La salute delle mamme. Allattare fa bene al cuore

Allattare il proprio bambino fa bene al cuore. E non solo perché rafforza il legame affettivo tra madre e figlio, ma perché ha inattesi effetti benefici sulla salute cardiovascolare della donna.
24 Febbraio 2010 | di

Una prima ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori statunitensi coordinati da Eleanor Schwarz, dell’Università di Pittsburgh, che ha sottoposto a una serie di esami quasi 300 madri tra i 45 e i 58 anni, senza nessun tipo di disturbo cardiaco o vascolare evidente. A tutte è stato anche chiesto se e quanto avevano allattato. «Dopo aver tenuto conto dello stato socioeconomico e dello stile di vita, del peso corporeo e di altri tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, come il fumo e il tasso di colesterolo – spiega l’epidemiologa americana – abbiamo verificato che alcune differenze tra chi aveva allattato e chi no dipendevano dalla maggior frequenza di questi elementi in uno dei due gruppi: restava però indiscutibile il fatto che chi ha allattato per almeno tre mesi corre un rischio di sviluppare calcificazioni dell’aorta cinque volte inferiore rispetto alle madri che hanno utilizzato fin da subito il biberon».
A questo studio ne è seguito un altro, pubblicato sul numero di febbraio di «Diabetes», la rivista dell’American Diabetes Association, secondo cui allattare riduce in maniera significativa le probabilità di andare incontro a quella che i medici chiamano sindrome metabolica, cioè quell’insieme di diverse condizioni che aumentano il rischio di diabete, infarto o ictus: tra le altre, la pressione alta, un’obesità concentrata all’addome, la resistenza dei tessuti all’azione dell’insulina che tende a far salire troppo la glicemia.

Nessuna delle oltre 1300 giovani donne reclutate nel Coronary Artery Risk Development in Young Adults Study (Cardia) si trovavano inizialmente in questa situazione. Settecento di loro hanno poi avuto almeno un figlio e in 120 di queste è insorta una sindrome metabolica. La condizione è risultata molto più comune tra le donne che non avevano allattato; l’effetto protettivo si è mantenuto per anni e anni ed è risultato più marcato tra coloro che avevano avuto un diabete gestazionale durante la gravidanza.

Un figlio fa bene

Per chi proprio non può o non riesce ad allattare c’è comunque un’ultima nota di ottimismo. Basta accudire un bambino piccolo per avere la pressione più bassa di coetanei nelle stesse condizioni ma sposati senza figli. «Anche lo stress psicofisico quindi – precisa Julianne Holt-Lunstad, psicologa della Brigham Young University – se fortemente motivato, produce effetti positivi».



In pillole


Pentole e tessuti killer

In casa si nascondono insospettate minacce per la salute della tiroide. L’acido perfluoroottanoico, alla base della teflonatura delle pentole e dei rivestimenti impermeabilizzanti e antimacchia di tappeti e divani, è chiamato in causa dai ricercatori dell’Università di Exeter, che hanno scoperto una sua forte associazione con i disturbi della tiroide. Il lavoro è stato condotto su quasi 4 mila adulti: quelli che avevano i tassi più alti della sostanza nel sangue avevano più del doppio di probabilità di sviluppare malattie della tiroide rispetto agli altri.


Non è mai troppo tardi

Perfino se il cancro al polmone c’è già, vale comunque la pena di smettere di fumare: questa scelta permette addirittura di raddoppiare le probabilità di sopravvivenza nei cinque anni successivi a una diagnosi di tumore in fase iniziale. I ricercatori dell’Università di Birmingham hanno esaminato dieci studi che indagavano questa possibilità, dimostrando che la rinuncia alla sigaretta può far salire le chance di essere ancora vivi dopo cinque anni dal 29-33 al 63-70 per cento.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017