Eoliani, i Re d'Australia
Tony Mandarano, presidente di questo sodalizio attivo in ambito sociale e culturale, sostiene la necessità di alimentare l'entusiasmo e la partecipazione delle nuove generazioni.
28 Luglio 2010
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Melbourne
Tra le piccole entità geografiche che hanno dato un contributo notevole alla diaspora italiana all’estero, le Isole Eolie – al largo della Sicilia in provincia di Messina –, vantano il primato dell’emigrazione. Prima l’America, poi l’Australia e la Nuova Zelanda, sono stati i Paesi in cui si sono insediati tanti eoliani, spopolando le sette perle del Tirreno ovvero Lipari, Vulcano, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea e Stromboli.
Secondo Maria Lucrezia Giacinta, esperta di emigrazione eoliana, intorno al 1845 un veliero italiano proveniente dalle Isole Eolie raggiunse Perth, nel Western Australia. Al comando c’era il capitano Re. Italiani ed eoliani con il cognome Re sono molto diffusi in tutta l’Australia. Furono più di un migliaio gli eoliani che si stabilirono in Australia tra il 1860 e il 1890, e aumentarono in modo consistente nei primi decenni del XX secolo.
Il 2 agosto 1925 è la data di fondazione della Società di Mutuo Soccorso Isole Eolie di Melbourne. I fondatori erano tre eoliani: i fratelli Stefano e Giuseppe Tesoriero, con l’amico Stefano Di Mattina. Ideatore della Società fu Giuseppe che proveniva da New York dove aveva fatto parte della locale Società di Mutuo Soccorso dell’Isola di Stromboli. Quell’Associazione era nata per aiutare i numerosi emigrati della piccolissima isola vulcanica: giovani e inesperti barcaioli e contadini. Come a New York, così anche a Melbourne il bisogno di aiutare i nuovi arrivati era impellente: da qui la dicitura «Mutuo Soccorso». Lo Statuto della Società newyorkese servì da base alle norme e alle regole dello Statuto della SMSIE di Melbourne, e tale è rimasto fino al 1990 quando si è pensato di adeguare il nome ai cambiamenti sociali e culturali visto che l’assistenza non entrava più tra gli obiettivi primari dell’Associazione, pur rimanendo questo un dovere morale altamente apprezzato e sostenuto in casi specifici. Con il nome più semplice di Società Isole Eolie, si è voluto sottolineare il carattere comunitario e di collaborazione con le altre Associazioni italo-australiane, pur mantenendo i legami affettivi con le tradizioni eoliane, prima fra tutte la devozione al patrono: san Bartolomeo Apostolo, alla Madonna e ai santi patroni delle diverse isole.
All’epoca della fondazione, la Società Isole Eolie non aveva una sede propria, e le riunioni avvenivano nelle case dei soci, in sale municipali o parrocchiali disponibili, in particolare quella della parrocchia di Sant’Ignazio di Richmond dove si tenevano i balli mensili. Sedi temporanee furono i locali del Convento dei padri Cappuccini di Hawthorn e il Circolo Italiano Cavour. Solo nel 1969 la Società, alla cui presidenza si trovava Marino Casamento, acquistò un Centro comunitario sulla Lygon Street, nel popolare quartiere italiano di Carlton. Ciò permise all’Associazione di organizzare le proprie attività con maggiore interesse e vivacità.
La generosità degli eoliani, sull’esempio dei pionieri e dei soci fondatori, è sempre stata di alto livello e ha ottenuto riconoscimenti anche dalle autorità, sia in Italia che in Australia. La Società ha contribuito con notevoli somme al progetto della «Casa Italia». Il progetto non è andato in porto, e il denaro raccolto dalla comunità fu dirottato alla costruzione del Villaggio Vaccari per anziani e ad altre opere di beneficenza.
Durante la Seconda Guerra mondiale, la Società cessò di essere attiva poiché ogni raduno di italiani, che figuravano tra i «nemici», veniva guardato con sospetto. Furono anni tristissimi poiché gli eoliani sapevano che i loro cari in patria vivevano in condizioni di miseria. Nel 1946, appena fu possibile riallacciare i contatti con l’Italia la Società di Mutuo Soccorso Isole Eolie raccolse tra i soci tanto denaro da poter inviare un carico di grano e balle di lana distribuiti in ogni isola. Nel 1951 il vescovo di Lipari, monsignor Bernardino Re (OFM), compì una visita a Melbourne, ospite dei padri Cappuccini di Hawthorn, proprio per ringraziare gli eoliani della loro generosità. Altre sostanziose collette di denaro sono state destinate alla residenza per anziani Centro Assisi di Melbourne, al Santuario di Sant’Antonio, agli appelli pro terremotati, all’acquisto di attrezzature paramediche per corregionali vittime di malattie gravi o di incidenti.
