Canada. La cultura non teme il futuro
Da almeno un decennio il Centro culturale italiano di Vancouver si trova a un bivio. Come già scritto su queste pagine, deve decidere se destinare o meno ulteriori investimenti alla realizzazione di un complesso sportivo, di un piccolo teatro, di un heritage museum e di una scuola professionale di cucina italiana. Qualcosa, comunque, è stato fatto. Il museo è stato realizzato e gli altri obiettivi sono tuttora allo studio: fanno parte di un ampio progetto di sviluppo – in cooperazione con imprese private – proposto e illustrato ai soci dal dottor Mauro Vescera, l’executive director che lavora al Centro da poco più di un anno. Proveniente dalla Simon Fraser University, impegnato come consulente o volontario in istituzioni culturali cittadine, Vescera sta portando una ventata d’aria nuova, anche se ciò sta mettendo alla prova molti tra i pionieri dell’istituzione. Dopo trentotto anni di vita e di crescita, lo slogan «il Centro è nostro e noi siamo il Centro» ha bisogno di ampliarsi a beneficio delle nuove generazioni e della vasta comunità multiculturale. Vescera è un fiero italo-canadese di prima generazione. I suoi venivano da Vieste, nella bella penisola del Gargano. Perfettamente bilingue, di carattere estroverso e generoso, ha una visione al plurale, che coinvolge l’attuale consiglio direttivo e non solo.
«Il nostro progetto – afferma – prevede di trasformare il Centro culturale italiano in Centro culturale comunitario italiano, attraverso la creazione di un’organizzazione culturale, ben inserita nella propria comunità, economicamente sostenibile, punto di convergenza e diffusione della lingua, della cultura e del patrimonio italiano nel tessuto multiculturale di Vancouver. Uno degli obiettivi è quello di rendere la nostra realtà più aperta e disponibile, di diventare una presenza impegnata sul territorio e un costante stimolo di promozione culturale. Una visione che nasce e si alimenta grazie al solido patrimonio del Centro, in grado di creare un luogo dove passato, presente e futuro della comunità italo-canadese si ricompongano all’interno del contesto multiculturale del Canada».
È un compito arduo, che tuttavia rappresenta una grande opportunità. Già nel 2013 sono state avviate collaborazioni con la Vancouver symphony orchestra, la Vancouver city opera, il Vancouver international film festival e – insieme con alcune associazioni – altre attività culturali.
«La sfida prioritaria per il Centro – conclude Vescera – resta quella di avvicinare e coinvolgere le nuove generazioni, cercando di invogliare i giovani italo-canadesi a riscoprire il Centro. Ma il rinnovamento avrà bisogno di tempo e richiederà la partecipazione e l’impegno assoluto da parte di tutti i soci, delle associazioni federate, dell’intero personale, e del Consiglio di amministrazione».