Nicola Perone, il dottore col cesello
Houston
«Chi non nasce in America, non diventa mai del tutto “americano”. Basta osservare da vicino gli italiani che emigrano in questo Paese. Compreso me. Nonostante la cittadinanza americana, gli italiani mantengono la propria identità e quando si assimilano nel tessuto sociale ospitante, non scelgono una cultura rispetto all’altra, ma semplicemente cercano di fondere due culture in una». Nato a Pianella nel 1941, Nicola Perone guarda con orgoglio ai suoi 37 anni di vita negli Stati Uniti. Vissuti tutti con l’entusiasmo di chi, giorno dopo giorno, intraprende una nuova avventura. Arrivò in Texas nel 1970 dopo aver conseguito la laurea in Medicina e la specializzazione in Ginecologia presso l’Università La Sapienza di Roma. Mèta del suo viaggio in America, la città di Houston, il St. Joseph Hospital e l’M.D. Anderson Cancer Center che divennero la sua casa. Avviatosi alla libera professione nel 1973, Nicola Perone ha costruito in Texas – «lo Stato della stella solitaria» che fa da sfondo a tanti film del genere western – una carriera di primissimo livello, unendo all’esercizio privato l’attività didattica come professore di Clinica Ostetrica e Ginecologica presso la University of Texas Medical School, e come Direttore del programma di specializzazione in Ostetricia e Ginecologia del Memorial Hermann NW Hospital.
Sposatosi nel 1979 e padre di due figli, Perone ha imparato presto a conoscere la realtà che lo circondava, e non ha esitato ad impegnarsi nell’associazionismo italiano. «Una delle iniziative più importanti, negli ultimi anni, per gli italiani di Houston – dice Perone – è stata l’istituzione del Comitato degli Italiani all’Estero, Comites, il cui compito è di promuovere, di concerto con l’autorità consolare ed enti, associazioni e comitati attivi nell’ambito della circoscrizione, idonee iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, alla ricreazione, allo sport e al tempo libero della comunità italiana residente nella circoscrizione, cooperando con l’autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini emigrati, adoperandosi a mantenere i loro legami con la realtà politica e culturale italiana, e nella diffusione della storia, della tradizione e della lingua italiana. Quale membro dell’Esecutivo del locale Comites, ho deciso di impegnare le mie risorse e la mia energia nella realizzazione di un collegamento aereo diretto tra Houston e Roma. Sono convinto, infatti, che tale tratta, oltre ad incrementare il turismo verso l’Italia dal Texas e dagli Stati limitrofi, renderebbe più facili i contatti con la madrepatria da parte degli italiani qui residenti. Da parte sua, la compagnia aerea Continental si è detta disponibile in tal senso non appena i nuovi aerei Boeing 787 entreranno a far parte della sua flotta».
Punto di riferimento della comunità di Houston – e non solo per le sue doti professionali – Nicola Perone ha saputo trovare il tempo anche per i suoi hobby, fra cui la scultura, la pittura, la musica e la fotografia, imparando a bilanciare e a dosare negli anni il suo estro artistico con la razionalità professionale. Oggi, per chi arriva al Museum of Health and Medical Science di Houston, non è difficile ammirare una bella scultura esposta all’ingresso che ritrae Ippocrate, e leggere il nome di Perone quale realizzatore dell’opera stessa. Il professore abruzzese descrive così il suo stile di scultore: «Sono indubbiamente un classicista, essendo convinto che nell’arte, contrariamente a quello che accade nelle scienze, spesso si progredisce guardando indietro».
Divenuto direttore sanitario del Parkway Hospital, e primario del dipartimento di Ostetricia e Ginecologia al Memorial Hermann Hospital Northwest, nonché docente nella Clinica Ostetrica e Ginecologica della University of Texas-Houston Medical School di Houston, Perone ha depositato negli appositi registri due brevetti (US Patent 7.014.642 & 7.163.544), il cui obiettivo è di portare il forcipe al 21° secolo.
