Australia. Gualberto, voce dell'Elba
12 Aprile 2012
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La grande emigrazione oltreoceano ha interessato anche una delle perle del mare Mediterraneo: l’isola d’Elba. Dall’Elba partirono a migliaia, verso il Brasile e l’Argentina, gli Stati Uniti e il Venezuela, e più tardi verso l’Europa e l’Australia. In seguito all’annessione all’Italia, l’isola fu privata di esenzioni e privilegi concessi dal granduca di Toscana, tanto da subire una gravissima depressione economica.
Personaggi e fatti dell’emigrazione elbana nel mondo sono emersi dall’anonimato grazie a Gualberto Gennai, di Melbourne che, assieme a un gruppo di collaboratori, nel 2002 ha fondato l’Associazione Elbani nel mondo (nella foto, il Comitato con, al centro, il presidente Gennai). Originario di Capoliveri, Gualberto, grazie a varie iniziative, è divenuto uno tra le «voci» più autorevoli delle comunità elbane sparse nei cinque continenti. Tra i tanti progetti attuati, una mostra fotografica allestita sia in Australia che in Italia; il libro Gli Elbani nel Mondo, arricchito da foto, lettere e documenti originali risalenti al periodo a cavallo tra ’800 e ’900; la creazione di un sito internet sempre aggiornato; la festa annuale dell’isola d’Elba; manifestazioni di cultura e folklore. Potremmo dire che Gennai ha vissuto con «l’Elba nel cuore» fin da quando, nel luglio del 1949, lasciò Capoliveri per emigrare in Australia. «Mentre la nave si allontanava – ricorda – i miei occhi rimasero a lungo posati su quella bianca scia che mi stava distaccando dalla mia piccola isola e dagli affetti più cari. A Melbourne mi attendevano zii e paesani, gente segnata dalla fatica, che aveva lavorato nelle piantagioni di canna da zucchero nel Queensland». La fidanzata Silvana lo avrebbe raggiunto poco dopo.
Dal matrimonio, celebrato nella chiesa di San Giorgio, a Carlton, sono nati due figli: Roberto nel 1953 e Gabriele nel 1961. Tra gli episodi rimasti impressi nella sua memoria c’è anche un avvenimento. «Era il 1956. Quell’anno l’Australia ospitò per la prima volta le Olimpiadi. Noi italiani seguivamo molto da vicino gli “azzurri”. Vi fu un grande entusiasmo per la vittoria del ciclista Ercole Baldini, che vinse la medaglia d’oro nella corsa su strada. Ma, al momento dell’inno nazionale italiano, silenzio assoluto. Spazientiti, gli atleti scesero dal podio. Mi trovavo a soli due metri quando, istintivamente, iniziai a cantare Fratelli d’Italia. Alla mia voce si unirono quelle di altri connazionali. Si formò un coro forte e vivace. Baldini salì di nuovo sul podio e cantò assieme a noi. La commozione fu generale, fino alle lacrime».
Per ben due volte la famiglia Gennai fece ritorno all’Elba con l’intenzione di rimanervi e creare un’attività in proprio. «Uno strano meccanismo sconvolse il nostro quieto vivere australiano. Avvertii il prepotente richiamo dell’Elba al punto da vendere la casa in Australia e tuffarmi nell’avventura italiana». Non fu, però, un’impresa facile. La seconda volta, nel 1974, il soggiorno all’Elba durò tredici anni. I Gennai aprirono un piccolo hotel con bar e ristorante (il Flamingo e il Koala), ma le strettoie della burocrazia italiana sbarrarono ogni ambizione. «Ritornammo in Australia e, nonostante non fossimo più nel fiore degli anni, riuscimmo a superare i problemi finanziari, tanto da rimanere lì e dimenticare l’avventura italiana». Nonostante delusioni e amarezze, Gualberto continua a subire in modo irresistibile il fascino della sua isola: l’Associazione Elbani nel mondo è la testimonianza viva del legame tra un uomo e la sua terra di origine, grazie al quale rivivono storia e cultura a beneficio delle nuove generazioni di elbani.
Personaggi e fatti dell’emigrazione elbana nel mondo sono emersi dall’anonimato grazie a Gualberto Gennai, di Melbourne che, assieme a un gruppo di collaboratori, nel 2002 ha fondato l’Associazione Elbani nel mondo (nella foto, il Comitato con, al centro, il presidente Gennai). Originario di Capoliveri, Gualberto, grazie a varie iniziative, è divenuto uno tra le «voci» più autorevoli delle comunità elbane sparse nei cinque continenti. Tra i tanti progetti attuati, una mostra fotografica allestita sia in Australia che in Italia; il libro Gli Elbani nel Mondo, arricchito da foto, lettere e documenti originali risalenti al periodo a cavallo tra ’800 e ’900; la creazione di un sito internet sempre aggiornato; la festa annuale dell’isola d’Elba; manifestazioni di cultura e folklore. Potremmo dire che Gennai ha vissuto con «l’Elba nel cuore» fin da quando, nel luglio del 1949, lasciò Capoliveri per emigrare in Australia. «Mentre la nave si allontanava – ricorda – i miei occhi rimasero a lungo posati su quella bianca scia che mi stava distaccando dalla mia piccola isola e dagli affetti più cari. A Melbourne mi attendevano zii e paesani, gente segnata dalla fatica, che aveva lavorato nelle piantagioni di canna da zucchero nel Queensland». La fidanzata Silvana lo avrebbe raggiunto poco dopo.
Dal matrimonio, celebrato nella chiesa di San Giorgio, a Carlton, sono nati due figli: Roberto nel 1953 e Gabriele nel 1961. Tra gli episodi rimasti impressi nella sua memoria c’è anche un avvenimento. «Era il 1956. Quell’anno l’Australia ospitò per la prima volta le Olimpiadi. Noi italiani seguivamo molto da vicino gli “azzurri”. Vi fu un grande entusiasmo per la vittoria del ciclista Ercole Baldini, che vinse la medaglia d’oro nella corsa su strada. Ma, al momento dell’inno nazionale italiano, silenzio assoluto. Spazientiti, gli atleti scesero dal podio. Mi trovavo a soli due metri quando, istintivamente, iniziai a cantare Fratelli d’Italia. Alla mia voce si unirono quelle di altri connazionali. Si formò un coro forte e vivace. Baldini salì di nuovo sul podio e cantò assieme a noi. La commozione fu generale, fino alle lacrime».
Per ben due volte la famiglia Gennai fece ritorno all’Elba con l’intenzione di rimanervi e creare un’attività in proprio. «Uno strano meccanismo sconvolse il nostro quieto vivere australiano. Avvertii il prepotente richiamo dell’Elba al punto da vendere la casa in Australia e tuffarmi nell’avventura italiana». Non fu, però, un’impresa facile. La seconda volta, nel 1974, il soggiorno all’Elba durò tredici anni. I Gennai aprirono un piccolo hotel con bar e ristorante (il Flamingo e il Koala), ma le strettoie della burocrazia italiana sbarrarono ogni ambizione. «Ritornammo in Australia e, nonostante non fossimo più nel fiore degli anni, riuscimmo a superare i problemi finanziari, tanto da rimanere lì e dimenticare l’avventura italiana». Nonostante delusioni e amarezze, Gualberto continua a subire in modo irresistibile il fascino della sua isola: l’Associazione Elbani nel mondo è la testimonianza viva del legame tra un uomo e la sua terra di origine, grazie al quale rivivono storia e cultura a beneficio delle nuove generazioni di elbani.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017