Patria di nascita e patria del cuore
«L'italianità è un valore molto sentito in questa città, e tanti ragazzi sono orgogliosi delle loro origini. Nella nostra famiglia non distinguiamo tra cultura italiana e cultura argentina».
15 Marzo 2010
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Rosario
L’ultimo tocco di italianità è arrivato lo scorso 20 gennaio, quando la città si è ritrovata intorno al monumento restaurato, dedicato a Giuseppe Garibaldi. Un appuntamento organizzato dal Consolato generale d’Italia a Rosario, e che ha visto arrivare tanta gente nel Parque de la Independencia, per rendere ancora una volta omaggio all’eroe dei Due Mondi che trascorse un lungo esilio in Sudamerica, dal 1835 al 1848. Un appuntamento che ha sancito la fine di una lunga attesa, con la statua gravemente danneggiata da due attentati avvenuti negli anni Sessanta e Ottanta, e con un iter che ha preso il via nel 2007, in occasione dei festeggiamenti del bicentenario della nascita di Garibaldi. Le opere di restauro sono state finanziate dalla Regione Lazio, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dall’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, dalla Federazione Siciliana FESISUR, dal Comune di Alessandria, dal Comune di Imperia e dal Centro Ligure di Rosario; con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Nascita di Garibaldi, del Municipio di Rosario e del Comites di Rosario. Realizzata nel 1885 dallo scultore italiano Alessandro Biggi, la statua di Garibaldi rappresenta solo uno dei tanti tasselli che fa di questa città argentina un punto d’incontro di una comunità italiana molto attiva.
«Ritengo che Rosario sia una bellissima città, e il fiume Paraná è molto importante nell’evoluzione storica che ha avuto questo agglomerato urbano. Una città piena di istituti universitari e quindi ricca di presenze giovanili, con tutto quel che vi gira intorno. E non mi riferisco solo ai bar o alle discoteche, ma soprattutto a tantissime associazioni, fondazioni culturali e sodalizi senza fini di lucro. Con un municipio pronto a raccogliere la sfida di una politica culturale interessante e aperta alla partecipazione di tutti. Grazie alla scelta di privilegiare spettacoli gratuiti, molta gente si riversa ogni giorno nei parchi cittadini per assistere a esibizioni teatrali, a proiezioni di film all’aperto, o a ballare il tango». È Romina Sarti a parlare con orgoglio e a descrivere i tratti salienti della sua città di nascita, senza nascondere affatto la fierezza di avere nelle vene il sangue italiano delle proprie origini. E all’italianità ha scelto di dedicare la propria vita professionale con l’impegno quotidiano nella UIM della città.
«I miei nonni sono italiani ma ho un particolare legame con la Toscana – prosegue Romina –. Papà, infatti, è nato a Cecina di Lariciano, in Toscana, e sono davvero orgogliosa che le mie radici siano nella terra che diede i natali alla lingua italiana e al poeta Dante Alighieri. Anche per questo legame d’amore verso le mie origini, ho frequentato per due volte – grazie a una borsa di studio – un corso a Siena, per poter imparare e migliorare la lingua e la cultura italiana grazie alla Regione Toscana e al Centro toscano di Rosario».
Responsabile dal 2009 della UIM di Rosario, l’Unione Italiani nel Mondo, e operatrice del Patronato Ital, Romina Sarti è laureata in Scienze Politiche presso l’Università nazionale di Rosario, ha un master in Economia sociale, e ha vinto una borsa di studio come esperto di Sicurezza alimentare di filiera, con il progetto Pegasus Italia. Dal 2000 al 2003 è stata coordinatrice dei Giovani Toscani del Sudamerica, e dal 2003 al 2004 è stata presidente del Gruppo Giovanile del Centro Toscano.
