IL SANTUARIO DI SAN NICOLA

La devozione al santo di Myra, in Asia minore, le cui reliquie giunsero nella città pugliese nel 1087, spinse i fedeli a costruire un imponente basilica simbolo della cristianità occidentale e orientale.
06 Maggio 1997 | di

Bari

Un santuario 'ecumenico' presso il quale ogni anno si radunano migliaia di pellegrini provenienti dall";Occidente cristiano e dall";Oriente ortodosso; un luogo sacro in cui ogni differenza teologica viene pressoché annullata dalla comune venerazione delle reliquie di un grande santo taumaturgo. È quello che succede nella Basilica pontificia di San Nicola di Bari, la maestosa chiesa nella quale sono conservate le reliquie del santo vescovo di Myra, in Asia minore, (oggi in Turchia) vissuto nel terzo secolo dopo Cristo, al tempo dell";imperatore romano Costantino.

Le storie tramandate dalla tradizione asiatica narrano le particolari doti di carità  e generosità  proprie del dottore della chiesa, il quale partecipò anche al Concilio di Nicea del 325, e che in più occasioni si erse a difensore dei più deboli, così da essere molto venerato nel mondo ortodosso, e specialmente in Russia.

A questo punto è lecito domandarsi che cosa ci facciano le reliquie di un santo decisamente orientale, e che in Oriente è nato, vissuto e morto, proprio a Bari? 'Le reliquie "; racconta padre Giovanni Distante, rettore della basilica di San Nicola di Bari "; sono giunte nella nostra città  nel 1087, portate da 62 marinai che le 'trafugarono' a Myra. All";epoca i normanni avevano appena conquistato la Puglia ai bizantini e, nella loro espansione verso il meridione d";Italia, avevano traslato la capitale del loro regno da Bari a Palermo. Nel desiderio di mantenere alto il prestigio della loro città , dunque, i baresi pensarono di trafugare le reliquie di San Nicola, già  allora tanto venerato in Asia Minore. Oltre ad essere motivo di orgoglio, le reliquie di San Nicola avrebbero portato alla città  anche tanta linfa commerciale, in quanto vi avrebbero attirato tantissimi pellegrini; cosa che puntualmente accadde'.

Le reliquie di San Nicola vennero solennemente traslate a Bari il 9 maggio 1087, e si presentò subito la necessità  di costruire un tempio dove potessero essere degnamente venerate dai devoti e dai pellegrini. A opera dell";abate benedettino Elia, venne iniziata la costruzione dell";attuale basilica, nella zona del cosiddetto palazzo del Catepano, l";edificio fortificato dove si trovava la residenza del rappresentante dell";Imperatore di Bisanzio. Per fare spazio all";imponente costruzione fu necessario demolire, insieme ad una serie di edifici preesistenti, una parte dei quali fu pure inglobata nella fabbrica del santuario, anche quattro chiesette. La cripta venne completata nel 1089, e fu lo stesso papa Urbano II, il pontefice che indisse la prima Crociata per la liberazione della Terra Santa dai Saraceni e che allora si trovava a Melfi a presiedere un concistoro per dirimere una controversia di potere tra i re normanni Boemondo e Ruggero Borsa, a deporre le reliquie di San Nicola sotto l";altare maggiore.

Già  dal giorno successivo alla consacrazione della cripta ebbero inizio i lavori per l";edificazione del grande tempio nicolaiano, che venne finalmente terminato il 22 giugno 1997; 'proprio di questo importante evento "; sottolinea padre Distante "; quest";anno celebreremo l";ottavo centenario con varie iniziative e manifestazioni'. Da allora, la basilica di San Nicola fu per Bari uno dei motivi di maggiore vanto e di orgoglio, tanto che quando il re normanno Guglielmo il Malo ordinò la totale distruzione della città , fece in modo che non una sola pietra del santuario venisse toccata. Il tempio nicolaiano venne dunque riconsacrato nel 1156 dal cancelliere imperiale Corrado, vescovo di Hildesheim, con una solenne celebrazione alla quale presero parte numerosi prelati e sacerdoti provenienti dalla Germania, a sottolineare il fatto che Bari si era nel frattempo guadagnata il ruolo di principale porto di partenza dei pellegrini dall";Europa verso la Terra Santa.

