Un cuore tra due emisferi
Forti delle proprie radici umane e cristiane, non hanno dimenticato abitudini, consuetudini e tradizioni religiose portate dalle isole natie e trasmesse alle nuove generazioni.
11 Maggio 2010
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Lipari
Dalle Eolie partirono in tanti alla volta delle Americhe e dell’Australia, fin dalla seconda metà dell’Ottocento. Questo fenomeno migratorio assunse toni più marcati all’inizio del Novecento, e negli anni Cinquanta, subito dopo la Seconda Guerra mondiale. Intere famiglie lasciarono le loro case e le loro isole per trasferirsi, in particolare, nell’emisfero australe. Migliaia di persone, a bordo delle navi, si recarono in Australia e in Nuova Zelanda, dove vivono tutt’oggi più di 30 mila eoliani, compresi figli e nipoti di prima, seconda e terza generazione. Agli antipodi si sono ben integrati nel tessuto sociale australiano, e si sono inseriti in tanti settori della vita pubblica e privata. Diversi isolani hanno ricoperto e ricoprono incarichi di prestigio a livello politico, culturale, religioso, sociale, economico e imprenditoriale: pesca, agricoltura, edilizia, commercio. In tutti questi anni – fatta eccezione per i rapporti epistolari – si erano persi quasi del tutto i contatti tra gli abitanti dell’arcipelago e gli eoliani d’Australia, la cui terra era lontanissima e difficile da raggiungere.
Con l’avvento dei voli aerei intercontinentali, le distanze di tempo per la durata del viaggio (30 giorni di navigazione di una volta contro le 24 ore di volo di oggi), sono state ridotte notevolmente e così sono iniziati i viaggi di ritorno di numerosi isolani verso la terra d’origine e, nel contempo, sono stati organizzati viaggi tra le Eolie e l’Australia a partire dal 1990, al fine di attuare un progetto interculturale caratterizzato da incontri, convegni, proiezioni di documentari, intrattenimenti musicali e allestimenti di mostre fotografiche sulle isole Eolie, e per rafforzare i legami tra le due comunità. A tal proposito, va ricordato il viaggio compiuto negli anni Cinquanta dall’allora vescovo di Lipari, monsignor Bernardino Salvatore Re, prima negli Stati Uniti e poi in Australia. A questo viaggio seguirono, dopo tanti anni, le visite di altri due vescovi: monsignor Salvatore Di Salvo negli anni Settanta, e monsignor Francesco Miccichè – attuale vescovo di Trapani – nel 1994, oltre alle visite di alcuni sacerdoti eoliani nel decennio 1990-2000, e del sindaco di Lipari, Michele Giacomantonio nel 1997, durante il quale si svolse il gemellaggio con il Comune di Drummoyne – oggi Canada Bay, sobborgo di Sydney – abitato da numerosi eoliani.
Il mio primo viaggio nel continente australiano in qualità di addetto culturale eoliano, risale al mese di aprile del 1990 su invito del premier del Governo australiano, John Cain, e dell’allora ministro per gli Affari Etnici del Victoria, Andrew Mac Cutcheon, su sollecitazione del senatore Nino Randazzo e di Marcello D’Amico, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione ICAIE (Iniziativa Culturale Australia Isole Eolie), delle Associazioni eoliane d’Australia (ICAIE, Società Isole Eolie e Comitato Madonna del Terzito di Melbourne, e Associazione Isole Eolie-Confraternita di San Bartolomeo di Sydney) e delle istituzioni e associazioni italiane come i Consolati generali d’Italia a Melbourne e a Sydney, l’Istituto Italiano di Cultura e il Coasit di Melbourne, l’Australia-Italian Club di Perth e l’Italo-Australian Centre di Brisbane. In quell’occasione pensai che sarebbe stata opportuna, per la prima volta, la visita di un sindaco eoliano tra i connazionali d’Australia, e così coinvolsi l’allora primo cittadino del Comune di Malfa, Basilino Sottile, in questo viaggio memorabile, anche per il gemellaggio tra il Comune di Malfa e quello di Moorabbin: sobborgo di Melbourne ad alta concentrazione di eoliani. Sono rimasti impressi nella mia mente, fra l’altro, i discorsi calorosi di Ross Maniaci, presidente onorario dell’Associazione Isole Eolie del New South Wales, a Sydney; e dell’artista Marcello D’Amico a Melbourne, dove si svolsero i primi due incontri comunitari e dove allestii – alla Eolian House di Five Dock e nei locali della Società Isole Eolie di Carlton – la mia prima mostra fotografica che aveva per titolo: «Vi racconto le isole Eolie». Alla fine, per pura casualità, sia Ross che Marcello, mio donarono un boomerang, ed entrambi mi dissero: «Questo è un regalo prezioso perché ti farà ritornare in Australia tante altre volte». E così è stato. Infatti sono ritornato nell’ottobre dello stesso anno su invito del Console d’Italia a Perth, nel Western Australia, Vincenzo Schioppa, e del sindaco di Fremantle, John Cattalini. E, poi, nel 1992 con Girolamo Ravesi, assessore del Comune di Malfa; nel 1997 con Michele Giacomantonio, sindaco Pro tempore del Comune di Lipari; nel 2005 con monsignor Giovanni Marra, arcivescovo emerito di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela; e padre Giuseppe Mirabito, parroco di Val di Chiesa e rettore del Santuario dedicato alla Madonna del Terzito; nel 2006 con Mariano Bruno, attuale sindaco del Comune di Lipari e, nel 2008, con Massimo Lo Schiavo, attuale sindaco del Comune di Santa Marina Salina, con il parroco padre Alessandro Lo Nardo e con i componenti della Banda Musicale Isola Verde. E sempre, in tali occasioni, ho allestito delle mostre fotografiche con soggetti diversi e su argomenti specifici. Si è trattato di immagini che raccontavano alcuni aspetti, passati e presenti, dell’arcipelago eoliano e della comunità isolana in Australia.
