Una rete per i comunicatori
FRIBURGO
C";è un futuro per i mass media di lingua italiana in Europa? Quale ruolo avranno i suoi operatori? E in che modo la loro presenza può contribuire a delineare e a raccontare la fisionomia sempre più multiculturale e pluridentitaria dell";Europa contemporanea? Negli ultimi tempi, questi interrogativi si sono fatti di sempre più stringente attualità . Tanto che se n";è parlato di recente anche a Friburgo, città della Brisgovia, nel land tedesco del Baden-Wà¼rttemberg, nel corso del convegno «I media italici in Europa come veicolo d";integrazione culturale», organizzato da Media Press con il sostegno di DaimlerChrysler Italia e BFA Global Advisors, e il patrocinio del Ministero per gli Italiani nel mondo, del Comune e del Consolato d";Italia di Friburgo, dell";Ordine Nazionale dei Giornalisti italiani, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, di Media Club Germania, Club Media France, ASIGB, dell";Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, Comites di Friburgo, Regione Liguria e Cassa Edile Artigiana Veneta. L";assise, la cui realizzazione va ascritta anche all";opera meritoria di Ilaria Canali, è maturata sullo sfondo del cinquantenario della firma degli accordi italo-tedeschi per il reclutamento di manodopera italiana.
Se la presenza dei giornali di lingua italiana all";estero fa data almeno dalla fine del Settecento, soprattutto in Sud America e in Francia, una sua caratteristica peculiare è stata il bilinguismo: cioè l";uso dell";italiano e della lingua del Paese di diffusione della stampa d";emigrazione. Tuttavia l";Italia resta il Paese in cui si editano più mass media per gli italiani nel mondo. L";esempio classico è quello della nostra rivista: 60 mila copie mensili distribuite, su abbonamento, in più di 144 Paesi del mondo, e che realizza anche il settimanale radiofonico Incontri , che ha un ampio bacino di ascoltatori: quasi 5 milioni sommando lo share raccolto dalle oltre 40 emittenti radio che mandano in onda il nostro programma in tutto il mondo.
Attualmente in Europa si contano oltre 280 testate di lingua italiana o bilingui, che impiegano oltre 2.500 persone tra dipendenti e collaboratori, con un fatturato annuo medio di quasi 200 mila euro (fonte: Molte Italie nel Mondo-Media Press).
Tra le ultime nate, ricordiamo Passaparola: un mensile che Paola Cairo e Maria Grazia Galati hanno fondato in Lussemburgo per rispondere alla domanda d";informazione degli italiani che continuano ad arrivare tutt";oggi nel Granducato per studio o per lavoro.
Vecchi problemi e nuovi scenari
Di fronte ad una presenza così ramificata e parcellizzata, le difficoltà appaiono tutt";altro che trascurabili, anzi. Il Cahier des doleances è lungo. Va notato innanzitutto che l";editoria soffre gli effetti di una crisi strutturale quasi generalizzata che sta investendo il settore a livello internazionale, anche in conseguenza della protratta congiuntura economica negativa. A rischiare di più sono le testate e le radio di modeste dimensioni che operano spesso in regime di semi-volontariato. Wolfango Bucci, storico direttore della londinese Radio Spectrum "; che trasmette il programma Radio Londra , l";unico in italiano diffuso in tutta l";Inghilterra "; lamenta «le annose promesse di finanziamenti pubblici per la stampa all";estero, puntualmente elusi o distribuiti a macchia di leopardo o con criteri clientelari. Peraltro "; osserva Bucci "; si potrebbero utilizzare gli stessi giornalisti italiani che risiedono all";estero, anche a fronte di un forte ridimensionamento degli uffici di corrispondenza di grandi testate e agenzie d";informazione italiane in Europa».
Per contro, Paolo Zinni, amministratore delegato di BFA Global Advisors, ritiene che attualmente ci sia una forte domanda del mercato Italy-oriented. Gli investitori puntano su un";editoria che tratti dell";Italia com";è percepita all";estero: per la cultura, la moda, la cucina, lo sport, insomma per l";italian way of life . Più difficilmente gli inserzionisti pubblicitari sceglieranno testate settoriali o nostalgiche. In questo quadro, maggiori possibilità di successo possono essere colte da quegli editori multimediali che sanno rivolgersi ad un mercato potenziale stimato oggi in 230 milioni di italofili (ma il mondo «italico» toccherebbe complessivamente la quota di 350 milioni di persone!).
Un avallo in tal senso viene da uno dei colossi dell";editoria italiana, il Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera. «L";obiettivo ancora più esteso "; ammette Micaela Rambelli , della Direzione Marketing "; è quello di rendere i quotidiani italiani uno strumento di conoscenza della lingua, della cultura, della storia del nostro Paese all";estero, favorendo così la diffusione di un";immagine più vicina possibile all";Italia di oggi, e promuovendo i valori dell";Unione Europea tra i giovani»
Sul versante del servizio pubblico, Rai News 24 "; che associa Tv, Satellite, Web e Telefonia, con un canale d";informazione multimediale all news "; ha un";attenzione specifica per gli italiani in Europa e nel mondo che, come anticipa Giovanni Celsi , dirigente Marketing, si concretizzerà in un nuovo approfondimento settimanale in collaborazione con News Italia Press.
