’«ambasciatore» dell’associazione, Cino Tortorella, verrà lanciata a Bari il 6 dicembre, giorno di san Nicola, una nuova iniziativa che si chiamerà «L’anno internazionale della cicogna»: verrà proposto alle istituzioni e ai Comuni di inventarsi un gesto simbolico d’accoglienza per ogni nuovo nato, una specie di «benvenuto ufficiale al mondo». Un altro modo per testimoniare la bellezza della vita nascente. «Una volta – scrive Regina Florio coautrice del libro Tutti vostri? Viaggio nel mondo delle famiglie numerose – esasperata all’ennesima domanda: “Tutti suoi?”, ho risposto di no, che ero la baby-sitter. La signora, guardandomi delusa, ha sospirato: “Ah”, e se ne è andata. Ma ai bambini la mia uscita non è piaciuta, tanto che ho dovuto promettere che non lo avrei detto mai più. Mi ero liberata di una seccatrice, ma mi ero sottratta a un preciso dovere cui loro mi hanno subito richiamata: il dovere della testimonianza». Lo stesso motivo per cui l’associazione è nata.
Zoom
Per un fisco a misura di famiglia
Sono oltre un milione le firme raccolte dal Forum delle associazioni familiari a favore della campagna «Per un fisco a misura di famiglia». La petizione popolare, lanciata dal Forum e dal «popolo» del Family Day chiede al governo di rivedere il sistema di tassazione delle famiglie, considerando l’attuale iniquo e discriminante. «Un fisco ingiusto significa famiglie povere, famiglie che non ce la fanno, figli che non nascono. Un Paese che non si rinnova. Le famiglie sono fortemente penalizzate, perché non si tiene veramente conto dei carichi familiari», denuncia il testo della petizione. La richiesta del Forum è la trasformazione dell’attuale sistema fiscale, che si basa soltanto sulla cosiddetta «equità verticale» (chi più ha più paga), in un sistema che consideri anche «l’equità orizzontale», secondo la quale a parità di reddito chi ha figli da mantenere non debba pagare praticamente le stesse tasse di chi non ne ha.
In altri termini, il reddito imponibile dovrebbe essere calcolato non solo in base al reddito percepito, ma anche al numero dei componenti della famiglia.
Per avviare la riforma, il Forum propone di sostituire il vigente complicato sistema di detrazioni per carichi familiari, con quello più semplice delle deduzioni del reddito pari al reale costo del mantenimento di ogni soggetto a carico, sulla base delle scale di equivalenza, indipendenti dal reddito, già definite da tempo. Un primo passo, insomma, verso l’introduzione del cosiddetto «quoziente familiare», che sostituisca il soggetto imponibile individuale col nucleo familiare.
La seconda priorità indicata dalla petizione è quella della creazione di un sistema scolastico che garantisca l’effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie.
A sottoscrivere la petizione sono state, tra l’altro, 76 associazioni nazionali e 182 tra enti pubblici e associazioni private locali. Il 15 maggio scorso a Roma, in occasione della «Giornata internazionale della famiglia» una delegazione del Forum si è recata al Quirinale e ha consegnato tutte le firme al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Luisa Capitanio Santolini,
ex presidente del Forum, ha riavanzato l’appello per l’istituzione anche a livello nazionale della «Giornata internazionale della famiglia».
Rientra nelle iniziative a favore di un fisco più equo per le famiglie, anche il «Decalogo delle 10 iniquità che colpiscono le famiglie più numerose» stilato dall’Anfn. In esso si evidenzia anzitutto l’ingiustizia del sistema tariffario di acqua luce e gas gestito con il sistema degli scaglioni crescenti in base al consumo, che determina un costo maggiore pro-capite del singolo metro cubo d’acqua nei nuclei con più componenti.
Con l’attuale sistema fiscale, inoltre, a una coppia conviene separarsi piuttosto che rimanere sposata: il coniuge più debole che tiene a carico i figli, usufruisce, infatti, di maggiori assegni familiari, ha un Isee (l’indicatore della condizione economica) più basso che gli consente di accedere a tutte le agevolazioni sui servizi, mentre l’altro coniuge può scaricare l’assegno di mantenimento.
Altre sperequazioni nel mirino dell’Anfn sono quelle che riguardano le tariffe sui rifiuti e le addizionali Irpef regionali e comunali.