Germania. Note italiane a Berlino
24 Maggio 2016
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«Comporre colonne sonore in Germania? Un tempo mi prendeva l’intera giornata. Non c’erano orari. Del resto ho studiato per fare questo. Da quando sono diventato padre ho imparato a darmi delle tabelle di marcia precise, dalle 9 alle 16 ogni giorno, finché la piccola sta all’asilo. Sono un libero professionista, dovrei essere preoccupato di “portare il pane a casa” e invece il sostegno economico che qui ti offre lo Stato quando diventi genitore mi ha dato una serenità che, paradossalmente, mi ha aiutato a diventare più proficuo». Fabrizio Tentoni, 35, romano, zona Monte Mario, si è trasferito in Germania nel 2006. «Studiavo pianoforte al Conservatorio. Sono venuto a Berlino per un anno di Erasmus. Mi sono trovato così bene che ho deciso di provare a fare domanda come compositore di colonne sonore presso la celebre Scuola di cinema di Babelsberg. Ci sono solo cinque posti l’anno, ma sono stato preso». Il diploma è arrivato nel 2012, «ma già durante l’ultimo anno ho avuto il mio debutto al cinema con il film Little Thirteen, realizzato da un regista proveniente dalla mia stessa scuola». Da allora il suo curriculum si è arricchito di altri progetti sia cinematografici che televisivi e teatrali, tra cui una bella e duratura collaborazione con la Volksbühne di Berlino, uno dei teatri più importanti di tutta la Germania.
«Qui il pubblico – afferma Fabrizio – è molto attento alle novità e per ogni allestimento c’è una cura per i dettagli che, purtroppo, in Italia, è sempre più difficile mantenere viste le poche risorse a disposizione della cultura». In questo campo, l’essere italiano aiuta? «A volte sì. L’Italia ha una grande tradizione musicale, ci si immagina i nostri compositori, ed esecutori, come più sensibili e passionali. Posso essere più facilitato nel farmi ascoltare, ma non per questo ho più possibilità di essere preso. Alla fine nessuno ti assume solo perché hai un passaporto italiano».
Da tre anni Fabrizio è anche papà di Sofia, vivacissima bambina italo-tedesca: «Io le parlo in italiano, ma il suo carattere mi sembra si avvii a essere soprattutto tedesco. E va bene così, alla fine viviamo in Germania. Diventare genitore è qualcosa di enorme, la più grande soddisfazione della mia vita».
Come supporta lo Stato una giovane coppia? «Dalla nascita, io e la mamma possiamo prenderci quattordici mesi totali di congedo parentale. Non più di dodici mesi ciascuno. Siamo noi a decidere come suddividerli. Quando sono andato in paternità, lo Stato mi ha corrisposto un sussidio calcolato sui miei guadagni da freelance dell’anno precedente. Nel frattempo anche per il bambino si riceve un sussidio di circa 190 euro al mese. La Germania fa di tutto per non abbandonare chi mette al mondo dei bambini. E così, l’idea di un secondo non ci spaventa, anzi...».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017