Nel frattempo la basilica, che vanta al suo interno la presenza di testimonianze dell";arte bizantina, longobarda e saracena, si è arricchita nei secoli di nuove e pregevoli opere d";arte che ne fanno indubbiamente una delle chiese più interessanti dal punto di vista artistico del Meridione d";Italia. Nel 1951 la cura pastorale della basilica di San Nicola, è stata affidata ai padri domenicani.

 

Il taumaturgo che ispira l";ecumenismo

'Nella venerazione a San Nicola, le cui sacre reliquie sono custodite in questa nostra basilica, cattolici ed ortodossi ritrovano la loro unità '. A parlare è padre Giovanni Distante, rettore della Basilica pontificia di San Nicola, raccontando del flusso continuo di migliaia di pellegrini che ogni giorno si radunano a Bari per esprimere la loro devozione al santo taumaturgo di Myra.

Sono fedeli che provengono dalla Puglia e da altre regioni d";Italia, ma anche dai Paesi dell";Europa orientale di credo ortodosso. 'Dal 1989, ovvero da quando il governo della ex Unione sovietica ha consentito ai suoi cittadini di varcare i confini nazionali, arrivano qui a Bari tantissimi pellegrini russi; nel cuore di ogni russo di fede ortodossa è infatti sempre vivo il desiderio di vedere almeno una volta nella sua vita le reliquie del santo che amava i poveri e che difendeva gli oppressi. In questa basilica, dunque "; continua padre Distante "; si realizza una vera e propria unità  dei cristiani nella devozione a San Nicola. Una unità  testimoniata da tanti simboli presenti proprio nel tempio nicolaiano. Un esempio di questa tensione all";unità  e all";ecumenismo è rappresentato dalla lampada uniflamma, che è stata donata al santuario nel 1936 "; trent";anni prima del Concilio ecumenico Vaticano II "; dai partecipanti alla Quarta settimana per l";Oriente cristiano che fu fortemente voluta dal Papa Pio XI. La lampada, posta davanti alle reliquie del santo, ha la forma di una barca, che simboleggia la chiesa universale, su cui troneggia San Nicola, il quale regge sulle sue spalle due coppe contenenti olio, su ciascuna delle quali è riportata, rispettivamente in latino e in greco "; le lingue, appunto, del cristianesimo cattolico e di quello ortodosso ";, la frase 'affinché siano una cosa sola'. L";olio contenuto nelle due coppe alimenta tutto un";unica fiammella che rappresenta l";unica devozione di tutta la cristianità  a San Nicola'.

Un altro segno tangibile della tensione ecumenica della basilica di San Nicola di Bari e di tutte le attività  liturgiche e pastorali che in essa hanno luogo è certamente la Cappella orientale, consacrata da un vescovo ortodosso nel maggio del 1966, a pochi mesi dalla fine di quel Concilio che lanciò forte al mondo il messaggio ecumenico. 'Attualmente "; spiega il rettore "; in questa cappella celebrano le loro liturgie i ministri del culto ortodosso che accompagnano a Bari i pellegrini provenienti dall";Oriente; tuttavia gli ortodossi russi hanno iniziato già  a celebrare sull";altare latino di San Nicola, e noi abbiamo l";aspirazione a smantellare, un giorno, questa cappellina, per riconoscerci finalmente tutti, cristiani d";Oriente e d";Occidente, fratelli in un";unica fede e in un unico altare'.

Proprio questa spiccata vocazione ecumenica costituisce una delle spinte maggiori alle attività  e alle iniziative liturgiche, pastorali e culturali organizzate in basilica in preparazione al grande giubileo del 2000. 'Giungeremo a questo importantissimo evento "; spiega padre Giovanni Durante "; passando per la celebrazione di due centenari di eventi importantissimi per la nostra comunità : l";ottavo centenario della consacrazione della basilica nicolaiana, e il nono centenario della celebrazione, proprio sulla tomba di San Nicola, del Concilio di Bari.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017