Asset: risorsa per la società plurale

La nostra società, sempre più complessa, ha bisogno di essere compresa attraverso un approccio interdisciplinare. Per raggiungere questo obiettivo, a Venezia è nata Asset.
26 Gennaio 2010 | di

«Asset» in inglese significa «risorsa» ma è anche un acronimo che a Venezia si legge Alta Scuola Società Economia Teologia, comparto di ricerca sorto all’interno dello Studium Generale Marcianum, il polo pedagogico-accademico voluto dal Patriarca Scola e attivo a partire dal 2003. Asset, solo un garbuglio di lettere per chi guarda dall’esterno, ma espressione di eccellenza nel campo delle offerte ormai molteplici di studi postgrado, in questo caso per chi avverte l’urgenza di indagare a fondo temi come «società plurale» e «nuova laicità». Là dove per società plurale si intende l’accrescersi ai nostri giorni dei soggetti sociali in campo (religiosi, culturali, politici… ) fino alla frantumazione, e il fatto che questa situazione inedita – che rende perlomeno problematica la convivenza sociale – richiede un radicale ripensamento della configurazione politica, etica, giuridica ed economica della nostra società. È, semplificando, la grande domanda sul come stare insieme coltivando ognuno la propria identità senza penalizzare quella altrui. Andando oltre, però, l’opzione di reciproca neutralità, che alla fine rischia di essere atteggiamento violento oltre che irrispettoso: non è raro che la neutralità scada nell’indifferenza, nel non fa alcuna differenza e cioè non mi tocca in alcun modo. Prospettiva questa che chiama in campo la seconda espressione, nuova laicità, secondo la quale è da valutare come un bene politico primario già il fatto stesso di essere in relazione e vivere insieme. La società si fa dal basso, a partire dalla vita reale dei soggetti, sia individui che collettività, che narrano se stessi e si riconoscono orientandosi così – nell’inestricabile relazione tra loro – alla ricerca del bene comune, quello di tutti e di ciascuno.

L’Alta Scuola è stata ufficialmente presentata in un convegno imponente di tre giorni tenutosi, dal 15 al 17 settembre scorso, a chiusura del progetto triennale di ricerca Uomo Polis Economia e al quale hanno preso parte relatori di fama internazionale. Titolo: «La società plurale». A dare l’avvio dei lavori Giuliano Segre, presidente della Fondazione di Venezia, che sostiene l’iniziativa, e il sindaco della città, Massimo Cacciari. Naturalmente la prima relazione è stata quella del Patriarca, che ha dato il «la» alla maratona di incontri.

Ormai la nave di Asset è salpata prendendo il largo, e dopo i primi mesi di navigazione incontriamo il professor Alberto Peratoner, direttore dell’Alta Scuola, per un primo check-up. Manca mezz’ora perché nella Sala conferenze Sant’Apollonia, dietro al Patriarcato, abbia inizio la lectio inauguralis tenuta da uno dei maggiori filosofi viventi, Robert Spaemann.

Msa. Come le è giunta questa chiamata a dirigere Asset?

Alberto Peratoner. È sorta con gradualità, poiché si tratta di un ambito di ricerca che nasce all’interno dello Studium Generale Marcianum, nel quale insegno come docente stabile. È in tale contesto, in linea con le idealità profonde che lo animano e con le quali il cardinale Scola lo ha fatto nascere, che mi è stato affidato questo compito.

Certamente far interagire discipline diversissime tra loro come filosofia, diritto, teologia ed economia, è una grande sfida. Sarà così il mondo che ci attende?

L’approccio interdisciplinare è oggi imprescindibile quale compito e insieme anche dovere. Questo rende il nostro lavoro particolarmente complesso, ma anche estremamente affascinante. Sì, il mondo è già così, è già configurato con una complessità tale da imporre uno sforzo per ricondurre il tutto, i molti frammenti, a una prospettiva unitaria.

