Il Santo da collezione
Otto timbri postali e sette francobolli colorati per una sola busta. Non è un dipinto, anche se poco ci manca, questa raccomandata spedita da Roma con destinazione Limham (Svezia) il 18 aprile 1931, anno in cui ricorreva il VII centenario dalla morte di sant’Antonio. Non a caso, è proprio il patrono di Padova il protagonista di ogni riquadro affrancato alla missiva: ecco il Santo che predica ai pesci, mentre riceve l’abito francescano e libera gli oppressi. Ed ecco uno dei tanti frammenti di storia antoniana esposti, dall’1 al 16 giugno, nella Sala dello Studio teologico della Basilica del Santo di Padova dal Circolo filatelico-numismatico di Camposampiero (Padova). L’occasione – la Mostra di collezionismo dedicata al frate portoghese – cade in un periodo doppiamente significativo. Se giugno è il mese in cui ricorre la morte del Santo (avvenuta dove ora sorge la chiesa padovana dell’Arcella nel 1231), il 2013 è l’anno in cui si festeggiano i 750 anni dal ritrovamento della sua lingua incorrotta, per opera di san Bonaventura da Bagnoregio. Una ghiotta coincidenza che i soci del Circolo camposampierese non si sono lasciati scappare, provvedendo a stampare una cartolina che raffigura il reliquiario della lingua, e accordandosi con le poste italiane affinché il primo giugno, all’inaugurazione della Mostra, ogni visitatore possa «vidimarne» la propria copia con un annullo speciale.
In tour tra teche e pannelli
In attesa di ammirare di persona la Mostra di collezionismo antoniano, facciamoci guidare in un viaggio virtuale alla sua scoperta. Ci troviamo nella Sala dello Studio teologico della Basilica del Santo. L’ampio locale, un tempo adibito a refettorio del convento, si è vestito a festa: dalla ventina di pannelli che si susseguono in mezzo alla stanza fino ai dieci cubi-espositori sistemati sul lato destro, ogni dettaglio parla di Antonio. Francobolli, buste, cartoline e annulli filatelici che hanno percorso migliaia di chilometri nelle stive delle navi o dentro alla pancia di qualche aereo ora se ne stanno appesi fianco a fianco, quasi a formare un variopinto collage. Con loro anche santini, medaglie, monete, piccoli reliquiari, qualche olio su tela e delle stampe di fine Ottocento. In comune hanno una sola cosa: sono tutte opere commemorative e devozionali, testimoni di quel filo diretto che, a distanza di quasi ottocento anni dalla morte di Antonio, lega ancora il Santo ai suoi devoti.
Quella esposta nella Sala dello Studio teologico, comunque, è solo una minima parte della collezione che i venti soci del Circolo numismatico di Camposampiero hanno raccolto a partire dal ’95, quando cioè l’associazione venne fondata sulla scia del volume Cenni di storia postale di Camposampiero, edito dal Lions club.
Muoviamo i primi passi tra i pannelli disposti «a pettine» nell’ex refettorio della Basilica padovana. A darci il benvenuto sono i più antichi francobolli dedicati a sant’Antonio: si tratta di una serie emessa dal Portogallo nel 1895, in occasione del settimo centenario dalla nascita del frate. Stessa data, diversa tipologia filatelica per i cosiddetti «interi postali» italiani – tre serie in tre colori – che sdoganarono la figura del Santo pure su cartolina. Da metà sala l’esposizione è tutta un fiorire di santini, veri e propri mezzi di comunicazione di massa che sant’Ignazio definì «la Bibbia dei poveri». I più preziosi sono i cosiddetti canivet: «Opere vecchie anche di trecento anni, intagliate a mano con un coltellino da cui prendono il nome», spiega Claudio Zoccarato, presidente del Circolo camposampierese. Alto artigianato a parte, sono molte le tecniche sfruttate in passato per rappresentare frate Antonio sulla carta. Dalle incisioni a bulino di metà Seicento la mostra si snoda fino alle xilografie popolari del XIX secolo. Tra gli inediti che il Circolo filatelico di Camposampiero espone per la prima volta in Basilica, spicca una vivace cromolitografia francese dei primi del ’900. «Un santino acquistato on line che rappresenta l’annuncio della morte di sant’Antonio da parte dei ragazzi di Padova. Tema rarissimo che non avevo mai incontrato in oltre vent’anni di collezionismo», assicura il presidente del Circolo.
