Honduras. Nell’isola del pirata Morgan
Fabrizio Cacciatore, fotografo e agente immobiliare torinese, è partito dall’Italia ventidue anni fa. Oggi fa la spola tra Miami e Utila, piccola isola del Mar dei Caraibi, conosciuta per le imprese del pirata Morgan. «Utila come Roatan e Guanaja – spiega Fabrizio – fa parte delle Bay Islands, isole che sono state britanniche fino alla seconda guerra mondiale. Oggi hanno molta autonomia sia legislativa che amministrativa rispetto al governo dell’Honduras: la legge è a favore di chi desidera intraprendere un’attività e vivere qui». L’isola ha pochi abitanti, appena 2 mila, ma il costo della vita è basso tanto che che si può vivere bene anche con soli 600 euro al mese. Un paradiso anche dal punto di vista climatico: il tempo è bello per gran parte dell’anno e gli uragani in genere passano lontano.
«Sono andato via dall’Italia nel 1994 per studiare fotografia a Boston. Dopo sedici anni di freddo e neve nel Nordest degli Stati Uniti, ci è sembrato uno spreco di tempo e di vita lavorare solo per pagare il mutuo sulla casa, il riscaldamento, la luce, le tasse e le spese di vita quotidiana. Alla nostra famiglia piace una vita semplice, non desideriamo beni inutili, se non ciò che è necessario per vivere dignitosamente. Abbiamo, allora, deciso di trasferirci a Miami dove ho preso la licenza di agente immobiliare. Grazie a questo lavoro, e avendo clienti che provengono da varie nazioni, sono arrivato a scoprire questa piccola isola». Il sogno di vivere in semplicità, a contatto con la natura, ora sembrava a portata di mano: Utila è appena a due ore di aereo dalla Florida. Il fotografo torinese ha acquistato ben presto un terreno e costruito una casa per la sua famiglia.
«Sull’isola vivono altri quattro italiani con cui siamo in contatto. I nostri figli, che capiscono l’italiano senza parlarlo, possono frequentare la scuola locale ed essere seguiti da tutor privati, abilitati per farlo. Vivere a Utila è come vivere in un piccolo paesino di campagna o di pescatori in Italia. Si conoscono tutti gli abitanti e si è sempre ben accetti nelle loro case. Non ci sono macchine, nei negozi la verdura e la frutta arrivano via traghetto una o due volte la settimana. Certo, nessuno è capace di fare un cappuccino decente, ma la cucina in famiglia è solidamente ancorata alla tradizione, tanto che mangiamo come se fossimo in Italia». Nell’isola, che sembra essersi fermata agli anni ’60, ingegno e capacità vengono riconosciuti e premiati. Molte sono le possibilità di fare imprenditoria nel settore dei servizi, dei prodotti tecnologici, dell’insegnamento e dell’innovazione.
«Qui si dice che chi si impegna e persevera, può raggiungere qualsiasi obiettivo. Credo che in Italia questo non valga più. A Miami e a Utila, invece, è ancora possibile. Lo si può fare contando su un sistema tributario e burocratico che aiuta chi ha voglia di lavorare».