Buone notizie arrivano anche da Sergio Sgambato , responsabile dell";Area comunicazione e prodotti informativi di Assocamerestero. È nutrita, infatti, la schiera di pubblicazioni cartacee e on line che «forniscono un";informazione in campo economico, letta in chiave italiana e locale, usando il linguaggio e le priorità degli operatori economici anche in virtù della propria base imprenditoriale, sia in Italia che d";origine italiana all";estero».
Ma cosa ne pensano i soggetti interessati, cioè i comunicatori di lingua italiana che spesso sono bilingui o trilingui, e che dell";Italia devono parlare ai cittadini del Paese in cui vivono cercando di dribblare luoghi comuni e stereotipi?
Da «Globus et Locus» alla «Eurogeneration»
Sulla scorta della sua esperienza in Germania, Rosetta Reina, giornalista Tv della SWR di Mainz, osserva che oggi gli italiani in Germania non fanno più notizia, salvo che non si parli di mafia o delle vicende giudiziarie del premier Berlusconi. Interessa piuttosto quell";Italia che appartiene all";immaginario collettivo tedesco: moda, cultura, musica, letteratura. «Per me "; puntualizza Reina "; sarebbe importante stabilire contatti con i colleghi italiani». Per questo Piero Bassetti, presidente di Globus et Locus ritiene che sia giunto il momento di «creare tra gli italici una maggiore consapevolezza di appartenere a quel popolo di tipo nuovo che si affermerà nella storia del mondo con l";avanzare della glocalizzazione. Perciò si deve parlare dell";Italia agli europei, e l";Italia stessa deve essere oggetto, e non soggetto, della comunicazione. Inoltre, il sistema mediatico italico dovrà prendere in considerazione il plurilinguismo».
Operazione non facile ancorché auspicabile. «Nel caso della Francia "; rileva Paolo Alberto Valenti , presidente del Club Media France, è arduo innestarsi, come italiani, nel mondo giornalistico transalpino. Qui bisogna far valere la seduzione che l";Italia esercita da sempre sui francesi. Oggi si avverte il bisogno di riempire di significati l";Europa e le sue istituzioni, e di costruire un giornalismo europeo che sia la somma delle diverse culture».
Gli fa eco Patrizio Barbera , caporedattore del Corriere della Costa Azzurra: «l";Italia e la nostra cultura interessano. Abbiamo tutti un enorme potenziale di lettori, non solo italiani. È un capitale che dobbiamo far fruttare, offrendo buoni giornali!».
Che gli italofili all";estero siano uno zoccolo duro lo conferma anche l";esperienza del mensile Adesso, diretto da Rossella Dimola . Stampato in lingua italiana per il pubblico tedesco (37 mila copie nel 2004, distribuite in Germania): firme autorevoli, un target medio-alto di lettori che amano l";Italia. Una rivista dotata di Cd audio, con esercizi e didattica così da essere uno strumento multimediale per imparare o migliorare la lingua e la cultura italiana.
Una sorpresa viene da Mosca dove la programmazione italiana di The Voice of Russia ha una seguitissima schiera di ascoltatori come conferma il suo caporedattore, Alexander Prokhorov . Da sempre la Russia guarda con interesse all";Italia per il suo incommensurabile patrimonio artistico e culturale. Come l";Italia, anche la Russia ha tanti connazionali sparsi nel mondo e all";Italia guarda proprio come modello per la gestione di questi contatti e la creazione di una rete che abbracci economia, politica e cultura.
A Paola Fabbri Lipsch, consigliere di Media Club Germania, «da giornalista italiana all";estero, piacerebbe parlare di mobilità , di cittadinanza europea in divenire, più che di un";italianità tout-court». Ricordando il lavoro fatto in questi anni dal direttore del Corriere d";Italia, Mauro Montanari, con l";Ordine Nazionale dei Giornalisti, la FNSI e la FUSIE, Fabbri Lipsch ribadisce che: «il giornalismo italiano all";estero deve stare dentro al giornalismo italiano». Quel che si vorrebbe sono investimenti in termini di idee, contenuti e soldi. «Il giornalismo d";emigrazione è cambiato. Siamo in una fase di transizione "; conclude ";. Il voto all";estero, il dissolversi dei confini nazionali, il multiculturalismo, la cittadinanza plurima sono fenomeni che gli stessi giornalisti vivono oggi per primi sulla loro pelle di cittadini». Anche perché il quadro è mutato: «Dobbiamo affrontare quotidianamente il disagio di giovani che spesso hanno a che fare con disoccupazione e tossicodipendenza "; afferma Sagida Syed, direttore del settimanale L";Italiano-Europeo di Londra. Ci chiamano in redazione, ci chiedono informazioni. A fronte di quest";impegno, che non è solo giornalistico, i contributi finanziari che giungono dall";Italia sono briciole, e gli sponsor preferiscono orientarsi sui mass-media inglesi mentre la pubblicità istituzionale non basta».
