Canada. Quel bambino che ancora stupisce
21 Novembre 2012
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Anche se luminarie e consumismo sembrano spesso offuscarne il significato più profondo, il periodo natalizio ci consente di rivivere e riflettere, ogni volta con rinnovato stupore, sulla nascita di Gesù. Nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali è tempo di gioia e di festosa celebrazione. È il momento di ritornare, di ritrovarsi, di riscoprire il dono e il segreto della fede in Colui che salva e unisce. È l’occasione, inoltre, per ripetere e tramandare tradizioni antiche, come quella del Presepio, eredità lasciataci in dono dal «Poverello di Dio», Francesco d’Assisi, diffusasi poi in tutto il mondo.
Nelle chiese di Vancouver e dintorni la scena della Natività viene ricreata in vari modi, interpretata spesso con espressioni nuove, che rispecchiano realtà e aspettative dell’uomo di oggi. Alla base, la miscela di razze e di culture, la comune fatica di vivere e di convivere, la speranza e l’attesa di un mondo migliore.
Nell’arcidiocesi di Vancouver – costituita nel lontano 1908 – noi cattolici siamo il 17,5 per cento della popolazione (quasi tre milioni) che vive nell’area di competenza. Nel territorio della British Columbia (quasi quattro milioni e mezzo di abitanti) si trovano la diocesi di Victoria, con giurisdizione su tutta l’isola di Vancouver, e inoltre le diocesi di Nelson, Kamloops, Prince George e Whitehorse, quest’ultima rivolta alla parte nord del territorio e allo Yukon. Esiste, poi, l’estesissima Eparchia di New Westminster (diocesi cattolica ucraina), proclamata nel 1974 da Paolo VI.
In particolare, nella Greater Vancouver, ci sono cinque parrocchie – multietniche e multiculturali come lo è la composita società canadese – nelle quali convergono la maggioranza degli italiani: Our Lady of Sorrows e St. Francis of Assisi nel capoluogo, Holy Cross, St. Helen’s a Burnaby e Holy Spirit in New Westminster. Le primogenite sono Our Lady e Sant’Elena, ambedue nate nel 1912, mentre San Francesco è del 1924, Holy Spirit del 1941 e Holy Cross del 1958. Le date sono indicative sia dei primi che dei successivi insediamenti di nuclei di famiglie italiane nel territorio. La primitiva Little Italy, agli inizi del secolo scorso, era tuttavia nata nel quartiere di Strathcona, con fulcro nella chiesa del Sacro Cuore, edificata nel 1905. Solo in seguito la «Piccola Italia» di Vancouver si spostò verso est, trasferendosi in Commercial Drive e dintorni. Va detto che oggi la presenza italiana è diffusa ovunque, anche se più numerosa in Vancouver East e in Burnaby. Nuclei di italiani, attivi e partecipi, operano inoltre nel cuore della metropoli, soprattutto intorno alla cattedrale Holy Rosary. E ancora a West Vancouver e a North Vancouver, ad Abbotsford e Coquitlam, a Langley e lungo il delta del Fraser, con la cittadina di North Delta e i villaggi di Ladner e Tsawwassen.
In queste chiese, come in molte famiglie cristiane, la scena della Natività è ricreata con amore, fedeltà e fantasia. Anche questo è un modo per confermare la propria fede, un invito alla speranza da consegnare ai giovani.
Nelle chiese di Vancouver e dintorni la scena della Natività viene ricreata in vari modi, interpretata spesso con espressioni nuove, che rispecchiano realtà e aspettative dell’uomo di oggi. Alla base, la miscela di razze e di culture, la comune fatica di vivere e di convivere, la speranza e l’attesa di un mondo migliore.
Nell’arcidiocesi di Vancouver – costituita nel lontano 1908 – noi cattolici siamo il 17,5 per cento della popolazione (quasi tre milioni) che vive nell’area di competenza. Nel territorio della British Columbia (quasi quattro milioni e mezzo di abitanti) si trovano la diocesi di Victoria, con giurisdizione su tutta l’isola di Vancouver, e inoltre le diocesi di Nelson, Kamloops, Prince George e Whitehorse, quest’ultima rivolta alla parte nord del territorio e allo Yukon. Esiste, poi, l’estesissima Eparchia di New Westminster (diocesi cattolica ucraina), proclamata nel 1974 da Paolo VI.
In particolare, nella Greater Vancouver, ci sono cinque parrocchie – multietniche e multiculturali come lo è la composita società canadese – nelle quali convergono la maggioranza degli italiani: Our Lady of Sorrows e St. Francis of Assisi nel capoluogo, Holy Cross, St. Helen’s a Burnaby e Holy Spirit in New Westminster. Le primogenite sono Our Lady e Sant’Elena, ambedue nate nel 1912, mentre San Francesco è del 1924, Holy Spirit del 1941 e Holy Cross del 1958. Le date sono indicative sia dei primi che dei successivi insediamenti di nuclei di famiglie italiane nel territorio. La primitiva Little Italy, agli inizi del secolo scorso, era tuttavia nata nel quartiere di Strathcona, con fulcro nella chiesa del Sacro Cuore, edificata nel 1905. Solo in seguito la «Piccola Italia» di Vancouver si spostò verso est, trasferendosi in Commercial Drive e dintorni. Va detto che oggi la presenza italiana è diffusa ovunque, anche se più numerosa in Vancouver East e in Burnaby. Nuclei di italiani, attivi e partecipi, operano inoltre nel cuore della metropoli, soprattutto intorno alla cattedrale Holy Rosary. E ancora a West Vancouver e a North Vancouver, ad Abbotsford e Coquitlam, a Langley e lungo il delta del Fraser, con la cittadina di North Delta e i villaggi di Ladner e Tsawwassen.
In queste chiese, come in molte famiglie cristiane, la scena della Natività è ricreata con amore, fedeltà e fantasia. Anche questo è un modo per confermare la propria fede, un invito alla speranza da consegnare ai giovani.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017