Cartoline e monete per non dimenticare
Giunti in fondo alla Sala non ci resta che fare dietrofront e risalirla. Alla nostra destra, un’ampia sezione di cartoline appese ai pannelli ci accompagna verso l’uscita. Sembra incredibile quante declinazioni iconografiche possano esistere per un unico soggetto. La Basilica d’estate, la Basilica d’inverno, il sagrato della chiesa visto da destra e da sinistra. «Uno dei pezzi più curiosi è la cartolina che raffigura il Santo in occasione del convegno della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) del 1935. A firmare la missiva indirizzata ai suoi genitori fu Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI, all’epoca responsabile della Federazione».
Esplorata la parete ovest della Sala, non ci resta che puntare a est. Laggiù gli espositori a forma di cubo invitano ad abbassare lo sguardo, quasi in segno di riverenza alla cinquantina di medaglie che raffigurano sant’Antonio e il suo mondo. «Di tutte le dimensioni e provenienze: alcune arrivano da Spagna, Belgio, Argentina, Austria e Portogallo – spiega Oscar Tessarollo, segretario del Circolo di Camposampiero –. Altre hanno origini padovane, come quella del 1946 che ritrae sant’Antonio dottore evangelico.
Le più antiche riportano la data 1895 e sono state coniate in occasione del settimo centenario dalla nascita del Santo, mentre le più recenti risalgono all’ostensione delle sue spoglie, nel 2010», aggiunge l’appassionato di numismatica accarezzando un grosso raccoglitore ad anelli dove, mostre permettendo, di solito tiene catalogati i suoi «gioielli». Categoria alquanto strana quella dei collezionisti: tanto avida di pezzi unici, quanto generosa se si tratta di doppioni. In questo non fanno eccezione neppure i soci del Circolo camposampierese – sempre a caccia di oggetti rari nei mercatini dell’antiquariato e nei siti d’aste on line – cui capita spesso di scambiarsi pezzi di filatelia e numismatica, come fossero figurine di calciatori. La loro vicinanza ai Santuari antoniani, però, ha fatto sì che si «specializzassero» in tutt’altra materia. «Sant’Antonio rappresenta uno strumento per mantenere il legame con la tradizione – spiega Claudio Zoccarato –. Attraverso di lui noi soci abbiamo la possibilità di sperimentare la gioia della condivisione. La Mostra di collezionismo antoniano, infatti, porta la firma di tutto il Circolo; è un prodotto compartecipato». Stando ai risultati delle scorse edizioni, questa formula funziona. Nel 2010, quando una Mostra analoga esordì in Basilica, i visitatori giunsero a centinaia da ogni dove. «Erano esperti di filatelia, ma anche persone digiune in materia, scolaresche, famiglie e anziani che, dalle immagini esposte, ripescarono più di un ricordo di gioventù», continua Zoccarato.
L’appuntamento con il Santo «da collezione», insomma, sembra mettere d’accordo proprio tutti, in quanto sa unire devozione, cultura e intrattenimento. Forse proprio per questo il Circolo di Camposampiero ormai è diventato quasi un centralino… «Ci chiamano da tutta Italia a esporre i nostri pezzi», conferma il presidente. Ma per organizzare una mostra serve tempo; una risorsa che a molti soci – professionisti o impiegati ancora in attività – purtroppo manca.
Così intanto l’associazione si accontenta di fare un passo alla volta: «L’anno prossimo organizzeremo una mostra di collezionismo antoniano a Zugliano, in provincia di Vicenza». Come dice il proverbio «Chi va piano arriva sano e lontano».
Giugno antoniano
La Mostra di collezionismo è solo una delle iniziative che si collocano nell’ambito del Giugno antoniano 2013. Tra gli appuntamenti più importanti a Padova:
- la presentazione del libro Parole e segni potenti (EMP), (7 giugno, ore 21 presso la Scuola della Carità),
- la Sacra rappresentazione della morte di sant’Antonio (12 giugno, ore 20.30 con Corteo del Transito dal Santuario dell’Arcella fino alla Basilica del Santo)
- e la proiezione di tre pellicole: il documentario diretto da Ermanno Olmi 700 anni fa, (13 giugno, ore 21 al Centro Culturale Altinate), i film Antonio guerriero di Dio (20 giugno, ore 21, alla Scuola della Carità) e La lingua del Santo (27 giugno, alle 21 presso i Giardini dell’Arena).
In programma anche il concerto Verbum Domini, a cura dell’Associazione corale «I cantori di Santomio» (14 giugno, ore 21, nella chiesa di San Francesco) e Ascoltami, concerto di Annalisa Minetti (21 giugno, ore 21, sul Sagrato della Basilica del Santo). Per tutto il mese sono previste visite guidate gratuite in Basilica.
Info: tel. 049 8719255