Al servizio dei migranti
SYDNEY-MELBOURNE
«Un";opportunità per ringraziare il Signore per il lavoro svolto, per fare il punto sulla situazione e accordarci sul modo di proseguire, e per ricordare e celebrare insieme alla comunità le nostre origini, rendendo coscienti i giovani di una pagina di storia che non hanno vissuto». Così ha definito le celebrazioni del 50° anniversario della missione scalabriniana in Australia, il superiore generale padre Isaia Birollo, presente all";apertura dei festeggiamenti a Sydney e a Melbourne.
La messa solenne, domenica 24 novembre scorso, presieduta dal vescovo, monsignor Peter Ingham, è stata concelebrata dal Superiore generale, dal Provinciale padre Antonio Fregolent, da padre Domenico Ceresoli, da padre Nevio Capra e da padre Angelo Cagna, organizzatore dei festeggiamenti, nella chiesa dell";Immacolata di Unanderra, costruita dai primi scalabriniani giunti in Australia nel 1952 per assistere gli emigrati italiani dell";Illawarra.
Le caratteristiche dell";attuale apostolato scalabriniano sono emerse dalle lingue in cui le parti della liturgia sono state lette o cantate dai presenti, appartenenti a diverse etnie di cui sventolavano le bandiere e gli stendardi. Tra i partecipanti, i giovani della Federazione Cattolica e di tutti gli enti fondati o curati dagli scalabriniani, i rappresentanti del direttivo, delle suore e dei volontari che operano nei Villaggi Scalabrini per anziani e molti semplici fedeli, venuti a dire grazie a Giovanni Scalabrini che nel 1887, con santità e genio, anticipò i tempi lanciandosi in una straordinaria avventura, a cui per oltre mezzo secolo hanno guardato tutti con ammirazione, e che oggi appare la più attuale ed indispensabile forma di apostolato missionario a favore degli emigrati.
In un clima di gratitudine e di devozione sono quindi giunte inattese, e molto apprezzate, le parole del vescovo di Wollongong, monsignor Peter Ingham, che ha presentato pubblicamente le scuse agli scalabriniani per le sofferenze procurate loro dalla chiesa australiana al loro arrivo e nei primi anni della loro attività in questo Paese. È stata una manifestazione di grande onestà da parte del vescovo, dettata dalla profonda stima per il lavoro svolto da questi missionari volontari, partiti per essere vicini agli emigrati e per condividerne pienamente la vita. Il Provinciale padre Fregolent ha espresso al vescovo un commosso ringraziamento per la benevolenza riservata agli scalabriniani, precisando che «il nostro umile servizio a Dio nei fratelli migranti non pretende tali scuse».
La placca, benedetta dal Superiore generale nella Cappella del Sacro Cuore annessa al Centro Internazionale degli Scalabriniani di Wollongong, ricorderà il giubileo d";oro, segnando il punto di partenza della grande espansione verificatasi nella provincia scalabriniana d";Australia che, dopo aver raggiunto le comunità italiane in tutti gli Stati del Paese, ha esteso l";apostolato agli emigrati filippini, spagnoli e portoghesi, riuscendo a istituire due seminari nelle Isole Filippine e in Indonesia, e progettando una nuova fondazione in Giappone che sarà realizzata il prossimo anno.
Nei locali del Fraternity Bowling and Recreation Club di Fairy Meadow, dov";era stata inaugurata una mostra fotografica con le testimonianze di mezzo secolo di presenza scalabriniana in Australia, ha avuto luogo in serata il «Golden Jubilee Dinner», a cui hanno partecipato rappresentanti del governo australiano e italiano, oltre ad autorità civili e religiose che insieme ad oltre 450 amici ed estimatori hanno rivissuto gli inizi eroici dei primi missionari attraverso il filmato dal titolo «A Tribute to the Scalabrinians» di Michael Timpano, proiettato in sala.
Significativo l";intervento del viceconsole d";Italia a Sydney, Claudia Marini, che ha ricordato le parole dell";allora presidente della Camera, Luciano Violante, presente nel novembre 1997 a San Pietro alla cerimonia di beatificazione di Giovanni Scalabrini: «Anche i laici non possono non ammirare l";opera degli scalabriniani che hanno lavorato affinché l";Italia dentro i confini e quella fuori i confini non fossero separate».
Nel suo saluto, il Superiore generale padre Isaia Birollo, ha sottolineato che gli scalabriniani in Australia hanno svolto la loro missione in svariati campi guidati dalla visione profetica del loro fondatore il quale, dopo aver analizzato il fenomeno dell";emigrazione nel tentativo di evitare agli emigranti difficoltà gravose e rischiose, convenne che per molti l";emigrazione era una necessità dolorosa ma inevitabile per cui occorreva adottare leggi specifiche capaci di tutelarne i diritti.