Stati Uniti. Antonio, diacono permanente
Dal 1998 il diacono Antonio Cassaneto si occupa della formazione spirituale, teologica, e pastorale dei diaconi permanenti dell’arcidiocesi di New York. Ha due dottorati, uno in filosofia dalla Università di Fordham del Bronx e uno in amministrazione dalla Università di Fort Lauderdale in Florida, oltre a molteplici esperienze professionali in varie scuole. Cassaneto, oltre ad animare incontri con le famiglie e nelle parrocchie, è sovente chiamato per conferenze, ritiri e corsi di studio a servizio dell’evangelizzazione. La sua missione è svolta con la semplicità e l’immediatezza del discorso parlato che rivela il teologo specialista, ma anche l’eccellente pastore. La formazione diaconale a lui affidata dura quattro anni (per complessive 1.500 ore) ed è strutturata in due incontri settimanali, in varie parrocchie dell’arcidiocesi. Vi si studia Sacra Scrittura, teologia morale, sacramentale e pastorale, liturgia, patristica, omiletica e diritto canonico.
In uno dei corsi egli insegna la storia del diaconato nella chiesa cattolica, ricordando come furono nominati i primi diaconi, sette uomini davvero straordinari che Cassaneto addita a modello a quanti vogliono seguirne le orme. In particolare egli si sofferma sulle figure di Stefano (esempio di coraggio nel rendere testimonianza a Cristo) e Filippo (infaticabile ed entusiasta nel predicare il Vangelo).
Nel percorso formativo dei diaconi, inoltre, Cassaneto raccomanda attenzione alla liturgia, e all’accompagnamento delle famiglie. «Le nostre liturgie devono essere più profonde – sostiene –; il contenuto della nostra fede deve essere insegnato in modo che i fedeli possano esplorare il mistero della salvezza. E il luogo fondamentale in cui vengono trasmessi la fede e l’amore è la famiglia».
Oltre a essere direttore del diaconato dell’arcidiocesi, Cassaneto presta servizio pastorale in tante parrocchie. A chi gli chiede come vorrebbe caratterizzare la missione pastorale del diacono, risponde: «Illuminante in tal senso è la parabola del buon samaritano. Nostro Signore disse che per essere perfetti dobbiamo amare Dio e amare il prossimo come noi stessi; e quando il dottore della legge gli chiese: “Chi è il mio prossimo?”, il Signore raccontò la storia del buon samaritano. In essa viene sottolineato un aspetto molto importante del ministero del diacono: essere particolarmente sensibili verso i bisognosi, gli emarginati, i malati, e anche verso quanti sono spiritualmente poveri. Il nostro è un ministero di servizio: dobbiamo sempre avere attenzione alle necessità degli ultimi, per capire in che modo possiamo essere loro d’aiuto. Noi serviamo la gente in proporzione al nostro servizio al Signore».
Cassaneto si sente privilegiato d’essere stato scelto da Dio per questo servizio e cerca di comunicare la sua gioia a tutti i diaconi che lo contattano, ai quali raccomanda: «Dobbiamo guardare con un occhio ai bisogni della gente e con l’altro al Signore Gesù che serviamo: due aspetti del nostro ministero che ci rendono discepoli effettivi come Stefano e Filippo».