«Mi sono avvicinata al lavoro in patronato grazie a Dino Nardi, coordinatore europeo della UIM – aggiunge Romina –. L’ho conosciuto grazie all’impegno per la Consulta Regionale dei Toscani all’estero. José Tucci, responsabile del patronato ITAL-UIL per l’America Latina e vicepresidente della Consulta Regionale della Calabria, mi ha offerto questa fantastica opportunità di lavoro, in un periodo nel quale anche in Argentina si soffre molto la crisi internazionale. Mi sembra la naturale prosecuzione del mio impegno e della mia sincera passione per tutto quel che riguarda l’Italia, passione che ho imparato a coltivare da giovanissima frequentando il Centro toscano».
Conosciuta come la «Cuna de la Bandera» (la Culla della Bandiera) per il fatto di custodire la prima bandiera dell’Argentina, Rosario è la città più grande e popolosa della Provincia argentina di Santa Fé. Situata a circa 300 chilometri a nord della capitale Buenos Aires, vanta un porto situato sulla riva occidentale del fiume Paraná tra i più importanti del Paese, ed è la principale metropoli di una delle zone agrarie più produttive dell’Argentina, essendo centro commerciale, di servizi e di industrie diverse.
«Questa città offre molte possibilità a chi ama l’istruzione, la cultura e lo sport, e vanta inoltre importanti musei e biblioteche, oltre che bellezze architettoniche – ricorda Romina –. Per noi è fondamentale il legame con l’Italia. I miei genitori si sono conosciuti proprio al Centro toscano. Nei locali del sodalizio hanno festeggiato il loro matrimonio e il battesimo dei loro figli. Senza il Centro toscano, forse neanch’io sarei esistita!».
Impegnata dal gennaio del 2009 nella UIM, Romina Sarti divide il suo tempo tra lavoro e volontariato, svolti entrambi con entusiasmo nei locali del patronato. E si è guadagnata la fiducia del responsabile José Tucci.
«Da quando sono qui sto cercando di creare uno spazio aperto per diffondere la cultura, la lingua e la tradizione italiana – aggiunge Romina –. Per dare forza a questo progetto abbiamo dato inizio ai corsi di lingua e cultura italiana e abbiamo creato un coro italiano per persone della terza età. Inoltre abbiamo allargato la partecipazione a soci originari di altre nazioni istituendo corsi di inglese, portoghese, e attività artistiche e artigianali. In sostanza siamo uniti dal comune affetto per l’italianità, ma senza dimenticare di offrire una gamma culturale e spazi sociali a chiunque voglia avvicinarsi al patronato. Come italiani siamo aperti ad altre culture e ci dedichiamo al volontariato: raccolta di cibo e materiale scolastico per “l’Hogar del Huerfano di Rosario”, e campagne ecologiche e di salvaguardia degli animali di strada. Inoltre da 5 anni pubblichiamo la rivista L’Opinione, un quindicinale che documenta l’attività della collettività italiana nella Circoscrizione consolare di Rosario. Edito da Tucci, da pochi mesi ne sono diventata direttrice editoriale, ed è una grandissima opportunità professionale: ho la possibilità di vivere nello stesso tempo la mia professionalità e la mia vocazione al volontariato».
Nella città che ha visto nascere il genio musicale di Rolando Nicolosi ed Ernesto «Che» Guevara – destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia sudamericana e cubana –, il continuo rapporto con le origini italiane passa anche attraverso la passione calcistica che trova la sua esaltazione nei nomi di Lionel Messi ed Ezequiel Lavezzi.
«Quando posso, amo venire in Italia per fare visita ai parenti e per percorrere le strade piccoline del paese d’origine dei miei, prendere il cappuccino di mio zio a Montecatini, e mangiare i piatti tipici toscani. La mia italianità è fatta di tante piccole cose, che però la rendono grande nella mia anima. Quando era ancora in vita il nonno, in casa si parlava quasi sempre l’italiano, ma la nonna mantiene ancora intatta la cucina italiana e in Tv seguiamo spesso i programmi di Rai International. Anche per questo siamo orgogliosi dei nostri talenti calcistici che giocano in Europa, senza però dimenticare l’impegno quotidiano che svolgiamo per mantenere i contatti con l’Italia. Per noi – conclude Romina – è impossibile non parlare delle origini; del percorso fatto e delle vicende vissute dalla famiglia. La storia migrante ti lascia un marchio particolare, e ti porta a non poter distinguere fra una patria di nascita e una patria del cuore».
