La gioia di stare insieme
Non ha la forma di uno stivale ma è diffusa a macchia d";olio nel vasto territorio metropolitano ed oltre, dalle coste del Pacifico alle pre-pendici delle Montagne Rocciose. Non è la invisibile Little Italy di oltre un secolo fa, gelosamente custodita come un sogno nel cuore dei pionieri insediatisi nel Far West canadese, quando c";era da disboscare la foresta e tutto era ancora da costruire. Non è nemmeno più il caratteristico quartiere cittadino sviluppatosi cinquant";anni dopo: quella Little Italy che tuttora conserva la sua originaria impronta tricolore nei negozi di prodotti alimentari e generi vari, nei caffè e ristoranti dai nomi italiani, nel piccolo mercato rionale, nella bottega del barbiere, nelle boutique di abbigliamento, nelle agenzie di viaggi.
La Piccola Italia di Vancouver è quella delle decine di migliaia di emigrati italiani e di loro discendenti che di questi luoghi hanno fatto la loro casa. Dai primi del secolo scorso ai giorni nostri, perché ancora ne stanno arrivando, sia pure sporadicamente: giovani tecnici e professionisti, con le loro giovanissime famiglie. Quanti esattamente? Le rilevazioni anagrafiche in corso ce lo diranno con esattezza. Insieme hanno contribuito a fare di Vancouver la seconda città al mondo per qualità della vita. Fino all";anno scorso, Vancouver capeggiava la lista, ora è preceduta da Zurigo e seguita a ruota da Vienna.
Ma la Piccola Italia di Vancouver si esprime anche nella composita realtà associazionistica promossa da individui e famiglie con radici regionali o paesane comuni. Elenchiamo qui la realtà del capoluogo. In un secondo momento daremo uno sguardo al territorio britishcolumbiano dove gli insediamenti di italiani sono stati contemporanei o hanno addirittura preceduto quelli cittadini. Com";è dunque conformata l";Italia dell";associazionismo locale? Ad eccezione di Piemonte, Lombardia, Liguria, Marche e Umbria, tutte le altre regioni italiane sono rappresentate da gruppi e associazioni legalmente riconosciuti: dal Veneto alla Calabria, dal Trentino-Alto Adige alla Puglia, dal Friuli-Venezia Giulia all";Emilia Romagna, dalla Toscana al Lazio, e ancora l";Abruzzo, la Basilicata, la Campania, la Sicilia, la Sardegna, il Molise. A proposito di quest";ultimo, va sottolineato uno strano fenomeno: più piccola è la regione d";origine, più frastagliata appare la realtà associativa dei suoi emigrati. Dinamismo o individualismo? Inventività o separatismo? A Vancouver operano la Molisana Society, la Società Civitanovese, la Famiglia Bagnolese Society, il Gruppo Sannitico Molisano Lupi del Matese e gli Amici di Casacalenda del Molise.
Altrettanto composito è il gruppo di provenienza calabrese, con l";Associazione Culturale Calabrese "; la quale ha generato un autonomo Youth Group "; il Cosenza Social Club, il Grimaldi Club e la Mammola S. Nicodemo Cultural Association. Disorientati da tutte queste denominazioni? Niente paura, andiamo pure in Veneto, dove troviamo le associazioni di Bellunesi, Trevisani, Vicentini, di Selva del Montello e "; quale espressione delle stesse proiettata nel futuro "; la Gioventù Veneta, un gruppo di ragazzi e ragazze volonterosi con comprensibili alti e bassi di continuità e impegno. Un simile gruppo giovanile è l";abruzzese Prima, nato qualche anno fa nell";ambito dei due Circoli Abruzzesi ora unificati, la Society e il Ladies Club. Sciolto, non per esaurimento di idealità ma per naturale maturazione dei suoi componenti, il Gruppo giovanile Oggi risalente agli anni Ottanta-Novanta. La sigla Oggi stava per Onda giovane gruppo italiano. I suoi promotori sono felicemente cresciuti e hanno dimostrato di sapersi assumere responsabilità di leadership ai vertici della comunità italiana, oltre che affermarsi come stimati professionisti.