Nello Statuto della Società Isole Eolie si puntualizza che uno degli obiettivi è quello di mantenere viva la tradizione dei festeggiamenti in onore dell’apostolo san Bartolomeo, patrono di Lipari, delle sette isole, e recentemente nominato anche patrono degli Eoliani nel Mondo. C’è un fortissimo legame di devozione, di cultura con san Bartolomeo, la cui statua si trova proprio nella piccola piazza di Lipari dove attraccano i battelli.
Si narra, come citato da san Gregorio di Tours, vissuto nel Cinquecento, che «Bartolomeo apostolo subì il martirio in terra d’Asia. Dopo molti anni della sua passione, essendo sopraggiunta una nuova persecuzione contro i cristiani, il suo corpo venne posto in un sarcofago di piombo e gettato in mare perché non avesse più ad essere venerato dal popolo; ma per intervento divino il sarcofago, sostenuto dalle acque, fu traslato nell’isoletta detta Lipari. Raccolto e sepolto, su quel corpo edificarono un gran tempio». La festa di san Bartolomeo, l’ultima domenica di agosto, è quindi uno degli eventi principali del calendario della Società Isole Eolie. Ma i gruppi isolani si sono organizzati in modo da festeggiare anche i santi patroni dei singoli Paesi, le cui statue si trovano presso il Santuario di Sant’Antonio di Hawthorn. Le feste sono organizzare dalle «confraternite» è si svolgono secondo un rito molto simile a quello del paese: con la processione, l’asta dei doni e, a volte, uno spettacolo di fuochi d’artificio. La comunità di Malfa, nell’isola di Salina, festeggia san Lorenzo martire; quella di Filicudi santo Stefano, quella di Quattropani, a Lipari, la Madonna della Catena. Una festa che registra una notevole affluenza di devoti è quella in onore della Madonna del Terzito, il cui santuario di Valdichiesa, a Salina, è considerato uno dei primi luoghi di culto mariani d’Europa. A Melbourne, la bellissima e originale effigie della Madonna viene venerata in due chiese diverse: al Santuario di Hawthorn e nella Chiesa di Maria SS. Stella del Mare.
Padre Vincenzo D’Amico è stato per tanti anni «cappellano spirituale» della Società Isole Eolie. Arrivato in Australia da Ginostra, Stromboli, nel 1960, da allora ha sempre infiammato le feste religiose con le sue ispirate omelie. Fino alla sua morte, nel 2002, la sua missione pastorale si è estesa, in modo spontaneo, alla guida delle Associazioni d’Arma e di ex combattenti di Melbourne. «La famiglia, la fede religiosa che dà senso alla vita, un modesto patrimonio per cui si possa godere di una serena indipendenza, e infine l’amore per l’Italia e la sua cultura»: questi sono, nelle parole di Bob Santamaria, i valori che egli ha acquisito dalle sue origini eoliane. Santamaria (1915-1996) è stato una figura politica di primo piano, che ha influenzato la storia dell’Australia del XX secolo. Alla sua morte è stato onorato con i funerali di Stato. Ma le eccellenze delle isole sono numerose. Citiamo il giudice della Corte Suprema del Victoria, Bernard Bongiorno, originario di Malfa, che nel suo ufficio ha esposto delle belle fotografie dei borghi e delle casette bianche delle sue isole, immerse nel verde dei fichi d’India, dei vigneti e dei capperi; Nino Randazzo di Salina, scrittore, giornalista e per tanti anni direttore del giornale Il Globo, e oggi senatore della Repubblica Italiana; l’onorevole James Merlino, ministro dello Sport e della Gioventù dello Stato del Victoria; Frank Costa di Geelong, il «Moratti» del football australiano visto che la squadra di cui è presidente da 12 anni, ha vinto anche quest’anno il campionato nazionale, e persona di grande successo nel campo degli affari; e poi Angelo Taranto che ha creato l’industria del gelato in Australia; la famiglia Dimattina, nome di grosso calibro nel mondo della produzione e del commercio agroalimentare. Potremmo fare una lunga lista di medici, avvocati, imprenditori che hanno origini eoliane. Giunta al suo 85° compleanno, la Società Isole Eolie non ha particolari problemi d’età. Ad essere convinto che l’Associazione abbia un futuro ancora più radioso è il presidente Tony Mandarano. «Ho il mio cuore in questo club – afferma con orgoglio – e sono convinto che potrà andare lontano. Abbiamo un gruppo di giovani, la «New Generation», molto attivo, e sono costantemente in contatto con parenti, amici e autorità di Lipari per creare iniziative d’interscambio tra i giovani». Tony Mandarano è nato a Melbourne da genitori eoliani arrivati negli anni Cinquanta. È stato per 23 anni segretario del club, e da 4 ne è il presidente. La sua passione e determinazione meritano di essere premiate. L’augurio è dunque quello di una «lunga vita» alla Società Isole Eolie di Melbourne, e a tutte le Associazioni eoliane d’Australia.
