Wilmington, isola tricolore

La comunità italiana e cattolica si raccoglie intorno alla chiesa di Sant'Antonio e la Padua Academy. e difende con orgoglio la propria identità.
11 Maggio 2010 | di
Wilmington
«Nel mio futuro ci sono le radici italiane. Ho imparato a cucinare ricette italiane e a conoscere le specialità del gusto italiano. La vigilia di Natale continuerò a preparare il piatto tradizionale dei Sette Pesci e spero di poter fare un viaggio in Italia nei prossimi anni per visitare i luoghi da cui partirono i nonni. E voglio trasmettere la mia italianità ai miei figli, iniziando dalla lingua italiana».
Oggi Angela Coburn vive nel campus dell’Università di West Chester, in Pennsylvania, ma nei suoi occhi vivaci c’è tutto l’orgoglio della sua terra d’origine, riscoperta grazie all’ottimo insegnamento di Donato Pellegrini, e ai valori appresi alla Padua Academy di Wilmington. È fiera, Angela, delle sue origini teramane e dell’avventurosa storia che portò il bisnonno Vito Samuele Antonio Angelini in America, nel 1927. Vito era partito alla volta del Brasile insieme alla madre, due sorelle e un fratello. E aveva toccato con mano l’angoscia della sopravvivenza tra le onde dell’Oceano. Dal Brasile riprese il viaggio verso Baltimora, e durante la traversata perse un fratello e una sorella, vedendo scomparire i loro corpi negli abissi del mare.
«A quel tempo – rammenta Angela – molti compaesani si imbarcavano rispondendo all’offerta di Jimmy Battista: un italiano che si interessava a cercare lavoro negli Stati Uniti a chi tentava di cambiare vita. Anche mio nonno riuscì a trovare la sua strada, e a dare dignità alla propria famiglia».
«La comunità di Wilmington è molto americanizzata – spiega Paolo Russo, rappresentante della IMDA – ma il legame con l’Italia è ancora sentito, e il piacere di venire in contatto con la realtà italiana corrente è tangibile». «La Padua Academy – gli fa eco Ann Slater Lewandowski, direttrice delle comunicazioni della scuola – è un Liceo cattolico che accoglie studentesse provenienti da diverse realtà socio-economiche. Si tratta di una comunità che cerca di creare un ambiente scolastico che promuova il rispetto per la conoscenza e per l’unicità degli individui, in relazione gli uni agli altri, e che alimenta tutta la persona».
Fondato nel 1954 – il primo anno contava 64 alunni – il Liceo è stato costruito in gran parte con il lavoro volontario degli italiani. Oggi conta 600 alunni e rappresenta il vanto della comunità italiana di Wilmington.
«Insegno qui da 34 anni, e la parola "lavoro”, non è forse tanto appropriata perché, per me, istruire queste allieve, in gran parte figlie di italiani o di italo-americani, è una passione, una vocazione». Donato Pellegrini, emigrato nel 1965 dal piccolo paese ciociaro di San Donato Val Comino, arrivò con i genitori a Wilmington apprezzandone subito i grandi spazi verdi. Laureato in Ingegneria e Lingue, Pellegrini entrò alla Padua Academy quasi per caso. «Attraverso gli anni ho avuto il piacere di insegnare la lingua e la cultura italiana a migliaia di allieve. Le soddisfazioni sono state enormi, ma la più grande fra queste è che una decina delle mie ex-studentesse hanno scelto di insegnare la nostra lingua e cultura. Un giorno, quando deciderò di congedarmi da questo lavoro, sarò lieto di sapere che le giovani leve saranno pronte a proseguire nella mia missione».
Legatissime al loro insegnante, molte ex studentesse mantengono un filo diretto con Pellegrini attraverso i canali del web. E raccontano con piacere l’italianità operosa che traspare da questa comunità lontana dai clamori della cronaca.
Andrea Massa è una delle ex alunne della Padua Academy che ancora mantiene un forte contatto con il suo professore, e che ha programmato, in futuro, un viaggio in Italia. «Mia madre – dice Andrea – è in parte irlandese, e il cattolicesimo rappresenta un legame fortissimo per la nostra famiglia. La cucina è quasi sempre improntata alla tradizione italiana, e c’è una grande passione per la musica italiana, tanto che abbiamo anche un complesso in famiglia: il Ray Massa Band». Impegnata negli studi universitari, Andrea Massa ha scelto la veterinaria e la genetica animale per il suo percorso professionale, ma non dimentica le proprie origini, pur sapendo di voler costruire la propria vita negli Stati Uniti.
