Chiesa

23 Febbraio 2010 | di


Sala stampa di Aldo Maria Valli

Il Papa e i giovani


Era il 1985 quando Giovanni Paolo II radunò a Roma migliaia di giovani, provenienti da tutto il mondo, in occasione dell’Anno della gioventù proclamato dall’Onu. Fu quell’iniziativa a ispirare al Papa l’idea di istituire una Giornata mondiale da tenere regolarmente in una duplice forma: ogni anno, a livello diocesano, e ogni due anni, con grandi raduni internazionali in un luogo sempre diverso. Nacquero così le Giornate mondiali della gioventù, che da allora si sono susseguite avendo sempre come simbolo una croce di legno alta quattro metri. Anche l’idea della croce fu di papa Wojtyla, che la volle accanto all’altare maggiore, nella Basilica di San Pietro, per l’Anno santo della redenzione del 1984. Finito l’anno e chiusa la Porta Santa, il Pontefice affidò la croce ai giovani che la conservarono dapprima a Roma e poi, su richiesta del Papa, incominciarono a farla viaggiare in tutti i continenti.

È passato un quarto di secolo dal 1985 e quest’anno Benedetto XVI, per la giornata che si celebra a livello diocesano in attesa del grande raduno internazionale di Madrid (16-21 agosto 2011), ha dato appuntamento ai giovani per il 25 marzo in piazza San Pietro. La riflessione proposta è quella contenuta nelle parole del Vangelo: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» (Mc 10,17). La risposta verrà data proprio dal Papa, ma non mancherà il contributo dei giovani di un tempo che, diventati adulti, racconteranno la loro esperienza. Venticinque anni è lo spazio di una generazione. Le giornate hanno suscitato anche molte vocazioni religiose e l’appuntamento che si rinnova diviene momento di verifica e di confronto. Nel marzo 2010 di Benedetto XVI ci sono poi altre due date da ricordare, anche queste legate alla memoria di papa Wojtyla. Nel pomeriggio del giorno 14 il Papa, accolto dal pastore Jens-Martin Kruse, visiterà la Chiesa luterana di Roma, denominata Chiesa di Cristo, e sarà la seconda volta di un Pontefice dopo la visita di Giovanni Paolo II nel 1983. Infine, il 29 marzo, nel quinto anniversario della morte del suo predecessore (2 aprile 2005) Benedetto XVI celebrerà una messa solenne nella Basilica vaticana.



Via della Conciliazione di Alessandra Borghese

Papa Ratzinger e la Freccia Rossa


L’entourage di Benedetto XVI fa sapere che il Papa è molto interessato e curioso riguardo al nuovo treno Freccia Rossa che in tre ore soltanto collega Roma e Milano. Probabilmente nel 2012, per il grande Incontro mondiale delle famiglie, il Papa raggiungerà Milano in treno.

Pio IX fu il primo Papa a viaggiare in treno da Napoli a Portici nell’anno 1849. Le cronache raccontano del suo entusiasmo verso quel mezzo di trasporto. Giovanni XXIII fu invece il primo Pontefice a usare la stazione ferroviaria costruita dentro le mura vaticane e collegata, attraverso la stazione di San Pietro, alla rete nazionale a seguito dell’impegno fissato dal Trattato del Laterano. Il «Papa buono» da lì raggiunse Assisi e Loreto in un memorabile pellegrinaggio. Bellissime le immagini della gente accorsa nelle stazioni e assiepata lungo le rotaie per decine di chilometri. Persone composte, sguardi incuriositi per il passaggio del treno papale – le donne quasi tutte con un foulard o il velo in testa, gli uomini in giacca e cravatta o camicia bianca –. Con quel viaggio, in un certo senso, papa Roncalli aprì fisicamente la Chiesa al mondo, ponendo le premesse per i suoi successori. Anche Giovanni Paolo II, benché viaggiasse soprattutto in aereo, percorse un numero notevole di chilometri in treno. Nel gennaio 2002 si recò in treno ad Assisi per la famosa preghiera per la Pace nel Mondo insieme ad altri rappresentanti religiosi.

Ma prese il treno anche in Argentina, in Portogallo, da Zurigo a Friburgo, in Belgio e nei Paesi Bassi. Nel 1986 sempre Karol Wojtyla di ritorno dall’India, a causa dell’eccezionale nevicata che bloccò gli aeroporti romani, salì sul treno a Napoli per rientrare in Vaticano. Dal 24 gennaio 2002 i cancelli della stazione vaticana sono rimasti chiusi. Chissà se papa Benedetto li farà riaprire presto...



Flash diocesi a cura del Sir


Vicenza

Si chiama «Ora decima» (quella in cui avvenne l’incontro di Cristo con i primi discepoli) il nuovo Centro vocazionale della diocesi di Vicenza. «Una struttura moderna e accogliente – informa
la diocesi – per aiutare i giovani a scoprire la propria vocazione e a realizzarla nelle diverse scelte di vita (matrimonio, vita religiosa, sacerdozio…)». Il Centro, diretto da don Andrea Peruffo, laureato in psicologia ed esperto in spiritualità giovanile, si offre «come luogo d’incontro» e costituisce «un’occasione per chi è in ricerca». Oltre all’accompagnamento personale dei singoli,
è offerta la possibilità di pregare insieme e ogni mercoledì viene proposto un incontro biblico. Inoltre chi lo desidera può trascorrere periodi di convivenza in comunità.


Albano

Un programma di microcredito per «dare una mano alle fasce più deboli della popolazione». Ad attivarlo è la diocesi di Albano. «La proposta – spiega la Caritas diocesana – ha un grande valore sociale e umano», perciò si è deciso di perseguire «questo obiettivo nell’ottica della carità cristiana e della sussidiarietà». Il programma di microcredito, informa ancora la Caritas, «sarà gestito operativamente attraverso un gruppo di volontari con competenza bancaria». L’obiettivo è «dare una mano alle fasce più deboli della popolazione. Si tratta comunque di un credito, quindi non denaro a fondo perduto».

C.V.

www.agensir.it





Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017