125° dei Cavalieri di Colombo
Fin dal mio primo arrivo in Canada, all’inizio degli anni Sessanta, in occasione di grandi parate civili e religiose, sono sempre rimasto affascinato dalla presenza di un gruppo di uomini, dall’andatura ordinata e dignitosa, che facevano sfoggio di una sgargiante uniforme formata da un largo mantello bicolore, uno sfarzoso cappello con variopinte piume di struzzo e una lunga spada nella guaina. Di frequente ho notato il loro nome, I Cavalieri di Colombo, apparire su riviste e giornali di contenuto religioso-cattolico; molto più spesso ho visto le loro opere caritative pubblicate sul bollettino domenicale della parrocchia a cui appartengo.
Fondato negli Stati Uniti nel 1882 da P. Michael J. McGivney, un giovane sacerdote di 29 anni, nel sottosuolo della sua chiesa, a New Haven, nel Connecticut, l’Ordine de I Cavalieri di Colombo è considerato il più grande sodalizio laico della Chiesa Cattolica. È stato definito la vigorosa e instancabile mano destra della Chiesa cattolica, ed è stato lodato da Papi, presidenti e leaders mondiali per l’appoggio incondizionato alla chiesa, per i programmi di evangelizzazione ed educazione cattolica, e per l’aiuto caritativo alle persone bisognose.
Un sodalizio consacrato alla Madonna
I Cavalieri di Colombo sono uomini cattolici che si impegnano a praticare la carità, l’unità, la fraternità, il patriottismo. Questo sodalizio è consacrato alla Beata Vergine Maria, professa totale lealtà al Papa, Vicario di Cristo in terra, ed è fermamente impegnato a proteggere la vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, e alla preservazione e difesa della famiglia cristiana. Questi sono stati i principi basilari su cui è stato fondato l’ordine dei Cavalieri di Colombo oltre un secolo fa, e questi sono i valori che i Cavalieri di Colombo professano fedelmente tuttora.
P. Michael McGivney, dichiarato Venerabile da Papa Benedetto XVI il 15 marzo 2008, aveva una grande visione spirituale basata sui valori fondamentali della dignità della vita umana, la santità del matrimonio e della famiglia. A quel tempo, negli Stati Uniti, c’era stato un enorme afflusso di irlandesi che, per sfuggire alla grande carestia che affliggeva il Paese, si erano affrettati a emigrare in massa in America alla ricerca di una vita migliore. Non avendo, però, un’educazione adeguata e neppure un mestiere, si adattavano a qualsiasi lavoro, accettando anche quelli più faticosi e più rischiosi. Di conseguenza, tantissimi morivano di stenti o accidenti sui cantieri di lavoro, e lasciavano giovani mogli vedove e numerosi bambini orfani, spesso in condizioni economiche disastrose. Questi bambini erano di frequente strappati alle loro povere famiglie e consegnati a famiglie più benestanti. Questo problema era comune nella vicina città di New York dove decine di migliaia di poveri bambini immigrati venivano ricollocati in famiglie protestanti in altre parti degli Stati Uniti, spesso a centinaia di chilometri di distanza.
Di fronte a questa dura realtà, P. Michael McGivney sentì la necessità di fondare un’istituzione caritativa cristiana che potesse provvedere ai bisogni dei poveri, delle vedove e dei loro bambini, senza costringerli a lasciare la propria famiglia cattolica e a cambiare religione. Egli radunò tutti gli uomini della sua parrocchia, e venne fondato «L’ordine dei Cavalieri di Colombo» in onore dello scopritore del Nuovo Mondo. Oltre ad aiutare finanziariamente le vedove e gli orfani di tanti emigrati caduti sul lavoro, il loro obiettivo era anche quello di difendere la propria fede cattolica. Colombo, infatti, non solo era un cattolico convinto ma quando andò alla corte della Regina Isabella di Spagna, detta «la Cattolica», per convincerla a finanziare il suo viaggio, dopo aver inutilmente presentato ragioni diverse basate sulla scienza e l’astronomia, aveva promesso alla Regina che se avesse trovato anche un solo essere umano durante il suo viaggio, avrebbe fatto tutto il possibile per farlo diventare cattolico. Fu proprio quest’ultima sua carta che convinse la Regina a concedergli le tre caravelle per il suo famoso viaggio.