«Dedicandomi per anni alle complicazioni del parto – rammenta Perone – ho avuto modo di ideare un forcipe elettronico per rimediare a due serie limitazioni del forcipe tradizionale che non ha subito modifiche sostanziali da quando fu introdotto nel XVII secolo. La prima è l’impossibilità di misurare obiettivamente la trazione applicata, cosicché esiste sempre la possibilità che questa venga involontariamente applicata in maniera eccessiva, con il rischio di lesioni fetali. L’altra limitazione è di ordine giuridico. A parto avvenuto, poter documentare oggettivamente la difficoltà del parto stesso, cosicché l’ostetrico non può agevolmente difendersi, in caso di lesioni neurologiche gravi, dall’immancabile accusa di non aver usato il forcipe con prudenza. Il mio forcipe elettronico misura, in tempo reale, la trazione esercitata sul feto durante il parto strumentale, avvisa il medico con un apposito sistema d’allarme, e qualora questa superi i limiti di sicurezza, trasmette al computer i dati relativi onde consentirne la registrazione e la compilazione di un tracciato (partogramma strumentale), da inserire nella cartella clinica».
Tra le onorificenze e i premi ricevuti dal professor Perone, ricordiamo la cittadinanza onoraria della Contea di Bexar (San Antonio) e il Cavalierato al merito della Repubblica Italiana di cui è stato insignito nel 1998 dall’allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, per gli alti meriti scientifici e per la sua generosità e solidarietà verso i suoi connazionali.
Nel 1985 Perone ha ottenuto il premio speciale per l’insegnamento dalla Scuola di specializzazione del St. Joseph Hospital di Houston e il suo nome compare nelle ultime cinque edizioni del prestigioso America’s Top Obstetricians and Gynecologists tra i migliori ginecologi degli Stati Uniti. Top Docs for Women e Best Doctors in America. Fra le prestigiose cariche ricoperte, oltre a quelle summenzionate, va ricordata la presidenza, dal 2006, della Houston Gynecological and Obstetrical Society. Perone è inoltre membro di prestigiose associazioni professionali come l’American College of Obstetricians & Gynecologists, dell’American College of Surgeons, dell’International College of Surgeons, dell’American Medical Association, del Texas Medical Association, dell’Harris County Medical Society e dell’American Institute of Ultrasound in Medicine. «Nonostante sia in America da trentasette anni – osserva Perone –, mi sento più che mai italiano. Rimango legato al mio Abruzzo dove tuttora vivono mia madre e mio fratello, e dove torno ogniqualvolta i miei impegni professionali me lo consentono, anche se per pochi giorni. Dal giardino della casa di Pianella in cui ho trascorso l’infanzia, vedevo nitidamente “la bella addormentata” delineata dai picchi del Gran Sasso e descritta da d’Annunzio. È questa l’immagine della nostra regione che mi porto dentro sin da bambino. Sarebbe mio desiderio venire in futuro più spesso in Italia, anche per poter più facilmente promuovere gli scambi nel campo della ricerca fra il Texas Medical Center e le facoltà universitarie di Medicina dell’Abruzzo dove non mancano giovani desiderosi di allargare i propri orizzonti».
Quale membro della NIAF, National Italian American Foundation, e delegato dei Comites, Perone divide le proprie giornate tra medicina e impegno in favore della comunità italiana del Texas. «A Houston c’è un Centro Culturale Italiano (Italian Cultural and Community Center) – aggiunge Perone –, che pubblica un giornale in lingua italiana, La Voce Italiana, e organizza ogni anno, nel mese di ottobre, una Festa Italiana, arrivata ormai alla sua 29° edizione, con varie gare e mostre d’epoca. La città possiede anche un’importante teatro dell’opera nel cui ricco cartellone le opere di Verdi e Puccini hanno un posto di rilievo. In questa, che è la quarta città d’America, sorprende un po’ l’assenza di iniziativa della Regione Abruzzo. Va considerato infatti che Houston ha il porto più importante per traffico straniero, il che la rende ideale per gli scambi commerciali. Proprio per questo motivo vorrei sollecitare, appena ne avrò l’occasione, i responsabili della nostra Regione ad instaurare rapporti commerciali con questo grande Stato che ha una superficie più che doppia rispetto all’Italia. In realtà il Texas, oltre ad essere vastissimo, è uno Stato anche molto ricco che cresce ad un ritmo più alto della media nazionale».
Convinto assertore della telemedicina, Perone, che è consultato di frequente sia dall'Europa che dal Sud America, crede in un futuro nel quale le informazioni possano essere acquisite e trasmesse a grandi distanze, consentendo consulti in tempo reale fra esperti di diversi Paesi, senza che il paziente si debba muovere. Un'evoluzione che secondo il professore abruzzese, potrà cambiare il volto della medicina.