Nella sigla Asset la «e» e la «t» stanno per «economia» e «teologia», due grandi discipline interpretative della realtà. Cosa significa oggi far interagire economia e teologia a oltre sei mesi dalla pubblicazione della Caritas in veritate, l’enciclica sociale di Benedetto XVI?

Accostare economia e teologia vuol dire riandare alla radice più profonda di questi termini: al significato più ampio di economia, che è quello di governo della casa, della dimora, dello spazio di vita. Economia non è soltanto studio delle dinamiche dei mercati finanziari, dei movimenti di capitale ed altre cose strettamente tecniche, comunque molto importanti, ma implica in senso lato il misurarsi dell’uomo con il concreto vivere quotidiano nella gestione, appunto, degli spazi vitali. In questo senso l’economia rimanda alla teologia e viceversa. Perché del significato di questi spazi vitali la proposta cristiana offre una sua spiegazione integrale, a tutto tondo, valorizzando l’unità profonda del soggetto di questa esperienza, cioè dell’uomo nel suo tessuto relazionale. L’economia non è gestione di cose, ma soprattutto regolazione di relazioni.

Chi è interessato ad Asset e, con la sua proposta, a chi si rivolge Asset?

Si rivolge innanzitutto a giovani laureati con una particolare attitudine alla ricerca, una particolare passione di verità, che soprattutto abbiano un profondo desiderio di compiere un percorso di formazione ad alto livello, dopo aver maturato titoli accademici in un lavoro di équipe. Per questo Asset è stata strutturata secondo laboratori di ricerca che constano di gruppi formati da questi giovani neo laureati, o laureati anche da alcuni anni, che nella stessa esperienza formativa accademica hanno dimostrato capacità di muoversi nella ricerca scientifica e un certo mordente, una sensibile passione personale.

Attualmente abbiamo una ventina di ricercatori suddivisi in quattro laboratori, ma contiamo di accrescere tali gruppi e di aprirne eventualmente anche altri. Questi sono strutturati in modo da innestarsi uno nell’altro; si può usare l’immagine dei tubi del cannocchiale che, appunto, fuoriescono uno dall’altro. Il primo laboratorio è quello di ragione e fede, il secondo riguarda direttamente le problematiche della laicità, il terzo è incentrato sul diritto, il quarto tocca gli aspetti più specificamente economici vertendo sull’economia dello sviluppo e la dottrina sociale della Chiesa, quindi, anche alla luce dei più recenti documenti quali Caritas in veritate. Questa enciclica è naturalmente per noi un punto di riferimento, rappresentando essa un momento di sintesi superiore di un complesso dottrinale e concettuale storicamente sedimentato in rapporto alle sollecitazioni del presente, così come lo è, poi, l’intera tradizione del pensiero occidentale – classica, medievale e moderna – nell’ambito del quale guardiamo in particolare al notevole flusso animatore della grande tradizione della Chiesa.

Per la prolusione del primo anno di Asset, questo crogiolo di discipline che si incontrano e si confrontano, avete scelto Robert Spaemann, uno tra gli intellettuali contemporanei più in vista. Perché questa scelta?

Spaemann incarna l’attenzione profonda all’umano in senso integrale e comprensivo di tutte le sue dimensioni. È un filosofo che unisce una solida ontologia metafisica a una intelligente lettura del mondo contemporaneo fondata sulla classicità. Questa non è riproposta passivamente, in modo nostalgico, attraverso un’operazione di archeologia culturale, bensì mediante una lettura viva, in chiave contemporanea, e questo è proprio lo stile di Asset. In Robert Spaemann noi abbiamo un chiaro esempio di come un pensiero possa limpidamente porsi di fronte alle grandi questioni della civiltà di oggi e farlo da un punto di vista fondativo. Essendo Asset ai suoi inizi, era opportuno partire dalle fondamenta, dalla problematica centrale, l’esistenza stessa di Dio nella sua rilevanza vitale. Aggiungo che la visita di Spaemann si determina come espressione del primo dei laboratori di ricerca, quello su ragione e fede. Mi piace pensare che con Asset offriamo ai nostri giovani ricercatori straordinarie possibilità, come, appunto, l’incontro con Spaemann che inoltre si presterà a un confronto diretto, in sessione riservata. Offriamo dunque ai nostri ricercatori l’opportunità di un dialogo aperto con uno dei maggiori pensatori del nostro tempo, e la mia personale esperienza accademica mi fa dire che niente conta di più, agli effetti della formazione, del contatto personale e dialogico con figure di prima grandezza.