Migliaia di aderenti in tutto il mondo
Da quel piccolo gruppo radunato nel 1882, i Cavalieri di Colombo, dopo 125 anni, sono arrivati ad essere attualmente 1,7 milioni di uomini, raggruppati in oltre 14 mila Gruppi o Consigli diffusi principalmente in America del Nord, ma anche in Messico, nelle Filippine e in altre nazioni del mondo. Questi Consigli, di solito, si trovano nelle parrocchie cattoliche, ma possono anche essere composti da individui appartenenti a parrocchie differenti che operano in un territorio determinato. Essi seguono gli stessi principi, obbediscono alle medesime regole e cercano di raggiungere gli stessi obiettivi, adattandosi alle necessità particolari delle parrocchie in cui operano. I Cavalieri di Colombo gettarono le loro radici in Canada all’inizio del 1900 con la formazione del Consiglio 485 a Ottawa, in Ontario. Subito dopo arrivarono anche a Toronto in una parrocchia del centro storico da dove i consigli si moltiplicarono specialmente negli anni Cinquanta quando la comunità cittadina era formata prevalentemente da nuclei parrocchiali protestanti, e i cattolici erano visti con una certa diffidenza. Appartenere, dunque, ai Cavalieri di Colombo era come proteggersi, ma anche motivarsi, attraverso i loro molteplici atti di carità, a rendere Dio e il cattolicesimo visibili nella comunità.
Per far parte dei Cavalieri di Colombo, un candidato deve partecipare a quattro differenti gradi di preparazione che rappresentano le quattro virtù su cui è fondato il sodalizio: carità, unità, fraternità e patriottismo. I quattro gradi si basano sull’importanza e sulla qualità del lavoro svolto. Un candidato è considerato cavaliere dopo aver superato il primo grado, ma è incoraggiato ad avanzare fino al quarto, quando i membri promuovono la virtù del patriottismo, e solo allora possono indossare l’alta uniforme, comperata a spese proprie, ostentando visibilmente il loro grado e la loro appartenenza nel servire come guardie d’onore nelle cerimonie più solenni sia civili che religiose. L’ordine dei Cavalieri di Colombo è aperto a tutti gli uomini che abbiano superato il 18° anno d’età, e che siano cattolici praticanti, che vivano cioè secondo i comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa. Il nuovo candidato deve essere proposto da un membro effettivo, e solo dopo una certa indagine sul suo modo di vivere cristiano viene iscritto al primo livello. A volte i figli dei Cavalieri vengono introdotti dai loro stessi padri per continuare quest’opera altamente caritativa. Non è raro, infatti, trovare in alcuni Consigli due o tre generazioni di uomini che appartengono alla medesima famiglia. Per diventare cavaliere di quarto grado, bisogna passare attraverso un cerimoniale molto antico, stabilito da P. McGivney nel 1882, che riflette lo spirito dei valori dell’epoca della sua fondazione.
I Cavalieri di Colombo appartengono a ceti sociali diversi e riflettono l’immagine di un’organizzazione molto efficace al servizio di Dio e della nazione. Annoverando tra loro importanti personalità del mondo politico, grande è l’influenza positiva che I Cavalieri di Colombo esercitano nelle decisioni prese a vari livelli governativi per promuovere leggi riguardanti la fede e i diritti dei cittadini, specialmente dei più bisognosi. Oltre all’aiuto diretto e costante alla vita della parrocchia, innumerevoli sono le opere umanitarie, anche se meno visibili, a cui I Cavalieri di Colombo dedicano il loro tempo e le loro risorse. Essi entrano nei vari livelli delle scuole, assegnando premi o borse di studio, organizzando attività e competizioni sportive, impartendo corsi adatti a prevenire o correggere situazioni difficili. Molta importanza è data anche alle persone anziane o invalide, con l’aiuto volontario negli ospedali e nelle case di riposo. Essi, inoltre, sono sempre tra i primi a intervenire per riparare o ricostruire chiese e comunità devastate da guerre o da calamità naturali.