Colori di Puglia

A Bourg en Bresse i giovani italiani danno vita al sodalizio Rondini Pugliesi. Nel segno dello sport, dal rugby al calcio fino al ciclismo, ma non solo.
16 Aprile 2007 | di
Numerose vittorie in altrettanto prestigiosi tornei internazionali di calcio giovanile, selezioni per stage internazionali di rugby, migliaia di chilometri percorsi dalla squadra di ciclismo amatoriale e ben 117 tesserati. Questa, in sintesi, la fotografia della straordinaria attività associativa delle Rondini pugliesi, sodalizio nato a Bourg en Bresse, nel dipartimento dell’Ain della regione Rodano-Alpi. Fondata e guidata da Enrico Palmieri, l’associazione, da sempre, ha avuto nei giovani il suo naturale alveo.Legata a casa Savoia (che la scelse come capoluogo della Bresse) e divenuta francese definitivamente nel 1601, Bourg en Bresse ha accolto, nel corso degli anni, una comunità italiana formata soprattutto da pugliesi. Nella città, dove si può ammirare la splendida cattedrale di Notre-Dame (chiesa gotica risalente all’epoca rinascimentale), il sodalizio nacque nel 1978 come Association Sportive et Culturelle des Italiens de l’Ain. Nel 1983 ha assunto il nome di Associazione Franco Italiana di Bourg en Bresse e di Rondini Pugliesi grazie all’infaticabile energia di Enrico Palmieri che, arrivato in città quando aveva 10 anni, è divenuto, nel tempo, un importante punto di riferimento per la comunità italiana della zona.
Imperniata su molteplici attività sociali, culturali, sportive e ricreative, l’associazione ha seguito l’evoluzione dei rapporti interculturali ritrovandosi, agli inizi del Duemila, pronta ad operare quel cambio generazionale che per molti sodalizi italiani ha, invece, creato problemi. «Per noi giovani italiani di Bourg en Bresse, la figura di Enrico Palmieri rappresenta il vero fulcro della nostra identità – afferma Fabrizio Perna, giovane professionista originario di San Severo –. Da quando sono nato ho visto mio nonno frequentare l’associazione franco-italiana. Era il punto di ritrovo, una vera famiglia per i lavoratori italiani della città. Ci ha trascinati con il suo entusiasmo e, grazie a lui, possiamo dire di aver creato il gruppo Le rondinelle formato da giovani figli di emigranti». Diplomato in lingue straniere, Fabrizio Perna rappresenta, idealmente, il passaggio di testimone tra i primi emigranti e le nuove generazioni. «Mi sento totalmente inserito nella società francese – prosegue Perna –, credo che quasi tutti gli italiani si siano perfettamente integrati in quest’area. Non tutti, però, mantengono vive le loro tradizioni italiane. Alcuni ragazzi, ad esempio, non hanno vissuto in famiglia quel culto per gli usi familiari che invece ha permesso ad altri di apprezzare le proprie origini. Molti figli di famiglie miste franco-italiane stanno riscoprendo le tradizioni italiane grazie all’associazionismo e, non a caso, organizzano viaggi nei paesi d’origine dei loro avi».
Quella dei giovani di Bourg en Bresse è effettivamente una perfetta dimostrazione del potere aggregante di un’associazione che, negli anni, non si è chiusa nel proprio passato. Grazie al dinamismo del presidente Palmieri, capace di trascinare anche le figlie Sabine, Alexandra ed Emmanuelle (appena diventata madre del piccolo Vittorio) nelle molteplici attività in favore della comunità, oggi molti giovani si ritrovano, con altrettanto entusiasmo, a seguire progetti sociali, culturali e sportivi. «È stato importante portare le nostre testimonianze al convegno mondiale dei giovani pugliesi tenutosi a Melbourne nel 2004 – affermano i giovani –, le nostre esperienze sono state accolte con entusiasmo dagli altri delegati e hanno trovato vasta eco per la loro attenzione all’evoluzione delle dinamiche italo-francesi».
Anne Cécile Dell’Aquila, delegata a Melbourne per le Rondini di Bourg en Bresse ricorda, con piacere, l’impegno nella massima assise dell’associazionismo pugliese nel mondo. Impegno condiviso da Pascal Resta, presidente di un’associazione giovani presso Grenoble che ha partecipato all’ultima conferenza mondiale dei giovani pugliesi a Bari e che vede, in parallelo, grandi soddisfazioni anche in ambito sportivo. I nomi di Arnaud Baretta e Romain Caringi, di sicuro, diventeranno familiari tra gli appassionati di rugby. I due ragazzi, membri dell’ultima generazione degli italiani arrivati a Bourg da alcuni decenni, hanno partecipato a uno stage per iniziare a scalare le vette agonistiche di questo sport che, proprio nel 2007, ha conosciuto un ritrovato interesse tra il pubblico grazie a un’etica di alto valore.
Altrettante conquiste arrivano dal mondo professionale. Importante il successo ottenuto dall’italofrancese Audrey Bouly (membro dei giovani dell’associazione) nei corsi di management organizzati dal Centro universitario dell’Ain. Rilevanti i successi ottenuti da Sabine Palmieri, professionista per la Viberti Francia e da Alexandra Palmieri, fisioterapista affermata in città. Importantissimo, poi, il successo conseguito da Gabriel Ferro, laureato in chimica e ricercatore per il CNR: «un ragazzo – commenta Enrico Palmieri – che ha seguito, fin da bambino, tutte le nostre attività. Grandissimo calciatore, ha saputo conciliare questa passione con gli studi e ora rappresenta il nostro fiore all’occhiello grazie alle sue attività di ricerca nel campo degli idrocarburi e del silicio».
Il vero fulcro della nostra azione, conclude Fabrizio Perna, consiste nel valorizzare l’identità delle nostre origini, perché perderla rappresenta una sorta di tradimento, «oggi noi ci sentiamo italo-francesi, ma sotto la pelle rimaniamo italiani. Ci emozioniamo ancora quando sentiamo una persona parlarci in italiano o quando ci accorgiamo di pensare in italiano. Non riusciamo, insomma, a sentirci, semplicemente, ragazzi del mondo. Per noi, l’origine italiana rappresenta un grande valore aggiunto».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017