Gran Bretagna. Un sogno a fumetti
«Il posto a tempo indeterminato al ministero degli Esteri? Lasciarlo è stato da incoscienti, ma ho una sola vita e non volevo viverla con il rimpianto di non aver mai provato davvero a perseguire la mia più grande passione: disegnare fumetti a Londra».
Luca Pizzari, 32 anni, di Roma, nel 2009 è stato assunto alla Farnesina, due anni dopo avere partecipato a un concorso pubblico. Non era stato chiamato subito, ma il suo nome figurava in una graduatoria. Nel frattempo si era iscritto a un master di comunicazione nella capitale inglese. «Non ci pensavo più, la lettera che mi invitava a tornare a Roma per iniziare a lavorare fu una vera sorpresa. Ho accettato, seppure a malincuore. Stavo vivendo bene a Londra, sentivo che era il posto giusto dove tentare la carriera da disegnatore, ma non me la sentivo di dire di no a un contratto così ambito. Ho cominciato a concentrare tutti i permessi e le vacanze che avevo a disposizione in modo da poter continuare a frequentare, almeno per brevi periodi, in Inghilterra. Ho anche chiesto, e ottenuto, di passare al part-time, ma non mi bastava, stavo basando la mia esistenza solo su un ragionamento economico. Andavo in ufficio per guadagnare, non perché credevo in ciò che facevo. Non ho retto. Mi sono dovuto licenziare. Non avevo soldi da parte, ma mi sembrava di non avere alternative».
Il suo coraggio e, soprattutto, la sua determinazione sono stati premiati. «Tornato a Londra, ho frequentato tutte le fiere dedicate al mondo dei fumetti portando sempre con me il mio portfolio. Mostravo i miei lavori, prendevo contatti. Per vari mesi non si è mosso nulla, ho sbarcato il lunario disegnando flyer e cover per album indipendenti, finché non ho deciso di investire un po’ di soldi e partecipare a un convegno negli States dove mi era stato detto che la Marvel, la casa di fumetti dell’Uomo ragno, Hulk e tanti altri, avrebbe selezionato qualche nuovo disegnatore». La scommessa è andata a buon fine e oggi Luca tratteggia forme e vignette sia della nuova avventura di Spiderman che del nuovo, attesissimo, comic-book dedicato a un altro leggendario supereroe, Black Knight: «Il mio sogno è diventato realtà. Sono ancora un freelance, lavoro a progetto, ma il mio nome sta cominciando a girare nell’ambiente e ho commissioni per i prossimi sei mesi». Sarà sempre Londra la base? «Non è detto, io lavoro da casa, ma è vero che stare in un ambiente internazionale, dove ci sono colleghi, eventi, mostre e iniziative aiuta a sentirti parte di un movimento e a migliorarti. A Roma questo non accade. Forse un giorno tornerò in Italia, ma per il momento mi divido tra Londra, New York e Rio de Janeiro, città natale di mia moglie. Ho sempre viaggiato molto con la fantasia, ora lo faccio anche nella realtà».