L’ultimo tocco di italianità è arrivato lo scorso 20 gennaio, quando la città si è ritrovata intorno al monumento restaurato, dedicato a Giuseppe Garibaldi. Un appuntamento organizzato dal Consolato generale d’Italia a Rosario, e che ha visto arrivare tanta gente nel Parque de la Independencia, per rendere ancora una volta omaggio all’eroe dei Due Mondi che trascorse un lungo esilio in Sudamerica, dal 1835 al 1848. Un appuntamento che ha sancito la fine di una lunga attesa, con la statua gravemente danneggiata da due attentati avvenuti negli anni Sessanta e Ottanta, e con un iter che ha preso il via nel 2007, in occasione dei festeggiamenti del bicentenario della nascita di Garibaldi. Le opere di restauro sono state finanziate dalla Regione Lazio, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dall’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, dalla Federazione Siciliana FESISUR, dal Comune di Alessandria, dal Comune di Imperia e dal Centro Ligure di Rosario; con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Nascita di Garibaldi, del Municipio di Rosario e del Comites di Rosario. Realizzata nel 1885 dallo scultore italiano Alessandro Biggi, la statua di Garibaldi rappresenta solo uno dei tanti tasselli che fa di questa città argentina un punto d’incontro di una comunità italiana molto attiva.
«Ritengo che Rosario sia una bellissima città, e il fiume Paraná è molto importante nell’evoluzione storica che ha avuto questo agglomerato urbano. Una città piena di istituti universitari e quindi ricca di presenze giovanili, con tutto quel che vi gira intorno. E non mi riferisco solo ai bar o alle discoteche, ma soprattutto a tantissime associazioni, fondazioni culturali e sodalizi senza fini di lucro. Con un municipio pronto a raccogliere la sfida di una politica culturale interessante e aperta alla partecipazione di tutti. Grazie alla scelta di privilegiare spettacoli gratuiti, molta gente si riversa ogni giorno nei parchi cittadini per assistere a esibizioni teatrali, a proiezioni di film all’aperto, o a ballare il tango». È Romina Sarti a parlare con orgoglio e a descrivere i tratti salienti della sua città di nascita, senza nascondere affatto la fierezza di avere nelle vene il sangue italiano delle proprie origini. E all’italianità ha scelto di dedicare la propria vita professionale con l’impegno quotidiano nella UIM della città.
«I miei nonni sono italiani ma ho un particolare legame con la Toscana – prosegue Romina –. Papà, infatti, è nato a Cecina di Lariciano, in Toscana, e sono davvero orgogliosa che le mie radici siano nella terra che diede i natali alla lingua italiana e al poeta Dante Alighieri. Anche per questo legame d’amore verso le mie origini, ho frequentato per due volte – grazie a una borsa di studio – un corso a Siena, per poter imparare e migliorare la lingua e la cultura italiana grazie alla Regione Toscana e al Centro toscano di Rosario».
Responsabile dal 2009 della UIM di Rosario, l’Unione Italiani nel Mondo, e operatrice del Patronato Ital, Romina Sarti è laureata in Scienze Politiche presso l’Università nazionale di Rosario, ha un master in Economia sociale, e ha vinto una borsa di studio come esperto di Sicurezza alimentare di filiera, con il progetto Pegasus Italia. Dal 2000 al 2003 è stata coordinatrice dei Giovani Toscani del Sudamerica, e dal 2003 al 2004 è stata presidente del Gruppo Giovanile del Centro Toscano.
«Mi sono avvicinata al lavoro in patronato grazie a Dino Nardi, coordinatore europeo della UIM – aggiunge Romina –. L’ho conosciuto grazie all’impegno per la Consulta Regionale dei Toscani all’estero. José Tucci, responsabile del patronato ITAL-UIL per l’America Latina e vicepresidente della Consulta Regionale della Calabria, mi ha offerto questa fantastica opportunità di lavoro, in un periodo nel quale anche in Argentina si soffre molto la crisi internazionale. Mi sembra la naturale prosecuzione del mio impegno e della mia sincera passione per tutto quel che riguarda l’Italia, passione che ho imparato a coltivare da giovanissima frequentando il Centro toscano».
