Ora et... riposa

Sono sempre di più gli italiani che, soprattutto d’estate, scelgono di trascorrere le vacanze in monasteri o abbazie. Per fermarsi a riflettere e riprendere in mano la propria vita, in silenzio e senza l’assillo dell’orologio.
25 Maggio 2009 | di


Anzitutto ci sono le comunità religiose che ospitano anche i turisti, ossia chi vuole fare vacanza nel senso tradizionale del termine e desidera soggiornare, a prezzi contenuti, in una struttura accogliente e confortevole, in un clima familiare dove è possibile continuare a mantenere viva la dimensione spirituale accostandosi ai sacramenti. Ciò che distingue questi monasteri dai tradizionali alberghi è soprattutto (anche se non solo) la presenza della comunità: i religiosi o le religiose i quali sono capaci di far percepire la gratuità della loro vita, che si esprime in attenzioni e premure quotidiane verso gli ospiti e nella capacità di ascoltare e cogliere i loro bisogni, da quelli più semplici fino a quelli più profondi.

Vi sono poi moltissimi monasteri e conventi che danno ospitalità a chi desidera trascorrere giornate di riflessione, meditazione e preghiera. Fermo restando il rispetto degli orari della comunità, gli ospiti sono liberi di organizzare le proprie giornate come preferiscono: possono partecipare alla vita liturgica quotidiana, pregare in solitudine, riposare, lavorare, pensare, leggere, passeggiare, avere momenti di dialogo e di confronto. «Chi avverte il bisogno di riprendere in mano la propria vita e fermarsi a riflettere su di essa, nella pace, nel silenzio, senza l’assillo dell’orologio, trova in monastero l’ambiente più adatto per farlo», spiega Maria Chiara Tonni, madre badessa del monastero di Santa Chiara, a Borgo Maggiore. «La vita monastica favorisce il raccoglimento, la riflessione, e consente, a quanti lo stanno cercando, di compiere anzitutto un cammino alla riscoperta di se stessi, del sé più profondo. Per chi ha fede, questo cammino diventa anche un cammino verso una maggiore comunione e intimità con Dio, verso quel Tu che fonda e fa vivere il nostro io».


In genere chi trascorre alcuni giorni in monastero, indipendentemente dalle diverse formule d’accoglienza offerte, non riesce poi a dimenticare ciò che ha sperimentato e desidera portare nella vita quotidiana il quid che ha vissuto.

«Penso che molte persone in monastero facciano esperienza e assaporino la bellezza dell’unificazione interiore, ed è questo che desiderano poi portare nella loro vita − conclude madre Tonni −. Per unificazione interiore intendo il fatto di essere una persona “intera” e percepirsi tale: ciò ha la sua origine più profonda nella relazione personale con Dio, una relazione che la vita in monastero aiuta a scoprire, a riscoprire o semplicemente a vivere con maggiore intensità. Tanto più crescono l’amicizia e la comunione con Lui, tanto più la nostra vita ha Lui al centro e a Lui tende. Al contempo, l’unificazione interiore fa sì che le giornate non siano più una successione di attività frenetiche e slegate le une dalle altre – per cui a sera ci si sente “frammentati”–, ma diventino un susseguirsi di momenti nei quali, in modi diversi, manifestiamo ed esprimiamo la comunione con Lui».

Le vacanze in monastero, quindi, come occasione per ritrovare il proprio io, che diventa pienamente tale aprendosi all’Altro.          

In libreria


Fra le guide ai monasteri:


Bed & Blessings. Guida all’ospitalità in monasteri e conventi d’Italia (Le Lettere Ed., € 12,40). Sono censiti e fotografati 130 conventi e monasteri che offrono accoglienza.

Abbazie, monasteri e luoghi dello spirito (TCI Ed., € 18,00): presenta, con foto, 140 strutture religiose che danno ospitalità e 100 case d’accoglienza nelle principali città.