«I nonni materni, Rosa e Alberto – racconta Erica Forcina – emigrarono dall’Abruzzo nel 1929, e arrivarono a Jamestown, prima di trasferirsi qui a Wilmington. Poveri e senza conoscere la lingua, affrontarono con coraggio l’attraversata dell’Atlantico. In questa città trovarono innanzitutto una comunità cattolica molto unita, la stessa che ancora oggi si raccoglie intorno al “Vendemmia Festival” di ottobre e alla parrocchia di Sant’Antonio».
La giovanissima Erica è orgogliosa dei suoi legami ancora forti con l’Italia. Si sente un’americana d’origine italiana ma mantiene costantemente i contatti con i cugini a Roma. «Parlo spesso con loro – ammette Erica – e sento di avere in me un grande patrimonio italiano. Pur vivendo in quest’angolo degli Stati Uniti, sento di appartenere fortemente alla mia terra d’origine, con tutte le tradizioni che essa mi ha trasmesso. Il legame fortissimo che ci lega all’Italia, nasce anche dal grande rapporto che abbiamo con la parrocchia di Sant’Antonio. La fede cattolica, per noi italiani di Wilmington, è un valore molto profondo che ci unisce e ci fa mantenere vivi i rapporti con la terra da cui partirono i nostri avi».
Antonella Frattarelli non ha mai dimenticato la Padua Academy e la grande professionalità del professor Pellegrini. E non dimentica nemmeno i racconti dei nonni, attraverso i quali ha stabilito un legame affettivo con l’Italia: «I nonni paterni Teresa e Licurgo Frattarelli nacquero a Pastena, in provincia di Frosinone – racconta Antonella –. Lavoravano come agricoltori prima di arrivare negli Stati Uniti. I nonni materni Alessandra Altobelli Barile e Pietro Cifolelli, erano di Montaquila e Miranda, in provincia di Isernia, e si conobbero a Filadelfia: una città che, negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso, contava una nutrita comunità italiana. Ho trascorso la mia infanzia ad ascoltare, rapita, i racconti di mio nonno Licurgo che raccontava della loro vita al paese e delle loro tradizioni semplici e genuine. Mi sono innamorata della mia terra d’origine grazie ai racconti dei miei nonni. Ricorderò sempre quel particolare accento che richiama la parlata della mia terra. Mi hanno insegnato molti usi e costumi italiani. Ogni giorno andavano a messa, e la loro fede cattolica mi ha permesso di avere un legame in più con la loro terra perché anche attraverso i festeggiamenti dei patroni del paese, si forma un legame affettivo con il passato».
«Abbiamo scelto questo Stato e questa città – rivela Paolo Russo – perché ci sono le condizioni ideali per lo sviluppo della piccola e media impresa, che generalmente si trova economicamente e culturalmente poco in sintonia con la politica e le richieste della grande distribuzione e delle grandi aziende americane. Nel Delaware tutto è più piccolo e più economico rispetto, per esempio, a New York. La comunità italo-americana di Wilmington – circa il 25% della popolazione – è molto operosa. Ci sono ottimi rapporti con la comunità cattolica italiana che si raccoglie attorno alla parrocchia di St. Anthony of Padua, e tutti gli italo-americani ci hanno dato una mano. Il New Jersey, che rappresenta l’apice per l’importazione agro-alimentare italiana negli Stati Uniti, è a un passo anche se il nostro lavoro è rivolto a tutti gli americani».
Già direttore di UNCEM Servizi, l’Unione delle Comunità Montane, Russo ha scelto di avviare, nel 2008, il progetto IMDA, Italian Mountain Development Agency, e alla fine dello stesso anno ha aperto l’IMDA Center sul Wilmington Riverfront. «Da allora – conclude Russo – il Centro ha lavorato soprattutto come punto di aggregazione della comunità italiana locale, offrendo uno spazio a chiunque avesse un progetto culturale interessante, e ospitando le riunioni della Delaware Commission on Italian Heritage and Culture. IMDA Usa opera come agente negli Stati Uniti dell’Associazione Italia 2050: una lobby etica, il cui scopo è quello di diffondere nel mondo i valori e le idee d’eccellenza dell’Italia attraverso il Mercato, e che opera ispirandosi a tre parole-chiave: Utopia, Identità, Mercato».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017