Attilio e Carmela, «anime» dei Cenacoli

Dopo aver conosciuto la mistica Natuzza Evolo, Attilio Carbone e Carmela Demaio sono diventati instancabili testimoni del Vangelo.
21 Maggio 2012 | di

Nata nel 1924 a Paravati, un piccolo centro calabrese in provincia di Vibo Valentia, Natuzza Evolo è diventata negli anni, senza volerlo, una grande mistica cattolica dei nostri tempi; una donna di grande fascino, paragonabile ad altre figure eccezionali: una su tutte, quella di san Pio da Pietrelcina. Come padre Pio, anche Natuzza ha condiviso le iniziali difficoltà e incomprensioni con la società civile, contrapposte a un immenso affetto popolare dovuto anche a tutta una serie di eventi, spesso inspiegabili, che hanno coinvolto la sua persona. L’infanzia di Natuzza è segnata dall’assenza del padre, dalle offese subite dalla madre, dalla povertà estrema. Già nel giorno della prima comunione, si registrano segni particolari che la rendono nota come «Natuzza degli spiriti». Dopo una dolorosa parentesi in manicomio, Natuzza inizia una vita apparentemente normale accanto al marito, mentre migliaia di persone provenienti da tutto il mondo le rendono visita ogni giorno per trovare conforto nella sua umile sapienza, nella calma soave del suo sguardo, in quella forza spirituale che hanno solamente pochissime persone al mondo.
 
Insieme per Maria
Nel 1986 Natuzza fonda i «Cenacoli Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime», poi approvati dalla Chiesa, che si diffondono ben presto in molti Paesi del mondo come Australia, Messico, Cina, Africa, Belgio, Italia, Canada, e Stati Uniti.
I circoli, che attualmente sono trecento, sono coordinati, nel Nord America, da Josephine Carbone. È stata lei a dare impulso a decine di cenacoli attivissimi, creando un collegamento tra gli oriundi italiani desiderosi di aderire al diffondersi del culto mariano. Ed è grazie alla sua guida che Attilio Carbone e Carmela Demaio, che abbiamo incontrato di recente e dei quali raccontiamo la vicenda in queste pagine, sono diventati membri entusiasti e zelanti di tali cenacoli.
Attilio e Carmela hanno incontrato Natuzza alcune volte prima che la donna morisse, nel 2009, ricevendo da lei benedizioni, suggerimenti e segni concreti. Durante l’ultimo dinner dance tenutosi nel salone parrocchiale della chiesa di Santa Caterina da Siena di Franklyn Square, a Long Island, dopo una solenne Messa celebrata in italiano alla presenza del vescovo e di numerosi  sacerdoti e diaconi, Attilio e Carmela sono stati ringraziati pubblicamente, davanti a cinquecento invitati, per il loro impegno spirituale a servizio della Chiesa, degli italiani e dei Cenacoli di preghiera.
 
Attilio Carbone
Nato a Cosoleto (RC), il 6 febbraio 1939, ottavo figlio di Francesca Spanò e Rocco Carbone, nel 1966 Attilio ha sposato Francesca Adamo, da cui ha avuto tre figli, Franco, Nunzio e Rocco, che gli hanno dato tre nipotini, Dante, Francesco e JonCarlo.
Arrivato in America l’8 maggio 1956, Attilio si è diplomato in Business administration presso il New York Banking Institute. Assieme alla sorella Pina, nel 1958, ad Atlantic City, nel New Jersey, ha fondato la «Nuova Italia» ricoprendo la carica di segretario di corrispondenza, per diventare, poi, nel 1967 socio fondatore della «Cellini» di New Hyde Park.
Dopo alcuni anni spesi al servizio delle forze armate americane, da cui si è congedato con onore ricevendo una medaglia al valore militare, Attilio è diventato collaboratore, per il New Jersey, del quotidiano «Il Progresso Italo-Americano», e conduttore di programmi religiosi e culturali su diverse stazioni radiofoniche di lingua italiana, come WRHU della Hofstra University, la WBAU della Adelphi University, la ICN di New York, la WTHE di Mineola a Long Island, e la WNJH del New Jersey. Nel 1992 è stato co-fondatore di Radio Maria a New York. In tutti i suoi programmi radiofonici, Attilio si è sempre impegnato a diffondere la lingua e la cultura italiane.
Con la sua qualifica di ragioniere, Attilio ha svolto diverse altre attività. Nel ricevere il riconoscimento di «Uomo dell’Anno», Attilio si è augurato che tutti possano godere del messaggio di fede, speranza e amore che Natuzza ha instillato in lui e nella sua famiglia, in attesa che le istituzioni ecclesiastiche concludano il loro percorso di valutazione, e riconoscano il valore di «mamma Natuzza».
 
