Stati Uniti. A caccia di geni italiani
L’appuntamento è per i primi di dicembre, come sempre a Houston. La città texana si appresta ad accogliere l’VIII Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo, confermandosi punto di ritrovo per la l’iniziativa promossa e organizzata dal Comites (Comitato degli italiani residenti all’estero che comprende gli Stati del Texas, Oklahoma, Louisiana, Arkansas) in collaborazione con il Chapter South West dell’Issnaf (Italian scientist and scholars in North America Foundation) e con il patrocinio del Consolato generale d’Italia. Protagonisti indiscussi della convention sono i ricercatori italiani impegnati in vari campi delle scienze, ma gran parte del merito dell’iniziativa va ascritto a Vincenzo Arcobelli, presidente del Comites di Houston e vero motore della manifestazione.
Promotore di corsi di lingua italiana presso alcuni enti privati, per bambini e per studenti delle scuole superiori e di college, sostenitore dell’arte e della cultura italiana attraverso concerti e mostre, organizzatore di convegni sulla storia italiana, della festa della Repubblica, promotore del made in Italy, sostenitore del recupero del museo italiano di New Orleans e della cappella votiva di Hereford dei prigionieri italiani della seconda guerra mondiale, Arcobelli si è impegnato anche per far approvare, da parte dello Stato del Texas, la data del 2 giugno come Italian national heritage day.
«La mia storia di migrante – spiega Vincenzo Arcobelli – è cominciata quasi vent’anni fa quando, dopo aver lasciato le Forze Armate, decisi di esplorare nuove esperienze professionali. A Dallas ho trovato un club di americani di origine italiana; negli anni mi sono impegnato a costituire associazioni come il Ctim (Comitato tricolore degli italiani nel mondo), l’Associazione dei siciliani in Texas e la Confederazione dei siciliani del Nord America. Nel 2004 le prime elezioni Comites per la nostra circoscrizione divennero una realtà. Ho quindi proposto al Comites di organizzare una Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo. La prima edizione si tenne a Dallas, e l’anno seguente spostammo l’evento a Houston, cuore dell’industria petrolifera, della medicina, dell’aerospazio, dell’energia e tecnologia a livello mondiale».
Coadiuvato da un comitato diretto dal dottor Andrea Duchini, Arcobelli è riuscito a far crescere esponenzialmente la manifestazione, ottenendo i patrocini da diversi ministeri, dall’Ambasciata d’Italia a Washington, il sostegno morale da aziende e laboratori di ricerca, e il plauso di grandi personalità italiane, come gli astronauti Nespoli e Vittori. I promotori dell’evento, inoltre, hanno siglato due protocolli d’intesa tra l’università di Palermo e quella del Texas, mentre con diversi istituti sono state avviate delle collaborazioni.
Da queste Conferenze, infine, sono scaturite alcune proposte di legge approdate poi in Parlamento: tra queste, spicca l’idea di creare un albo-anagrafe dei ricercatori italiani all’estero.