Conosciuta come la «Cuna de la Bandera» (la Culla della Bandiera) per il fatto di custodire la prima bandiera dell’Argentina, Rosario è la città più grande e popolosa della Provincia argentina di Santa Fé. Situata a circa 300 chilometri a nord della capitale Buenos Aires, vanta un porto situato sulla riva occidentale del fiume Paraná tra i più importanti del Paese, ed è la principale metropoli di una delle zone agrarie più produttive dell’Argentina, essendo centro commerciale, di servizi e di industrie diverse.
«Questa città offre molte possibilità a chi ama l’istruzione, la cultura e lo sport, e vanta inoltre importanti musei e biblioteche, oltre che bellezze architettoniche – ricorda Romina –. Per noi è fondamentale il legame con l’Italia. I miei genitori si sono conosciuti proprio al Centro toscano. Nei locali del sodalizio hanno festeggiato il loro matrimonio e il battesimo dei loro figli. Senza il Centro toscano, forse neanch’io sarei esistita!».
Impegnata dal gennaio del 2009 nella UIM, Romina Sarti divide il suo tempo tra lavoro e volontariato, svolti entrambi con entusiasmo nei locali del patronato. E si è guadagnata la fiducia del responsabile José Tucci.
«Da quando sono qui sto cercando di creare uno spazio aperto per diffondere la cultura, la lingua e la tradizione italiana – aggiunge Romina –. Per dare forza a questo progetto abbiamo dato inizio ai corsi di lingua e cultura italiana e abbiamo creato un coro italiano per persone della terza età. Inoltre abbiamo allargato la partecipazione a soci originari di altre nazioni istituendo corsi di inglese, portoghese, e attività artistiche e artigianali. In sostanza siamo uniti dal comune affetto per l’italianità, ma senza dimenticare di offrire una gamma culturale e spazi sociali a chiunque voglia avvicinarsi al patronato. Come italiani siamo aperti ad altre culture e ci dedichiamo al volontariato: raccolta di cibo e materiale scolastico per “l’Hogar del Huerfano di Rosario”, e campagne ecologiche e di salvaguardia degli animali di strada. Inoltre da 5 anni pubblichiamo la rivista L’Opinione, un quindicinale che documenta l’attività della collettività italiana nella Circoscrizione consolare di Rosario. Edito da Tucci, da pochi mesi ne sono diventata direttrice editoriale, ed è una grandissima opportunità professionale: ho la possibilità di vivere nello stesso tempo la mia professionalità e la mia vocazione al volontariato».
Nella città che ha visto nascere il genio musicale di Rolando Nicolosi ed Ernesto «Che» Guevara – destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia sudamericana e cubana –, il continuo rapporto con le origini italiane passa anche attraverso la passione calcistica che trova la sua esaltazione nei nomi di Lionel Messi ed Ezequiel Lavezzi.
«Quando posso, amo venire in Italia per fare visita ai parenti e per percorrere le strade piccoline del paese d’origine dei miei, prendere il cappuccino di mio zio a Montecatini, e mangiare i piatti tipici toscani. La mia italianità è fatta di tante piccole cose, che però la rendono grande nella mia anima. Quando era ancora in vita il nonno, in casa si parlava quasi sempre l’italiano, ma la nonna mantiene ancora intatta la cucina italiana e in Tv seguiamo spesso i programmi di Rai International. Anche per questo siamo orgogliosi dei nostri talenti calcistici che giocano in Europa, senza però dimenticare l’impegno quotidiano che svolgiamo per mantenere i contatti con l’Italia. Per noi – conclude Romina – è impossibile non parlare delle origini; del percorso fatto e delle vicende vissute dalla famiglia. La storia migrante ti lascia un marchio particolare, e ti porta a non poter distinguere fra una patria di nascita e una patria del cuore».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017