La narrazione fotografica comprendeva bellezze naturali e paesaggistiche, tradizioni popolari e feste religiose, usi e consuetudini degli eoliani con le loro attività agricole e artigianali, il mare, la pesca, le barche, la natura, l’uomo, la gente, i frutti e i colori della terra, i segni del fuoco, i riti, le abitazioni, i luoghi e le immagini dello spirito, che riportano alla preghiera e alla speranza le comunità che vivono nelle piccole isole, in terre emerse dal mare in modo violento e che, ora, appaiono in tutto il loro fascino e la loro bellezza, fra giornate di tempesta, tra pioggia e mare (oracalmo, ora agitato) e giornate assolate, ritratte dall’ombra dei pergolati e dalle logge colme di foglie verdi e uva da tavola. Temi questi, avvincenti e fascinosi, che esprimono sensazioni e sentimenti di una vita protesa verso la scoperta e la conoscenza del mondo eoliano, attraversato da mutamenti e trasformazioni che hanno modificato e che modificano l’ambiente sociale, umano e culturale delle isole Eolie e dei loro abitanti; ma tuttavia permangono antichi valori tipici ed autentici dell’universo eoliano che non possono e non devono scomparire. Un esempio lampante di tali valori sono gli eoliani d’Australia che hanno conservato e custodito il senso d’accoglienza, di ospitalità e di cordialità tipico della cultura originaria. Gli eoliani possono essere orgogliosi e soddisfatti gli isolani che vivono in Australia per i traguardi e i risultati conseguiti in tutti i campi del tessuto sociale australiano, anche perché hanno plasmato con la loro civiltà, questa giovane terra, impregnandola della storia, della cultura, della religiosità e delle tradizioni eoliane nel rispetto di tutte le altre forme multiculturali presenti nel continente australiano.
Dalle Eolie partirono in tanti alla volta delle Americhe e dell’Australia, fin dalla seconda metà dell’Ottocento. Questo fenomeno migratorio assunse toni più marcati all’inizio del Novecento, e negli anni Cinquanta, subito dopo la Seconda Guerra mondiale. Intere famiglie lasciarono le loro case e le loro isole per trasferirsi, in particolare, nell’emisfero australe. Migliaia di persone, a bordo delle navi, si recarono in Australia e in Nuova Zelanda, dove vivono tutt’oggi più di 30 mila eoliani, compresi figli e nipoti di prima, seconda e terza generazione. Agli antipodi si sono ben integrati nel tessuto sociale australiano, e si sono inseriti in tanti settori della vita pubblica e privata. Diversi isolani hanno ricoperto e ricoprono incarichi di prestigio a livello politico, culturale, religioso, sociale, economico e imprenditoriale: pesca, agricoltura, edilizia, commercio. In tutti questi anni – fatta eccezione per i rapporti epistolari – si erano persi quasi del tutto i contatti tra gli abitanti dell’arcipelago e gli eoliani d’Australia, la cui terra era lontanissima e difficile da raggiungere.
Con l’avvento dei voli aerei intercontinentali, le distanze di tempo per la durata del viaggio (30 giorni di navigazione di una volta contro le 24 ore di volo di oggi), sono state ridotte notevolmente e così sono iniziati i viaggi di ritorno di numerosi isolani verso la terra d’origine e, nel contempo, sono stati organizzati viaggi tra le Eolie e l’Australia a partire dal 1990, al fine di attuare un progetto interculturale caratterizzato da incontri, convegni, proiezioni di documentari, intrattenimenti musicali e allestimenti di mostre fotografiche sulle isole Eolie, e per rafforzare i legami tra le due comunità. A tal proposito, va ricordato il viaggio compiuto negli anni Cinquanta dall’allora vescovo di Lipari, monsignor Bernardino Salvatore Re, prima negli Stati Uniti e poi in Australia. A questo viaggio seguirono, dopo tanti anni, le visite di altri due vescovi: monsignor Salvatore Di Salvo negli anni Settanta, e monsignor Francesco Miccichè – attuale vescovo di Trapani – nel 1994, oltre alle visite di alcuni sacerdoti eoliani nel decennio 1990-2000, e del sindaco di Lipari, Michele Giacomantonio nel 1997, durante il quale si svolse il gemellaggio con il Comune di Drummoyne – oggi Canada Bay, sobborgo di Sydney – abitato da numerosi eoliani.
