Per formare i futuri leaders della società
È a tutti noto che il Canada è stata la terra promessa per centinaia di migliaia di italiani nel secondo dopoguerra. Essi, dopo un periodo di adattamento alquanto difficile e angoscioso, animati da ambiziosa determinazione, sono riusciti, con tanti sacrifici, a crearsi un benessere soddisfacente, assicurando a se stessi e ai loro figli un avvenire promettente. Se poi in patria avevano ricevuto una certa formazione accademica, il loro inserimento nella società è stato meno difficile e più completo. Un esempio emblematico è rappresentato dalla vita e dalla carriera del professore Angelo Di Ianni, direttore generale dell’educazione della Commissione scolastica cattolica della Regione del Niagara in Canada.
Angelo Di Ianni, è nato a Villetta Barrea in provincia dell’Aquila, e a 13 anni, nel 1956, si è trasferito in Canada con la famiglia. In Italia ha frequentato le scuole medie in un istituto religioso a Vasto, provincia di Chieti, dove ha ricevuto una solida formazione cristiana e letteraria. Appena giunto in Canada, guidato e incoraggiato dai genitori, è riuscito a completare le scuole superiori e la sua formazione accademica fino a ottenere il diploma magistrale e a laurearsi nel campo dell’educazione. Ha cominciato quindi a insegnare nelle scuole superiori, assumendo responsabilità sempre maggiori, prima come vicepreside, poi come preside, ispettore, sovrintendente e finalmente direttore generale dell’educazione, la carica più importante nella Commissione Scolastica del distretto di Niagara. Il distretto provvede l’istruzione di circa 40 mila studenti a livello elementare e superiore nelle città di Hamilton, Burlington, Holland, Thorold, St. Catherine e altre città limitrofe. Benché abbia trascorso quarantadue anni nel settore dell’insegnamento, undici dei quali come direttore generale dell’educazione, il professore Di Ianni è risoluto a restare attivo nel suo lavoro di formazione dei futuri leaders della società odierna. Il suo operato non si è limitato al campo educativo. È stato molto attivo anche nel volontariato sociale, ricreativo e culturale. Attualmente è presidente della Federazione Abruzzese nel distretto di Hamilton, ed è già stato presidente della Confederazione degli Abruzzesi in Canada e presidente del Consiglio dei direttori dell’Educazione dell’Ontario, meritandosi per questi vari impegni il titolo di Commendatore della Repubblica Italiana. Sposato con Gianna Masaro, originaria di Riese-Pio X, provincia di Treviso, Di Ianni ha tre figli, uno, dei quali è radiologo e due insegnanti. Per sottolineare l’importanza dell’influenza dei genitori di prima generazione di emigrati sui loro figli, è giusto menzionare che il fratello Larry (Renzo) Di Ianni, nato anche lui in Italia, è una personalità molto conosciuta ad Hamilton, città della quale è stato sindaco per parecchi anni. Abbiamo incontrato il professore Di Ianni durante un convegno di direttori a Toronto e gli ho rivolto alcune domande sul suo incarico educativo.
Colantonio. Quali sono stati i fattori che l’hanno aiutata a raggiungere le più alte cariche nella carriera educativa?
Di Ianni. Un poco la fortuna, ma più ancora la preparazione accademica. È importante, difatti, essere disponibile al momento giusto, ma è essenziale essere preparato, ottenendo le lauree universitarie richieste, per essere giudicato idoneo nei concorsi indetti per ricoprire responsabilmente le cariche disponibili.
Quanti alunni di origine italiana frequentano le classi della sua Commissione e quale importanza è data allo studio dell’italiano?
Nella commissione ci sono oltre 40 mila alunni a livello elementare e secondario e circa il 20% di questi studenti è di origine italiana. L’italiano è insegnato nel doposcuola o il sabato mattina per due ore e mezzo nelle scuole elementari e medie. A livello di scuole superiori lo studio dell’italiano è facoltativo. L’attaccamento degli italiani alla loro cultura è molto profondo e questo non solo in occasioni straordinarie, come, ad esempio, durante o subito dopo una vittoria della squadra italiana ai mondiali di calcio. Naturalmente io cerco di incoraggiare questa attitudine. Per alcuni anni sono stato anche il presidente dell’Ontario Heritage language Association che cura l’espansione dell’insegnamento della lingua italiana nell’Ontario. Tuttavia, benché si faccia molto per incrementare questo insegnamento, ci accorgiamo, purtroppo, che non tutti i genitori italiani rispondono prontamente al nostro appello, convincendo i figli a partecipare a questi corsi che sono del tutto gratuiti. Ci sono vari gruppi di genitori che credono realmente all’importanza dell’italiano nella vita dei loro figli, ma c’è anche una buona percentuale di genitori che ne restano piuttosto indifferenti.