Che Asset sia nato a Venezia significa qualcosa?

Significa che continuiamo a interpretare il compito che il Patriarca Scola ha individuato nel promuovere l’unità del sapere e affidato al polo formativo accademico del Marcianum, nella vocazione internazionale e multiculturale che la città esprime sin nelle sue pietre…


Arriva il professor Spaemann e Peratoner fa gli onori di casa. Presto la sala si riempie e, anche alla presenza del Patriarca, ha inizio la lezione inaugurale del primo anno di Asset. L’ottantaduenne professore emerito di Filosofia presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera dimostra grande lucidità e procede nel discorso con argomentazioni forti, piazzando qua e là affermazioni che fanno pensare. «Colui che crede in Dio – dice – crede in una fondamentale razionalità della realtà. Egli crede che il bene sia più fondamentale del male. Che ciò che è inferiore debba essere compreso da ciò che è superiore e non viceversa. Che il non senso presupponga il senso e che il senso non sia una variante dell’assenza di senso». In questi passaggi sembra di sentire le parole che da alcuni anni Benedetto XVI va ripetendo nel suo alto magistero, nel tentativo di riabilitare la verità e la possibilità di raggiungerla da parte dell’uomo. Non si tratta di «filosofie», ma di offrire all’uomo un fondamento e una meta, per il suo bene e per quello della società tutta. Insinuando almeno un dubbio: e se la fede avesse ragione?   n



Approfondimenti

La parola agli allievi


Maria Maddalena, 25 anni, di Milano, fresca di università con una laurea in filosofia in tasca. Alessandro, 47 anni, di Grosseto, sposato, tre figli, impegnato nel Terzo Settore, comparto dei beni ecclesiastici. Giuliana, di Oderzo (TV), sposata, due figli ormai grandi, una doppia laurea in pedagogia
e filosofia, un passato lavorativo diversificato.

Che cos’hanno in comune? Sono tutti e tre studenti di Asset, l’Alta Scuola Società Economia e Teologia, promossa a Venezia nell’ambito dello Studium Generale Marcianum. «Mi sono iscritta a questa scuola – spiega Maria Maddalena Giungi, allieva del laboratorio “Democrazia e nuova laicità nella società plurale” – perché consente un percorso di ricerca interdisciplinare, che porta a una sorta di unità del sapere difficile da recuperare oggi in ambito universitario. E poi offre l’opportunità di una collaborazione tra ricercatori provenienti da diverse formazioni». Ma anche in termini di prospettive Maddalena è ottimista: «Asset accresce competenze che si possono poi giocare in tutti i campi: economico, sociopolitico, filosofico..., anche in vista di una futura professione». Alessandro Baccetti ha un background di studi economici. «Dopo una laurea e alcuni master, ho lavorato nell’ambito del Terzo Settore, occupandomi di questioni economiche. Ho così potuto sperimentare che spesso gli enti a forte carattere motivazionale, come sono appunto quelli del Terzo Settore, danno per scontate valenze etiche sulle quali, invece, è necessaria una riflessione e una formazione permanenti. Per chi, come me, ha sempre cercato di sviluppare uno sguardo più ampio su questi temi, cercando connessioni continue tra etica ed economia, Asset rappresenta dunque un’opportunità unica, perché accresce la consapevolezza che sono i valori etici a guidare le scelte economiche. Ma unica è anche la possibilità di un confronto su questi temi all’interno di piccoli gruppi di persone che hanno formazioni e provenienze diverse, con docenti internazionali di altissimo livello». Una vita all’insegna dell’eclettismo, invece, quella di Giuliana Lazzarato Paro. «Dopo due lauree mi sono dedicata al recupero di bambini con grosse difficoltà. Quindi sono entrata nel mondo della scuola, che ho lasciato dopo anni per dedicarmi alla famiglia. Infine, ho aiutato mio marito nell’attività di commercialista. Questo percorso dice che sono una persona curiosa, interessata a molteplici aspetti del vivere sociale, pur conservando in me un desiderio profondo di unità. Per questo motivo mi sono iscritta a tutte e quattro le aree di ricerca (democrazia e società plurale; filosofia e teologia; economia; diritto). Finora questa scelta si è dimostrata fruttuosa: appartengo a quella generazione di cattolici formatasi sui testi di Maritain, il filosofo dell’“integralità della persona”; la mia ricerca personale mi porta a rifiutare l’iperspecializzazione, per approfondire invece la complessità del vivere sociale, cercando un’unità, un filo conduttore che riesca a mettere insieme questa apparente frammentarietà. Asset, dunque, sembra fatta apposta per me».

