Quattro ruote di fortuna. Sayonara Mr Joe
Uomo d'affari, promotore di iniziative benefiche, sostenitore di attività sportive, marito esemplare e padre generoso. È Corrado Manfredi, il re della Toyota a New York.
New York
«Se qualcuno ti porta all'oceano e ti butta dentro, tu farai una delle due cose: o impari a nuotare o affoghi». Questa è una delle massime preferite di Corrado «Joe» Manfredi, proprietario della Safe Toyota di Brooklyn e di Staten Island, due enormi negozi siti nelle due aree della zona metropolitana di New York.
Manfredi, infatti, è «rimasto a galla» tutta la vita, collezionando successi grazie alla sua tenacia, determinazione, intelligenza, e a tanta voglia di lavorare. Ora è impegnato più che mai ad essere al servizio della famiglia, della comunità e dei suoi connazionali, insegnando loro i grandi valori della vita, che lui stesso ha appreso dai genitori e dagli amici.
Un pugliese tenace
Manfredi è giunto a Brooklyn da Mola di Bari, suo paese natale, nel 1952, all'età di 14 anni, e si è dato subito da fare lavorando come meccanico. Sapeva benissimo che il successo avrebbe richiesto tanti sacrifici. Mentre era studente alla high school impegnava il suo tempo lavorando e studiando. La sua giornata cominciava alle 6 di mattina e terminava oltre la mezzanotte. Di giorno frequentava la Automotive High School di Brooklyn; dopo la scuola faceva il rappresentante di macchine presso un negozio vicino, e di sera riparava trasmissioni automatiche: un lavoro che pochissimi conoscevano a quel tempo.
La sua tenacia lo ha ricompensato bene. Dopo solo sette settimane dalla fine della scuola, Manfredi ha acquistato lo stesso negozio dove aveva lavorato da ragazzo, la Safe Rambler Motors. Più tardi Manfredi chiamò il suo nuovo negozio State Toyota, e diventò il rappresentante più conosciuto di questa macchina a New York. Attualmente Manfredi è proprietario di ben sette grandi centri nella zona metropolitana.
«Un giorno un tale venne dalla California e mi mostrò una Toyota», ricorda compiaciuto Manfredi. «Mi piacque talmente che ho comprato la compagnia». Per i primi anni il mercato era molto lento - si vendevano solo una o due Toyota al mese. Alla fine degli anni Sessanta si iniziò a venderne tre o quattro al mese, e col passare del tempo il mercato migliorò sempre di più. Il mese scorso la Safe Toyota di Brooklyn ha ricevuto il Toyota President's Award, cioè il premio conferito alla compagnia che eccelleva su tutti gli aspetti del suo prodotto: dalla fabbricazione della macchina, alla sua efficienza, alla presenza, alla pubblicità , al numero di macchine vendute.
Sponsor dei giovani
Dal momento che Manfredi ha iniziato la sua carriera come proprietario di automobili, ha mantenuto e rafforzato il suo coinvolgimento nella comunità . Recentemente ha dato 10.000 dollari per un programma sull'educazione tecnica della Toyota, che è stato il primo programma di tal genere creato in una scuola superiore.
«Corrado Manfredi si è diplomato nella nostra scuola nel 1957, e da allora è sempre stato un grande collaboratore» - dice Steven Gilbert, preside della scuola. «Per noi Manfredi è un eroe, e speriamo che altri seguano il suo esempio». Oltre ad aiutare la scuola, Manfredi ha patrocinato varie attività fino a quando ha stabilito con altri la Federazione italo-americana di Brooklyn nel 1962. Il suo scopo è stato sempre quello di aiutare gli emigrati italiani a capire il sistema americano per inserirsi bene e diventare buoni e responsabili cittadini. «Quando venni io dall'Italia non c'era nessuno che a introdurmi in questo sistema» confessa Manfredi. «Ho imparato a mie spese, e ora voglio essere di aiuto a coloro che emigrano dall'Italia negli Stati Uniti».
Lo scopo primario della federazione è di aiutare i giovani ad abbandonare la strada e le cattive compagnie, apprendere la lingua inglese, e prepararsi per un lavoro decente. Una maniera eccellente, secondo Manfredi, per mantenere i giovani sani e senza vizi, è quella di occuparli nel gioco del pallone, programmando partite regionali e nazionali.
