Dimensione Antonio

Parlare di sant’Antonio significa entrare nel suo modo di guardare e valutare la vita, nei suoi giudizi sui meccanismi della storia, nel suo amore per la Chiesa e per gli uomini, soprattutto i più poveri.
26 Marzo 2010 | di

Ho tra le mani gli ultimi numeri del «Messaggero». Quello di febbraio, con cinquanta pagine dedicate alla figura di sant’Antonio, alla storia delle ricognizioni dei suoi resti mortali (1263 e 1981), alla Basilica, ai frati e alle loro attività, al senso della religiosità popolare; quello di marzo, nel quale si restituisce ai lettori – molti dei quali dal 15 al 20 febbraio si sono fatti pellegrini – il grande evento dell’Ostensione, con interviste, racconti, storie di prima mano, fotografie dei momenti più intensi e rappresentativi; ma anche quello straordinario (di 52 pagine) messo in piedi nel giro di ventiquattro ore nel giorno di lunedì 15 e distribuito ai fedeli in pellegrinaggio presso il corpo del Santo. Ho personalmente ricevuto, a voce, via posta oppure e-mail, complimenti e incoraggiamenti rivolti a tutta la redazione, e incontrando molti di voi che hanno partecipato alla santa Messa appositamente celebrata, sabato 20 febbraio alle ore 11.00, per i lettori e amici della rivista, ho gioito per il grande interesse dimostrato: «Leggo il “Messaggero” quasi interamente»; «A me piacciono i dossier»; «Seguo con attenzione e amore Caritas Antoniana»; «Non mi perdo una rubrica»; «Che belle le risposte alle lettere»; «È davvero una rivista per la famiglia, capita che mia figlia quando viene a trovarmi se la porti spesso a casa»…

Grazie e ancora grazie, non c’è altro da dire. Dopo più di due mesi sulla breccia, con gli occhi puntati su di un evento che ha mosso i cuori di centinaia di migliaia di persone, da ora si torna all’ordinarietà, al giorno per giorno. Certamente arricchiti da un evento straordinario stampato in modo indelebile nella memoria, ma che per sua natura ci spinge oltre, a riprendere nelle nostre pagine quell’attenzione all’uomo e alla storia che è stata la passione di tutta la vita di sant’Antonio. Per parlare di quell’amore da ricomporre e da ricostruire al quale molti di voi hanno fatto riferimento nel loro Caro sant’Antonio lasciato ai piedi del Santo (abbiamo contato più di 150 mila cartoline); per parlare del lavoro che si fa fatica a trovare e che soprattutto per i giovani è quasi un miraggio; per mettere a tema i diritti umani non rispettati e la salute non tutelata; per parlare di solidarietà e di progetti in favore degli ultimi, dei più deboli e dimenticati, soprattutto donne e bambini; per informare sulla Chiesa e sulla diffusione del Vangelo nel mondo, realtà oggi tutt’altro che facile. Cosa voglio dire? Che parlare di sant’Antonio significa entrare nella dimensione Antonio, nel suo modo di guardare e valutare la vita, nei suoi giudizi sui meccanismi della storia, nel suo amore per la Chiesa e per gli uomini, soprattutto i più poveri.

In questo numero, per celebrare i cinque anni dalla scomparsa (2 aprile 2005) di Giovanni Paolo II, dedicheremo al Papa polacco un ampio dossier, presentando la sua figura di comunicatore (A.M. Valli), di uomo capace di relazioni autentiche e profonde (L. Fazzini), anche testimoniando la nascita – presso la sua tomba nelle Grotte Vaticane – di una devozione popolare che non conosce confini (E. Lo Iacono). Un Papa sulla via della santità, che ha regalato al mondo, e soprattutto ai giovani, orizzonti di speranza, e ancora parla al cuore di molti uomini e donne del nostro tempo.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017