Il mio primo viaggio nel continente australiano in qualità di addetto culturale eoliano, risale al mese di aprile del 1990 su invito del premier del Governo australiano, John Cain, e dell’allora ministro per gli Affari Etnici del Victoria, Andrew Mac Cutcheon, su sollecitazione del senatore Nino Randazzo e di Marcello D’Amico, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione ICAIE (Iniziativa Culturale Australia Isole Eolie), delle Associazioni eoliane d’Australia (ICAIE, Società Isole Eolie e Comitato Madonna del Terzito di Melbourne, e Associazione Isole Eolie-Confraternita di San Bartolomeo di Sydney) e delle istituzioni e associazioni italiane come i Consolati generali d’Italia a Melbourne e a Sydney, l’Istituto Italiano di Cultura e il Coasit di Melbourne, l’Australia-Italian Club di Perth e l’Italo-Australian Centre di Brisbane. In quell’occasione pensai che sarebbe stata opportuna, per la prima volta, la visita di un sindaco eoliano tra i connazionali d’Australia, e così coinvolsi l’allora primo cittadino del Comune di Malfa, Basilino Sottile, in questo viaggio memorabile, anche per il gemellaggio tra il Comune di Malfa e quello di Moorabbin: sobborgo di Melbourne ad alta concentrazione di eoliani. Sono rimasti impressi nella mia mente, fra l’altro, i discorsi calorosi di Ross Maniaci, presidente onorario dell’Associazione Isole Eolie del New South Wales, a Sydney; e dell’artista Marcello D’Amico a Melbourne, dove si svolsero i primi due incontri comunitari e dove allestii – alla Eolian House di Five Dock e nei locali della Società Isole Eolie di Carlton – la mia prima mostra fotografica che aveva per titolo: «Vi racconto le isole Eolie». Alla fine, per pura casualità, sia Ross che Marcello, mio donarono un boomerang, ed entrambi mi dissero: «Questo è un regalo prezioso perché ti farà ritornare in Australia tante altre volte». E così è stato. Infatti sono ritornato nell’ottobre dello stesso anno su invito del Console d’Italia a Perth, nel Western Australia, Vincenzo Schioppa, e del sindaco di Fremantle, John Cattalini. E, poi, nel 1992 con Girolamo Ravesi, assessore del Comune di Malfa; nel 1997 con Michele Giacomantonio, sindaco Pro tempore del Comune di Lipari; nel 2005 con monsignor Giovanni Marra, arcivescovo emerito di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela; e padre Giuseppe Mirabito, parroco di Val di Chiesa e rettore del Santuario dedicato alla Madonna del Terzito; nel 2006 con Mariano Bruno, attuale sindaco del Comune di Lipari e, nel 2008, con Massimo Lo Schiavo, attuale sindaco del Comune di Santa Marina Salina, con il parroco padre Alessandro Lo Nardo e con i componenti della Banda Musicale Isola Verde. E sempre, in tali occasioni, ho allestito delle mostre fotografiche con soggetti diversi e su argomenti specifici. Si è trattato di immagini che raccontavano alcuni aspetti, passati e presenti, dell’arcipelago eoliano e della comunità isolana in Australia.
La narrazione fotografica comprendeva bellezze naturali e paesaggistiche, tradizioni popolari e feste religiose, usi e consuetudini degli eoliani con le loro attività agricole e artigianali, il mare, la pesca, le barche, la natura, l’uomo, la gente, i frutti e i colori della terra, i segni del fuoco, i riti, le abitazioni, i luoghi e le immagini dello spirito, che riportano alla preghiera e alla speranza le comunità che vivono nelle piccole isole, in terre emerse dal mare in modo violento e che, ora, appaiono in tutto il loro fascino e la loro bellezza, fra giornate di tempesta, tra pioggia e mare (oracalmo, ora agitato) e giornate assolate, ritratte dall’ombra dei pergolati e dalle logge colme di foglie verdi e uva da tavola. Temi questi, avvincenti e fascinosi, che esprimono sensazioni e sentimenti di una vita protesa verso la scoperta e la conoscenza del mondo eoliano, attraversato da mutamenti e trasformazioni che hanno modificato e che modificano l’ambiente sociale, umano e culturale delle isole Eolie e dei loro abitanti; ma tuttavia permangono antichi valori tipici ed autentici dell’universo eoliano che non possono e non devono scomparire. Un esempio lampante di tali valori sono gli eoliani d’Australia che hanno conservato e custodito il senso d’accoglienza, di ospitalità e di cordialità tipico della cultura originaria. Gli eoliani possono essere orgogliosi e soddisfatti gli isolani che vivono in Australia per i traguardi e i risultati conseguiti in tutti i campi del tessuto sociale australiano, anche perché hanno plasmato con la loro civiltà, questa giovane terra, impregnandola della storia, della cultura, della religiosità e delle tradizioni eoliane nel rispetto di tutte le altre forme multiculturali presenti nel continente australiano.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017