Orgoglio ciociaro
Toronto
La comunità italiana della grande metropoli canadese, calcolata in circa 600 mila abitanti, vanta numerose associazioni, che hanno come scopo principale quello di promuovere iniziative ricreative, culturali e religiose, per tramandare a figli e nipoti la lingua, la cultura e le tradizioni della loro patria. I primi emigrati del secondo dopoguerra erano preoccupati di trovare un lavoro e di assicurare alla propria famiglia un tetto e il pane da mettere sulla tavola. La chiesa italiana a quel tempo costituiva l’unico appiglio per i nuovi arrivati. Il sacerdote, oltre alla loro lingua, capiva anche le loro difficoltà e le loro aspirazioni. Pertanto le messe in italiano erano affollatissime e il sagrato della chiesa serviva per scambiarsi saluti e strette di mano, oltre che per dar vita a nuove amicizie. Man mano, però, che la comunità italiana cresceva di numero, sorgeva nell’animo di molti il desiderio di ritrovarsi con persone provenienti dallo stesso paese o dalla stessa regione, non solo per aiutarsi a vicenda, in caso di necessità, ma anche per rimettere in pratica le medesime tradizioni religiose e culturali della terra d’origine. Numerosi sono stati, infatti, i sodalizi italiani fondati negli anni Settanta e Ottanta. Essi servivano a mantenere saldo il vincolo di amicizia tra concittadini e corregionali. Uno di questi circoli è la «Veroli Cultural Society».
L’associazione
L’attuale presidente è Aldo Quattrociocchi, mentre il direttore d’ufficio è l’ex presidente Getulio Pagliaroli. Entrambi provenienti da Veroli, una cittadina della Ciociaria, a 15 chilometri da Frosinone, attualmente abitata da circa 20 mila persone. Oggi può contare sulla fiorente attività di numerose fabbriche e industrie, alcune delle quali impiantate qui dal nord Italia, negli ultimi decenni. Nell’immediato dopoguerra, però, a Veroli e dintorni si viveva esclusivamente di agricoltura. E, nonostante i duri sacrifici dei contadini, i vantaggi erano pochi. Molti verolani, dunque, decidevano di lasciare la propria terra per assicurare a se stessi e ai loro figli un avvenire migliore. Alcuni si trasferivano a Roma, dove era facile trovare un impiego meno faticoso e più redditizio. I più intraprendenti, invece, optavano per il Canada. Qui c’era un loro compaesano, di nome Ernesto Boccia, che si interessava di trovare richieste di lavoro e garantiva ai nuovi arrivati un impiego sicuro. Attualmente a Toronto si contano circa 1500 famiglie di origine verolana, con una popolazione approssimativa di 5 mila abitanti.
Santa Maria Salomè
Non si può parlare di Veroli e dei verolani senza menzionare santa Maria Salomè. Forte è la devozione a questa santa che è patrona e protettrice della città, oltre che dell’intera diocesi di Frosinone, Veroli e Ferentino. Le prime notizie su Maria Salomè si trovano nei Vangeli di san Marco e di san Matteo, dove viene menzionata ripetutamente tra le persone che seguivano Gesù per le vie della Galilea, assieme ai due figli, Giacomo e Giovanni. È lei, moglie di Zebedeo, che raccomanda al Maestro di assegnare ai figli i primi posti nel regno divino. È presente anche ai piedi della croce, assieme alla Madonna, sua cugina. Ed è ancora lei che, la mattina di Pasqua, si reca al sepolcro, assieme ad altre pie donne, con il vaso degli aromi, per constatare la risurrezione del Signore. Tornerà piena di stupore e di gioia ad annunziare la notizia agli apostoli e all’umanità.
Secondo antichissime testimonianze Maria di Salomè era poi diventata testimone di Gesù risorto. A Roma, forse con san Pietro, aveva cercato di rivedere suo figlio Giovanni. Stanca, però, dei viaggi, si era rifugiata a Veroli, assieme ad alcuni compagni. E qui aveva cominciato a diffondere la buona novella. Sepolta in un luogo sicuro, il suo corpo era però stato trafugato, per poi essere ritrovato in pieno Medioevo. Le reliquie della santa erano identificate da un’antica pergamena cucita nel panno che avvolgeva le ossa: Maria Yacopy est. È Maria di Giacomo, la madre di Giovanni, l’evangelista, e di Giacomo, l’apostolo che per primo ha testimoniato Cristo dando la propria vita. Una magnifica basilica è sorta sul luogo del ritrovamento delle reliquie della Santa, che oltre a Veroli, è venerata anche in vari altri luoghi del mondo cristiano.
Era ovvio, pertanto, che gli emigrati di questa città, appena costituita la loro associazione, si impegnassero a venerare la loro santa protettrice in questa loro patria di adozione. La prima festa solenne risale al 24 maggio del 1981. Per l’occasione padre Vito Marziliano, attualmente parroco della chiesa di «All Saints» di Toronto, aveva realizzato un artistico stendardo con l’immagine di Santa Salomè. L’anno successivo, la giovane associazione, guidata da Severino Martelluzzi, Roberto Magnante e Luigi Marcoccia, si è valsa della cooperazione del concittadino redentorista, padre Gino Carinci, per realizzare una statua in legno della santa, a grandezza naturale, che è tuttora conservata nella chiesa del santissimo Crocifisso delle suore minime della passione di Nostro Signore, a Woodbridge, nell’Ontario. In questo luogo sacro i verolani festeggiano oggi la loro santa patrona, nelle domeniche più vicine al 25 maggio e al 17 ottobre.