Guida ai monasteri d’Italia. Oltre 500 luoghi di antica spiritualità (Edizioni Piemme, € 6,90): ogni monastero è descritto con una breve scheda informativa.

Segnaliamo anche il libro Nella dimensione del tempo dei monaci. Come vivere il tempo (Queriniana Ed., € 14,00) scritto dal monaco benedettino Anselm Grün, convinto che «l’esperienza del tempo fatta dai monaci abbia qualcosa da insegnare anche alle persone che non vivono in convento e sono immerse nel mondo di oggi».


Indirizzi

Proponiamo alcuni indirizzi di monasteri e conventi che danno accoglienza, ricordando che è sempre necessario prenotare.


Monastero di Bose Monaci di Bose

Località Bose, Magnano (BI)

tel. 015 679185; fax 015 679290

www.monasterodibose.it

Monastero benedettino Abbazia di Praglia Monaci benedettini sublacensi

Via Abbazia di Praglia, 16 - Teolo (PD)

tel. 049 9999322 - 9999300

www.praglia.it

Monastero di Santa Croce del Corvo Frati carmelitani scalzi

Via Santa Croce, 30 - Bocca di Magra (SP)

tel. 0187.60911, fax 0187.6091333

www.monasterosantacroce.it

Monastero di Santa Chiara Sorelle Povere di santa Chiara

Loc. Valdragone, via Fiordaliso, 2 - Borgo Maggiore (Repubblica di San Marino)

tel. 0549 903213; fax 0549 980197

www.sorellepovere.sm

Convento-Santuario de La Verna Frati francescani Minori

Loc. La Verna, 52010 Chiusi della Verna (AR)

tel. 0575 5341; fax 0575 599320

www.santuariolaverna.org

Monastero di Camaldoli Monaci benedettini camaldolesi

Camaldoli (AR)

tel. 0575 556013; fax 0575 556001

www.camaldoli.it

Monastero di San Girolamo Monache benedettine vallombrosane

Via Folgore, 30 - San Gimignano (SI)

tel. e fax 0577 940573

www.monasterosangirolamo.it

Convento di San Bartolomeo Frati francescani Minori

Via Frà Paoluccio Trinci, Foligno (PG)

tel. 0742 357771; fax 0742 358946

www.conventosanbartolomeo.it

Monastero Santa Maria del Monte Monache benedettine

C.so Matteotti, 15 - Bevagna (PG)

tel. 0742 360133; fax 0742 369315

www.benedettine.it

Monastero di San Silvestro Monaci benedettini silvestrini

Via San Silvestro Abate, 66 - Fabriano (AN)

tel. 0732 21631 - 5934; fax 0732 21633

http://sansilvestro.silvestrini.org

Monastero Santa Maria delle Grazie Sorelle Povere di santa Chiara

C.so Vittorio Emanuele III, 68 - Farnese (VT)

tel. 0761 458089; fax 0761 455874

www.clarissefarnese.it

Monastero di Santa Scolastica Monaci benedettini sublacensi

Loc. S. Scolastica, Subiaco (RM)

tel. 0774 82421; fax 0774 8242397

www.benedettini-subiaco.it

Fraternità dei monaci di Bose

Località Lamacavallo, Ostuni (BR)

tel. e fax 0831 304390

Monastero benedettino San Pietro di Sorres Monaci benedettini sublacensi

Borutta (SS)

tel. 079 824001; fax 079 824019

www.sanpietrodisorres.it.

L’intervista. Settimane bibliche a Bose


Nei mesi estivi la comunità monastica di Bose, fondata da padre Enzo Bianchi nel 1968, propone settimane bibliche e di spiritualità. Ne abbiamo parlato con padre Guido Dotti.

