Il Documento programmatico per gli italiani all’estero. Il Cgie gioca la «Carta sociale»
L'atto del Cgie richiama l'attenzione del governo italiano su scuola, informazione, diritti politici, sicurezza sociale, e quanto è emerso, in questi anni di lavoro, in termini di richieste, proposte e probabili soluzioni.
Roma
In occasione dell'ultima sessione del Consiglio generale degli italiani all'estero, Cgie, l'assemblea ha discusso e approvato un documento programmatico contenente richieste e interventi a favore degli italiani all'estero. Si tratta di ipotesi che dovrebbero portare a una più ampia collaborazione tra il nostro Paese e i suoi cittadini e discendenti, che in numero sempre maggiore vivono nel mondo e guardano «alla patria Italia» come riferimento ideale per la cultura, lo sport e per quegli scambi (anche) commerciali e industriali in un momento in cui la globalizzazione è un punto di riferimento sempre più costante che coinvolge tutti i Paesi del mondo.
A questo proposito, ci sono ancora italiani di prima generazione (e non sono pochi) che, emigrando, non hanno avuto la fortuna di trovare benessere e agiatezza, ma pur avendo contribuito con le rimesse alla rinascita dell'Italia, e con il proprio costante lavoro alla crescita dei Paesi di accoglienza, oggi necessitano di un dovuto sostegno sociale.
La terza commissione, fin dall'inizio dei lavori del Cgie si è presa l'impegno di sostenere politicamente questi nostri connazionali, e nell'ambito del «Documento programmatico» ha presentato le proprie richieste, che passano al nuovo Cgie, in fase di rinnovo, il quale dovrebbe riunirsi per la prima volta entro la fine di quest'anno. Il «Messaggero di sant'Antonio» vi propone i contenuti del «Documento programmatico».
a) Urgono interventi legislativi italiani nel campo della sicurezza sociale. Laddove nuove legislazioni italiane vengono introdotte, occorre tenere conto della «peculiarità » di chi deve sottostare alle leggi italiane e vive all'estero, introducendo oltre alla norma, anche strumenti e informazione più puntuali e moderni.
b) Occorre una maggiore informazione e servizi da attuarsi all'estero per quanto concerne l'area «fiscale». In particolare per permettere la corretta applicazione e il pagamento dell'ICI e della tassazione dovuta allo stato italiano.
c) Serve una più ampia copertura dell'assistenza sanitaria per coloro che dall'Italia si spostano temporaneamente, sia per lavoro che per ricongiungimento familiare, in Paesi non convenzionati. Per i lavoratori al seguito di imprese devono essere stipulate urgenti intese, accordi o convenzioni perché a tali lavoratori sia garantita l'assistenza sanitaria e ogni intervento urgente in caso di infortunio sul lavoro.
d) Bisogna arrivare con urgenza alla stipula di nuovi accordi con i Paesi tradizionali di emigrazione ancora non legati all'Italia da convenzioni di sicurezza sociale. Procedere alla stipula di intese e accordi in materia di sanità , infortuni sul lavoro e malattie professionali per la copertura e l'assistenza di lavoratori italiani a seguito di imprese. Lavoratori che, pur mantenendo il rapporto di lavoro italiano e, quindi, rimanendo legati al mercato del lavoro italiano, vanno assistiti e tutelati nei Paesi stranieri dove opera la nostra impresa. Nell'ambito della sicurezza sanitaria e della disoccupazione va affrontato definitivamente il problema dei lavoratori frontalieri.
e) Deve essere garantita la totale applicazione degli accordi di sicurezza sociale a tutti i lavoratori, a prescindere dalla categoria di appartenenza. In considerazione delle trasformazioni già avvenute che hanno visto i lavoratori del pubblico impiego essere sempre più «simili» al lavoratore privato, sul piano previdenziale, occorre con urgenza adeguare i vecchi accordi di sicurezza sociale e adottarne di nuovi.
f) Va permessa l'esportabilità delle «prestazioni sociali» già in pagamento, per coloro che per motivi di ricongiungimento familiare o per motivi sanitari si trasferiscono all'estero.
g) È necessario giungere alla richiesta normativa che porti all'istituzione di interventi sociali a favore dei cittadini italiani indigenti che vivono all'estero. Ancora oggi vi sono italiani che in taluni Paesi del mondo (in particolare in America latina) vivono al limite della sopravvivenza. Il problema si ricollega alle rivendicazioni più sentite, espresse nella prima e seconda Conferenza dell'emigrazione e riprese dal Cgie.
h) Per permettere una seria applicazione delle norme vigenti e di quelle future, occorre mantenere e, ove possibile, potenziare la rete dei servizi. In particolare il Cgie ha fortemente sostenuto interventi atti a mantenere e ulteriormente finanziare l'attività dei patronati che deve avvenire, oltre che con l'attuale finanziamento pubblico, anche con apposite convenzioni con altri ministeri e non con il solo ministero del Lavoro. Tali convenzioni vanno stipulate con il ministero degli Affari esteri per attività di sua competenza che per legge non siano strettamente demandate al corpo diplomatico. Con il ministero delle Finanze a sostegno dell'attività fiscale, in applicazione della normativa italiana. Con il ministero della Sanità per quanto concerne le sue competenze. Con il ministero degli Interni per le richieste di riacquisto della cittadinanza italiana, per le prestazioni sociali, per il ricongiungimento familiare e per l'attività (all'estero e in Italia) a favore dei lavoratori extracomunitari.
i) Bisogna definire e sanare il problema connesso alla tassazione delle pensioni estere, pagate in Italia, con un'ulteriore sanatoria che porti tranquillità a chi, all'estero, ha lavorato per anni ed ora, anziano, è rientrato in Italia. In merito a questo, è opinione generale che la tassazione delle pensioni in convenzione internazionale trovi una collocazione più moderna, meno burocratica e più snella. In proposito si suggerisce di esplorare la possibilità di attuare il principio di tassazione alla fonte, effettuata esclusivamente dallo stato erogatore della prestazione.
k) Un altro obiettivo è l'armonizzazione dei sistemi previdenziali europei e alle relative norme di applicazione all'interno della comunità . Va fortemente sostenuto il lavoro già iniziato, attualmente in fase di discussione a Bruxelles.
l) Serve poi mantenere, potenziare e ammodernare il Servizio rapporti e convenzioni internazionali dell'Inps al fine di assistere meglio e definire con maggiore celerità le prestazioni previdenziali in convenzione internazionale. Anche all'interno del Cgie è stata più volte sottolineata la difficoltà creata ai lavoratori e ai pensionati dal decentramento effettuato dall'Inps. Per la «nuova emigrazione» occorrono nuovi strumenti e personale specializzato da parte dei ministeri e degli enti preposti a seguire il fenomeno.
m) Occorre attuare una politica di informazione nel sociale più puntuale e moderna. Occorre pertanto che la Presidenza del Consiglio provveda a stipulare accordi e intese con la stampa di emigrazione e i media che operano all'estero e per l'estero nel campo dell'informazione italiana.