Tra le piccole entità geografiche che hanno dato un contributo notevole alla diaspora italiana all’estero, le Isole Eolie – al largo della Sicilia in provincia di Messina –, vantano il primato dell’emigrazione. Prima l’America, poi l’Australia e la Nuova Zelanda, sono stati i Paesi in cui si sono insediati tanti eoliani, spopolando le sette perle del Tirreno ovvero Lipari, Vulcano, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea e Stromboli.
Secondo Maria Lucrezia Giacinta, esperta di emigrazione eoliana, intorno al 1845 un veliero italiano proveniente dalle Isole Eolie raggiunse Perth, nel Western Australia. Al comando c’era il capitano Re. Italiani ed eoliani con il cognome Re sono molto diffusi in tutta l’Australia. Furono più di un migliaio gli eoliani che si stabilirono in Australia tra il 1860 e il 1890, e aumentarono in modo consistente nei primi decenni del XX secolo.
Il 2 agosto 1925 è la data di fondazione della Società di Mutuo Soccorso Isole Eolie di Melbourne. I fondatori erano tre eoliani: i fratelli Stefano e Giuseppe Tesoriero, con l’amico Stefano Di Mattina. Ideatore della Società fu Giuseppe che proveniva da New York dove aveva fatto parte della locale Società di Mutuo Soccorso dell’Isola di Stromboli. Quell’Associazione era nata per aiutare i numerosi emigrati della piccolissima isola vulcanica: giovani e inesperti barcaioli e contadini. Come a New York, così anche a Melbourne il bisogno di aiutare i nuovi arrivati era impellente: da qui la dicitura «Mutuo Soccorso». Lo Statuto della Società newyorkese servì da base alle norme e alle regole dello Statuto della SMSIE di Melbourne, e tale è rimasto fino al 1990 quando si è pensato di adeguare il nome ai cambiamenti sociali e culturali visto che l’assistenza non entrava più tra gli obiettivi primari dell’Associazione, pur rimanendo questo un dovere morale altamente apprezzato e sostenuto in casi specifici. Con il nome più semplice di Società Isole Eolie, si è voluto sottolineare il carattere comunitario e di collaborazione con le altre Associazioni italo-australiane, pur mantenendo i legami affettivi con le tradizioni eoliane, prima fra tutte la devozione al patrono: san Bartolomeo Apostolo, alla Madonna e ai santi patroni delle diverse isole.
All’epoca della fondazione, la Società Isole Eolie non aveva una sede propria, e le riunioni avvenivano nelle case dei soci, in sale municipali o parrocchiali disponibili, in particolare quella della parrocchia di Sant’Ignazio di Richmond dove si tenevano i balli mensili. Sedi temporanee furono i locali del Convento dei padri Cappuccini di Hawthorn e il Circolo Italiano Cavour. Solo nel 1969 la Società, alla cui presidenza si trovava Marino Casamento, acquistò un Centro comunitario sulla Lygon Street, nel popolare quartiere italiano di Carlton. Ciò permise all’Associazione di organizzare le proprie attività con maggiore interesse e vivacità.
La generosità degli eoliani, sull’esempio dei pionieri e dei soci fondatori, è sempre stata di alto livello e ha ottenuto riconoscimenti anche dalle autorità, sia in Italia che in Australia. La Società ha contribuito con notevoli somme al progetto della «Casa Italia». Il progetto non è andato in porto, e il denaro raccolto dalla comunità fu dirottato alla costruzione del Villaggio Vaccari per anziani e ad altre opere di beneficenza.
Durante la Seconda Guerra mondiale, la Società cessò di essere attiva poiché ogni raduno di italiani, che figuravano tra i «nemici», veniva guardato con sospetto. Furono anni tristissimi poiché gli eoliani sapevano che i loro cari in patria vivevano in condizioni di miseria. Nel 1946, appena fu possibile riallacciare i contatti con l’Italia la Società di Mutuo Soccorso Isole Eolie raccolse tra i soci tanto denaro da poter inviare un carico di grano e balle di lana distribuiti in ogni isola. Nel 1951 il vescovo di Lipari, monsignor Bernardino Re (OFM), compì una visita a Melbourne, ospite dei padri Cappuccini di Hawthorn, proprio per ringraziare gli eoliani della loro generosità. Altre sostanziose collette di denaro sono state destinate alla residenza per anziani Centro Assisi di Melbourne, al Santuario di Sant’Antonio, agli appelli pro terremotati, all’acquisto di attrezzature paramediche per corregionali vittime di malattie gravi o di incidenti.