Fondata da padre Enzo Bianchi nel 1968, la comunità monastica di Bose è una comunità di uomini e donne provenienti da Chiese cristiane diverse, in ricerca di Dio nella preghiera, nella povertà, nel celibato, nell’obbedienza al Vangelo. Durante i mesi estivi la comunità propone settimane bibliche e di spiritualità, alcune destinate a chi ha già una buona dimestichezza con la Parola di Dio, altre rivolte ai giovani e a chi desidera accostarsi alla Parola e ai temi spirituali da «principiante». Allo stesso tempo, i monaci e le monache sono a disposizione degli ospiti che sentono il bisogno di incontri personali. Dell’ospitalità estiva parliamo con Guido Dotti, monaco di Bose.

Msa. Che cosa offrono le settimane bibliche e di spiritualità che organizzate durante l’estate? Le esigenze dei vostri ospiti sono cambiate nel corso degli anni?

Dotti. Sino a dieci-quindici anni fa prevaleva il desiderio di conoscere la Parola di Dio direi quasi dal punto di vista scientifico. Si voleva, cioè, studiare a fondo la Parola, sull’onda degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Poi le esigenze sono andate mutando e oggi prevale il desiderio di accostarsi alla Parola per lasciarsi da essa interpellare e plasmare, per trarne indicazioni valide per la vita quotidiana, per meglio rapportarsi con gli altri, per il senso da dare alla propria esistenza.

Cosa cercano i giovani che vengono a Bose?

La loro esigenza primaria è quella di essere ascoltati, di incontrare qualcuno che li prenda in considerazione per ciò che realmente sono, non per ciò che la famiglia o la società vorrebbe che fossero. Ed è quello che facciamo noi monaci: metterci a loro disposizione con gratuità, per tutto il tempo che occorre. I giovani hanno bisogno di raccontarsi, di confrontarsi con sincerità, senza maschere, di far uscire ciò che hanno nel profondo del cuore, di poter esprimere anche quelle sofferenze che non riescono mai a comunicare. Noi siamo pronti ad accoglierli, rispettando i tempi di ciascuno: alcuni ragazzi desiderano un confronto appena arrivati, altri aspettano qualche giorno perché vogliono prima ambientarsi e chiarirsi le idee.

C’è chi pensa sia inutile trascorrere periodi di vacanza in monastero perché tanto poi, quando si torna a casa, i problemi si ripresentano e la serenità e la pace vissute in quel luogo svaniscono velocemente. Come risponde a questa osservazione?

Direi che questo è il problema vero delle vacanze, in generale. Tutto dipende da cosa si cerca: c’è chi desidera replicare lo stile di vita che ha nel resto dell’anno e allora in vacanza fa ciò che più gli piace, mantenendo però gli orari, lo stress e i ritmi incalzanti di sempre; i benefici ottenuti sono scarsi e svaniscono in fretta. Diverso è il caso di chi vuole davvero fare vacanza. Vacanza è un termine che richiama non solo il vacare, ossia lo staccare, ma anche il vacuum, il vuoto. Le vacanze sono il momento nel quale ci si ferma, si fa il vuoto dentro se stessi e rispetto a tutto ciò che quotidianamente ci occupa e ci preoccupa. Non è sempre facile vivere questo vuoto: magari all’inizio si prova disagio se non si possono mantenere le solite abitudini, se vi sono tempi morti da riempire, se si è circondati dal silenzio. Però, soggiornando in monastero, questo «fare vuoto» si rivela fecondo: è infatti un momento nel quale è possibile mettersi sotto lo sguardo di Dio, rileggere se stessi insieme a Dio e, se lo si desidera, insieme agli altri. È un momento nel quale è possibile riscoprire aspetti della propria vita rimasti in ombra, valutare i propri limiti, i propri talenti, la qualità dei rapporti con gli altri, per poter eventualmente cambiare. Quando poi si torna a casa, la vita e i problemi sono sempre gli stessi, ma li si affronta in un altro modo e soprattutto senza subirli come accadeva prima. Si conquista uno sguardo più consapevole sulla propria vita.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017