Quali sono le cause?
In parte è dovuto al fatto che anch’essi hanno difficoltà linguistiche. La causa principale, però, è che i ragazzi oggi sono impegnati in attività sportive e ricreative (hockey, soccer, ballet, ecc.) che competono con l’orario dei corsi di lingue. Inoltre i giovani, spesso, si aspettano troppo da questi corsi: pretendono d’imparare la lingua con poche lezioni e si scoraggiano di fronte alle prime difficoltà.
Quali incentivi utilizza la Commissione per incoraggiare i corsi d’italiano?
La Commissione lavora in stretta cooperazione con il Centro di Lingua e Cultura Italiana Dante Alighieri di Hamilton. Questo organismo è un’associazione a scopo non lucrativo, con un consiglio di direttori, di cui io sono il presidente, e vari volontari che gestiscono il centro, il cui compito primario è di cooperare con i vari distretti scolastici per migliorare l’insegnamento della lingua italiana. Nella mia Commissione ci sono circa tremila studenti a livello elementare; poi, a livello secondario, i corsi sono gestiti dalle commissioni scolastiche regolari e gli studenti ottengono dei crediti debitamente riconosciuti per l’ottenimento di un diploma di studi superiori. Il Centro Dante Alighieri sostiene questi corsi con borse di studio, con sussidi scolastici e con varie attività, tra le quali esperienze di scambi linguistici scolastici tra scuole canadesi e italiane, che permettono ai giovani di studiare in Italia durante il periodo estivo. Ogni estate, infatti, circa cento studenti si iscrivono a questi corsi organizzati a Roma o in varie altre località dell’Abruzzo o del Veneto, regione d’origine di mia moglie. Sono corsi molto interessanti perché i giovani vengono «immersi» nella lingua e cultura d’origine dei loro padri e possono ottenere fino a quattro crediti in lingua italiana, storia, arte e musica, per completare i trenta crediti richiesti per ricevere il diploma di scuola superiore canadese.
A livello universitario, quale importanza riceve lo studio dell’italiano?
Il compito del Centro Dante Alighieri è quello di promuovere l’insegnamento della lingua e cultura italiana in qualsiasi modo e a qualsiasi livello, quindi anche universitario. Oltre a partecipareai vari convegni organizzati a livello nazionale e internazionale, il Centro sviluppa accordi con le due università locali. Brock University e McMaster University preparano corsi di aggiornamento per gli insegnanti della lingua italiana e assumono studenti universitari per insegnare nelle scuole del sabato. Così, mentre studiano ancora, essi cominciano a mettere in pratica quello che imparano, guadagnandosi qualcosa e preparandosi a diventare insegnanti regolari.
Oltre alla scuola, quali altri mezzi d’informazione in lingua italiana avete nella regione di Hamilton e del Niagara?
Ci sono parecchie stazioni radiofoniche e, oltre a RAI International, ci sono altri canali televisivi provenienti specialmente da Toronto. Per quanto riguarda la stampa, purtroppo, essendo la nostra zona meno abitata da italiani rispetto a quella di Toronto, non possediamo le risorse necessarie per pubblicare un giornale locale in italiano. Naturalmente riceviamo il Corriere Canadese di Toronto che spesso riserva delle sezioni alla nostra regione, e molte sono le riviste italiane diffuse nella nostra comunità. Anche il Messaggero di Sant’Antonio ha la sua importanza ed è ricevuto da molte famiglie. Anch’io lo ricevo regolarmente nel mio ufficio.
Cosa fa il Centro Dante Alighieri per far conoscere la lingua e cultura italiana ai non-italiani?
Da qualche tempo il Centro organizza ogni anno una gita in Italia con un gruppo di presidi. Quest’anno siamo stati accompagnati anche dal vescovo della nostra zona e abbiamo visitato alcuni santuari mariani, tra cui Loreto, e le città di Venezia, Padova, Pescara, Pompei e Roma, dove abbiamo ottenuto un’udienza privata con il Papa. Scopo principale della nostra gita è stato quello di presentare ai direttori di scuole superiori, che cosa offre la nostra patria d’origine, affinché essi, a loro volta, possano incoraggiare i loro studenti a vivere la medesima meravigliosa esperienza.