Quello della partecipazione dei giovani è un discorso non facile, ma va affrontato con chiarezza e serenità . Alla immutabilità e allo spirito di conservazione dell";associazionismo tradizionale, con le sue funzioni spesso ripetitive e il suo ruolo talora paternalistico, fanno riscontro la dinamicità , l";inventività e lo spirito di insofferenza tipico dei giovani. Guai se non fosse così. Non si tratta di ribellione o disimpegno, ma di naturale differenziazione di prospettive e di interessi legati allo sviluppo della vita individuale, familiare e professionale. I figli non appartengono a noi ma al futuro (Tagore): noi dobbiamo saper tenere le braccia e le porte aperte per quando decideranno di manifestare "; in questo caso anche all";interno delle istituzioni italiane "; la loro identità mista. Che negli italo-canadesi si amplia nel momento in cui l";Italia è parte essenziale di quell";Europa che si sta dando una sua costituzione. Ci sentiremo allora italo-canadesi o euro-canadesi?
Ritornando al regionalismo italiano, a Vancouver ci sono le Famee Furlane, l";Associazione Giuliano Dalmati, la Trentino-Alto Adige, l";Emilia-Romagna, la Toscani Cultural Society, la Società culturale e sportiva Ciociara, i Lucani nel Mondo dell";associazione Basilicata, la Pugliese Sports & Cultural, il Sicilian Folkloristic Club, il Circolo Sardegna. Un italianissimo gruppo nazionale è costituito dalle tre associazioni d";arma: Alpini, Bersaglieri e Carabinieri. Si definisce semplicemente Italiano il Club Femminile, colonna di sostegno e riserva di volontariato in favore del Centro culturale. Lo stesso discorso vale per il Seniors Over 50 Club (che tuttora richiama gli intraprendenti e vitali ultracinquantenni di...vent";anni fa). Comune interesse per l";organizzazione e la pratica di attività sportive è del gruppo costituito dall";Italian Canadian Sport Federation che coinvolge numerosi giovani e giovanissimi, dall";Italian-Canadian Bocce Club con le sue ambite gare a premi, e dall";Italian Rod & Gun Club. A quest";ultimo aderiscono moltissimi appassionati, il cui scopo non è unicamente quello di cacciare, pescare e vincere trofei, ma anche di dedicarsi all";educazione ecologica per la tutela e la valorizzazione del magnifico ambiente britishcolumbiano. E poi ci sono gli amanti di Bacco, con il loro attivissimo (e numerosissimo) Italian Canadian Winemaker Club: anch";essi si divertono nell";antica arte di fare e assaggiare il vino, espandendo conoscenza e sperimentazione enologica tra i connazionali canadesi.
Che dire poi dei complessi canori? Del Coro Folkloristico Italiano di Vancouver e del Coro Italiano della British Columbia abbiamo parlato in varie occasioni: sono degli autentici gioielli! Con essi vanno menzionati, seppure non costituiti in associazione, anche il giovane Coro folkloristico Trevigiano-Veneto e i suggestivi cori di musica sacra delle parrocchie italiane, nell";ambito delle quali troviamo altre realtà importanti come, ad esempio, i gruppi di giovani e di anziani di Our Lady of Sorrows, le attivissime donne di Sant";Elena e la femminile Monte Carmelo Society di san Francesco d";Assisi.
Da non dimenticare, in conclusione, il Congresso nazionale italocanadese regione del Pacifico e la Cibpa degli imprenditori/trici e professionisti/e italocanadesi. Il boom delle associazioni risale ad un venticinquennio fa, quando è nato il Centro. Più anziana è la benemerita Confratellanza Italo-Canadese, nata nel 1966 dalla fusione di preesistenti associazioni di immigrati italiani. Ma il primato (senza con gli anni avere perduto in vitalità , nonostante la progressiva riduzione del numero dei soci) appartiene all";Italian mutual aid society: la Imas risale agli anni Trenta e ha sede a New Westminster, a sudest dell";area metropolitana. Qui, dove il navigabile Fraser si divide in due diversi percorsi d";acqua, era negli anni 1866-68 la prima capitale della British Columbia.