Nello Statuto della Società Isole Eolie si puntualizza che uno degli obiettivi è quello di mantenere viva la tradizione dei festeggiamenti in onore dell’apostolo san Bartolomeo, patrono di Lipari, delle sette isole, e recentemente nominato anche patrono degli Eoliani nel Mondo. C’è un fortissimo legame di devozione, di cultura con san Bartolomeo, la cui statua si trova proprio nella piccola piazza di Lipari dove attraccano i battelli.
Si narra, come citato da san Gregorio di Tours, vissuto nel Cinquecento, che «Bartolomeo apostolo subì il martirio in terra d’Asia. Dopo molti anni della sua passione, essendo sopraggiunta una nuova persecuzione contro i cristiani, il suo corpo venne posto in un sarcofago di piombo e gettato in mare perché non avesse più ad essere venerato dal popolo; ma per intervento divino il sarcofago, sostenuto dalle acque, fu traslato nell’isoletta detta Lipari. Raccolto e sepolto, su quel corpo edificarono un gran tempio». La festa di san Bartolomeo, l’ultima domenica di agosto, è quindi uno degli eventi principali del calendario della Società Isole Eolie. Ma i gruppi isolani si sono organizzati in modo da festeggiare anche i santi patroni dei singoli Paesi, le cui statue si trovano presso il Santuario di Sant’Antonio di Hawthorn. Le feste sono organizzare dalle «confraternite» è si svolgono secondo un rito molto simile a quello del paese: con la processione, l’asta dei doni e, a volte, uno spettacolo di fuochi d’artificio. La comunità di Malfa, nell’isola di Salina, festeggia san Lorenzo martire; quella di Filicudi santo Stefano, quella di Quattropani, a Lipari, la Madonna della Catena. Una festa che registra una notevole affluenza di devoti è quella in onore della Madonna del Terzito, il cui santuario di Valdichiesa, a Salina, è considerato uno dei primi luoghi di culto mariani d’Europa. A Melbourne, la bellissima e originale effigie della Madonna viene venerata in due chiese diverse: al Santuario di Hawthorn e nella Chiesa di Maria SS. Stella del Mare.
Padre Vincenzo D’Amico è stato per tanti anni «cappellano spirituale» della Società Isole Eolie. Arrivato in Australia da Ginostra, Stromboli, nel 1960, da allora ha sempre infiammato le feste religiose con le sue ispirate omelie. Fino alla sua morte, nel 2002, la sua missione pastorale si è estesa, in modo spontaneo, alla guida delle Associazioni d’Arma e di ex combattenti di Melbourne. «La famiglia, la fede religiosa che dà senso alla vita, un modesto patrimonio per cui si possa godere di una serena indipendenza, e infine l’amore per l’Italia e la sua cultura»: questi sono, nelle parole di Bob Santamaria, i valori che egli ha acquisito dalle sue origini eoliane. Santamaria (1915-1996) è stato una figura politica di primo piano, che ha influenzato la storia dell’Australia del XX secolo. Alla sua morte è stato onorato con i funerali di Stato. Ma le eccellenze delle isole sono numerose. Citiamo il giudice della Corte Suprema del Victoria, Bernard Bongiorno, originario di Malfa, che nel suo ufficio ha esposto delle belle fotografie dei borghi e delle casette bianche delle sue isole, immerse nel verde dei fichi d’India, dei vigneti e dei capperi; Nino Randazzo di Salina, scrittore, giornalista e per tanti anni direttore del giornale Il Globo, e oggi senatore della Repubblica Italiana; l’onorevole James Merlino, ministro dello Sport e della Gioventù dello Stato del Victoria; Frank Costa di Geelong, il «Moratti» del football australiano visto che la squadra di cui è presidente da 12 anni, ha vinto anche quest’anno il campionato nazionale, e persona di grande successo nel campo degli affari; e poi Angelo Taranto che ha creato l’industria del gelato in Australia; la famiglia Dimattina, nome di grosso calibro nel mondo della produzione e del commercio agroalimentare. Potremmo fare una lunga lista di medici, avvocati, imprenditori che hanno origini eoliane. Giunta al suo 85° compleanno, la Società Isole Eolie non ha particolari problemi d’età. Ad essere convinto che l’Associazione abbia un futuro ancora più radioso è il presidente Tony Mandarano. «Ho il mio cuore in questo club – afferma con orgoglio – e sono convinto che potrà andare lontano. Abbiamo un gruppo di giovani, la «New Generation», molto attivo, e sono costantemente in contatto con parenti, amici e autorità di Lipari per creare iniziative d’interscambio tra i giovani». Tony Mandarano è nato a Melbourne da genitori eoliani arrivati negli anni Cinquanta. È stato per 23 anni segretario del club, e da 4 ne è il presidente. La sua passione e determinazione meritano di essere premiate. L’augurio è dunque quello di una «lunga vita» alla Società Isole Eolie di Melbourne, e a tutte le Associazioni eoliane d’Australia.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017