In qualità di presidente dell'associazione di calcio italoamericana, e come membro del comitato direttivo della federazione calcistica degli Stati Uniti, Manfredi investe tanto tempo, energia, talento e denaro sia con i giovani che con allenatori e promotori. Manfredi abbina calcio e lavoro. Vuole che i giovani studino per diventare qualcuno nel mondo del lavoro: manager, professionisti, gente specializzata. Per questo ha istituito la Manfredi Foundation per aiutare i giovani a realizzare i loro sogni. «Abbiamo bisogno di giovani leader, e questi debbono sapere che avranno successo solo se lavorano sodo. E loro un giorno daranno alla comunità i benefici che ora la comunità dà loro», spiega Manfredi.
Un altro importante interesse per Manfredi è la sua città natale, Mola di Bari. Nel suo studio di Brooklyn e anche a Staten Island, Manfredi colleziona una magnifica sezione fotografica sui suoi concittadini. Le foto mostrano il viaggio, la partenza e l'arrivo degli emigranti molesi; le loro abitazioni a New York, il lavoro, l'associazionismo, le cerimonie religiose, la cultura, il tempo libero, e soprattutto le foto-ricordo di famiglia. Quando, la scorsa primavera, Manfredi ha rivisto il suo paese, che conta una popolazione di 25.000 abitanti, e ha saputo che avevano bisogno di ambulanze, appena ritornato a Brooklyn ne ha fatte mandare subito due. Medici e pazienti lo hanno ringraziato di cuore. «È una persona molto generosa» - ammette Bill Comisso - vicedirettore della Toyota Motors Distributors di New York - . E questo lo rende non solo una persona migliore negli affari, ma anche e soprattutto più stimato e amato dalla gente».
I figli, «piezz'e core»
Corrado Manfredi è stato festeggiato tantissime volte da numerosi club, sodalizi e associazioni, nonché da chiese, gruppi etnici diversi, e club professionali della zona metropolitana. L'ultimo festeggiamento è avvenuto recentemente al ristorante Cotillon Terrace di Brooklyn, dove sono accorsi più di 500 invitati, per lo più siciliani, calabresi e pugliesi. Assieme al padre Corrado hanno festeggiato il figlio Nicola.
Rivolgendosi ai presenti, Manfredi ha raccontato loro qualcosa della sua storia personale. Ha detto che venendo a New York dalla Puglia, che amava, andò a stabilirsi a Brooklyn, dove trovò praticamente un deserto. Non esisteva ancora il più grande agglomerato italiano fuori della Penisola, dal momento che non era ancora cominciato il grande flusso migratorio del secondo dopoguerra.
I primi tempi furono difficili, ma con tanta fede nella Madonna Addolorata, la patrona del suo paese, sagacia e audacia personale, la presenza di un'ottima famiglia e il rispetto di tanti amici, è diventato quello che è oggi. Corrado è molto fiero di sua moglie Ester e delle quattro figlie sposate: Isabella Dell'Occhio, Antonietta Barcia, Anna Quadara e Giovanna Cina.
«La nostra vita ha bisogno di tre cose - ha confidato Manfredi - : felicità , benedizioni e buona fortuna». Tra queste benedizioni vi è il figlio Nicola, di cui Manfredi è orgoglioso perché sta seguendo le sue orme. «Non vi è nulla di più bello di vedere che un nostro figlio segue il nostro esempio e si spinge perfino oltre il traguardo raggiunto dal padre», ha aggiunto Manfredi, visibilmente commosso.
Nicola, che all'orgoglio di famiglia unisce solerzia ed efficienza, nel ringraziare il comitato che lo ha onorato, ha dichiarato di essere grato al padre per avergli insegnato a lavorare 24 ore al giorno, senza stancarsi mai, anche se ormai l'impero delle «quattro ruote» è stato costruito e sta bene. Inoltre ha aggiunto di essere grato al nonno, che ha iniziato tale attività e ha ispirato suo padre a continuarla. Oltre a un bellissimo orologio regalato a Nicola, il comitato ha offerto omaggi floreali a Ester.