S. F.



Zoom

Summer School Asset 2010 : ripensare i Diritti in una società plurale


Periodo: prima metà settembre 2010


- Mission

Quali le implicazioni del pluralismo sulla definizione dello stato di diritto nella società contemporanea? La Summer School di Asset 2010 si concentra sull’approfondimento delle questioni suscitate nella società contemporanea dalla dialettica tra diritti individuali e di gruppo con particolare riferimento ai riflessi che la coesistenza di culture religiose differenti comporta nella determinazione degli stessi.


- A chi è rivolta?

La Summer School di Asset si rivolge a docenti, studenti e ricercatori interessati ad arricchire il proprio curriculum accademico e a confrontarsi con studiosi di fama internazionale. Può essere uno stimolo importante anche per persone che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno di istituzioni socio-economiche e socio-politiche (enti e aziende pubbliche, imprese, aziende non profit, associazioni di categoria, cooperative) che vogliano imprimere uno sviluppo alla propria carriera professionale acquisendo competenze che possano permettere alla propria istituzione di riflettere, con lungimiranza e spirito critico, sulle sfide che la società plurale lancia allo sviluppo socio-politico e giuridico del nostro territorio in un’ottica di internazionalizzazione.

L’eccellenza dei docenti coinvolti provenienti da centri di ricerca universitaria, il know-how riconosciuto a livello nazionale e internazionale alla Fondazione Studium Generale Marcianum sullo studio delle implicazioni sociali del Magistero della Chiesa Cattolica nel mondo contemporaneo, l’interazione tra professionisti e accademici provenienti da differenti formazioni, fanno della Summer School di Asset un percorso formativo interdisciplinare di valore.


- I moduli tematici:

I modulo – Il dibattito sui «nuovi diritti» nello spazio pubblico statunitense ed europeo

II modulo – Il diritto al lavoro nell’era della globalizzazione

III modulo – I «nuovi diritti» nel dibattito bioetico

IV modulo – Diritti umani nell’ era del meticciato

V modulo – Tavola rotonda: «La traduzione dei valori nelle moderne democrazie plurali»


La Summer School si articolerà quindi in cinque giornate di lavoro, che prevedono una relazione principale al mattino e una sessione di comunicazioni pomeridiane. Per partecipare alle sessioni pomeridiane occorrerà rispondere al call for paper reso pubblico nelle pagine del sito dello Studium Generale Marcianum dedicate ad ASSET (www.marcianum.it).


Per maggiori informazioni sul programma della Summer School e sulle modalità di partecipazione si prega di scrivere all’indirizzo mail: altascuola@marcianum.it.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017