«Da una parte, l";emigrazione organizzata ha perso mordente e idee; dall";altra, a causa della maggiore integrazione e della diversità d";interessi dei giovani, si sta chiudendo in un vuoto di passione e ideali "; rileva con preoccupazione Santo Salamone, direttore, in Svizzera, del settimanale La Pagina . "; Occorre liberare le ancora enormi potenzialità che l";italianità racchiude».
Chi ci sta provando è il giovane Adriano Farano di Babel Café: un esempio di rivista europea fondata da italiani, in italiano, figlia della cosiddetta «Eurogeneration» di ventenni che viaggiano e parlano più lingue; una rivista «aperta ad un pubblico ampio, ma con l";idea di promuovere la lingua, la cultura e, perché no, anche una certa weltanschauung (visione globale) italica nell";Europa in fieri ».
Informazione circolare per stare sul mercato
Si è sempre in grado di fare comunicazione? Paola Fabbri Lipsch, richiamando l";attenzione di Lorenzo Del Boca, presidente dell";Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani, e di Franco Po a capo del Gruppo di Lavoro dei giornalisti italiani nel mondo, ha una ricetta: «riconoscere l";informazione italiana all";estero come parte integrante dell";informazione italiana attraverso l";introduzione della disciplina del giornalismo d";emigrazione nei programmi universitari e nei corsi di giornalismo; e organizzare stage per giovani giornalisti in collaborazione con i mass media tedeschi».
Quanto alla cosiddetta «informazione di ritorno» in Italia "; cioè quella che dovrebbe parlare della realtà degli italiani all";estero agli italiani in patria, e che oggi, di fatto, è quasi inesistente "; Lorenzo Del Boca sostiene che bisogna liberarsi da questa espressione. È come parlare riduttivamente di giornalisti sportivi che si occupano di hokey. C";è l";informazione e ci sono giornalisti che fanno informazione. E questa si fa in Italia e all";estero.
Franco Siddi , presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sostiene con forza che i giornalisti e le testate italiane all";estero, anche se basate talvolta sul volontariato, restano comunque una risorsa per l";Italia, e fanno un servizio di promozione identitaria e culturale dell";Italia nel mondo. Un";attività che va sostenuta e incoraggiata anche con azioni di formazione e qualificazione professionale, e stage per i diversi operatori.
Renzo Brizzi , presidente di Media Club Germania, ritiene che occorra proporre progetti di comunicazione a soggetti pubblici e privati che fanno informazione. Non ha senso mandare qualche notiziola e basta, alla Rai. «Finora non esiste alcun contenitore mediatico, né in Italia né all";estero, che sia in grado di rispondere ai bisogni delle diverse comunità italiane in Europa».
In questo contesto, l";informazione circolare può rappresentare un salto di qualità rispetto a quella di ritorno. «Se l";informazione degli italici riuscisse a mandare in circolo, e a ricevere, tutte le notizie riguardanti le realtà italiche "; sostiene più pragmaticamente Bassetti "; la comunità globale potrebbe essere in grado di comunicare come una rete capillare. I giornalisti stessi devono fare rete». Ma come? Un";idea viene dal professor Remigio Ratti , presidente di RTSI, la Radio Televisione della Svizzera Italiana. E parte dal modello territoriale puntuale: la Svizzera italiana (4.3% della popolazione elvetica) dispone di una radiotelevisione di servizio pubblico in lingua italiana, diffusa sull";intero territorio nazionale. «Si tratta di stimolare e di creare nuove territorialità , più o meno virtuali, e che possano interagire con le iniziative dei media elvetici».
Un fatto è certo: nel mercato della globalizzazione si vince con la creazione di un sistema tra tutti gli operatori e i gruppi d";interesse, a livello nazionale e all";estero, «facendo riferimento a realtà collegate all";Italia "; sostiene Fabio Bistoncini , fondatore di FB Comunicazione "; affinché si crei una rete che catturi le istanze comuni e che sviluppi una strategia generale».
«Il futuro è nell";informazione on line e nelle alleanze editoriali "; preconizza, infine, Niccolò d";Aquino , inviato della Rcs che da vent";anni segue la storia e l";evoluzione dell";informazione italiana nel mondo ";. Internet ha un numero di contatti quotidiani superiore, per esempio, a quello dei giornali tradizionali. Inoltre l";informazione locale e nazionale possono essere accessibili da qualsiasi parte del mondo con maggiore tempestività rispetto a qualsiasi altro mezzo».