Carmela Demaio
«Non posso non ricordare l’emozione immensa provata alla notizia della morte di Natuzza, nel 2009. Rimasi profondamente scossa come se fosse venuta a mancare una persona cara della mia famiglia – ha rammentato Carmela Demaio ricevendo dal Comitato direttivo dei Cenacoli l’attestato di “Donna dell’Anno” –. Voglio ricordarla come donna, sposa, madre, credente umile e semplice, innamorata del Signore, della gente e dei peccatori – ha aggiunto Carmela –. È stata una donna la cui presenza, umile e incisiva, ha reso meno amara la vita di chi l’ha conosciuta, e ha colorato di speranza il futuro e i sogni di tutti i calabresi residenti all’estero».
Nata a Bagnara Calabra (RC), Carmela, prima di otto figli (una sorella e sei fratelli), ha portato sin da piccola tutto il peso della famiglia poiché i suoi genitori erano occupati, dalla mattina alla sera, nella gestione di due negozi. Nel gennaio del 1963 si è fidanzata con Francesco, il quale, due mesi dopo, lasciava il paese per emigrare negli Stati Uniti. Dopo tre anni, a Bagnara, Carmela sposava Francesco da cui avrebbe avuto quattro figli: Maria Rosa, Maria Carmela, Vincenzo e Frankie; e poi quattro nipotini: Stefania, Eric Antonio, Christa e Madison Bella.
Inizialmente a Brooklyn, e successivamente a Elmont (Long Island), Carmela è sempre stata impegnata a tenere compatta la comunità italiana sia nelle attività sociali che religiose. Nel 2000 ha avviato, nella chiesa di San Vincenzo De Paoli di Elmont, il Cenacolo di preghiera fondato da Natuzza Evolo, dove un centinaio di persone si raccolgono per il Santo Rosario, e molte altre frequentano la Messa in italiano, la domenica mattina.
Carmela guida la comunità nel gruppo canoro, nel servizio eucaristico, nelle giornate di preghiera e nei numerosi pellegrinaggi ai santuari della Madonna dell’Isola di Long Island, di San Giuda a Baltimora, della Madonna di Lourdes nel Connecticut, e di San Gerardo nel New Jersey.

«La parola Cenacolo – osserva Carmela – ci riporta ai primi tempi della Chiesa, ai dodici discepoli di Gesù, tutti diversi, tutti fragili, tutti però profondamente protesi verso la ricerca di una Persona che, a sua volta, li aveva già guardati, chiamati, amati. Loro, i dodici, erano concordi nella carità, nella fraternità e nella preghiera. Sotto questo punto di vista è consolante sapere che anche qui a Long Island ci troviamo in un Cenacolo».
Secondo Carmela il compito principale del Cenacolo è quello di spezzare il pane della Parola, attingendo a Gesù e offrendo a Lui la nostra anima attraverso la preghiera e la sofferenza.
«Un compito importante del Cenacolo – conclude Carmela – resta quello di assistere coloro che soffrono. La sofferenza è la via spesso obbligata verso la salvezza e la santità, come predicava sovente Natuzza».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017