Cile. Una solidarietà che parla italiano

24 Febbraio 2015 | di

Espansiva e piena di vita, Romina Giuseppina Romeo Mondaca, 27 anni, è una giovane cilena di origine italiana, elemento di spicco della comunità di connazionali di Santiago del Cile. Due le sue passioni: il volontariato e il cibo, non solo quello portato a tavola ma anche quello prodotto grazie agli usi e alle tradizioni dei diversi Paesi. Non a caso è laureata in ingegneria agroalimentare, presso la Metropolitan Technological University (UTEM) di Santiago del Cile. Entrambe le passioni la collegano alla terra dei suoi avi, l’Italia, che lei ha imparato ad amare e apprezzare grazie ai racconti di nonni e genitori, fino a sentirsi un’italo-cilena a pieno titolo.

Il suo impegno nel volontariato si esplica soprattutto nell’associazione Un «tetto per il Cile», che in questo periodo sta costruendo scuole estive per bambini.

L’associazione è composta in maggioranza da giovani volontari: «Mi sono avvicinata a questa associazione grazie ad altri amici di origine italiana e ora questo mondo mi appartiene come una seconda pelle». E aggiunge: «Entrare a far parte del mondo del volontariato è stato come scoprire una nuova strada; aprirsi a nuove esperienze nelle quali mettevo a disposizione il mio tempo per qualcosa di veramente utile ed etico».

Romina parla con orgoglio delle sue origini italiane. «Mio padre – afferma – è nato a Napoli, ma a soli 2 anni è emigrato in Cile insieme ai nonni, in fuga da un’Italia devastata dalla guerra. I nonni sono sbarcati da una nave che è attraccata nel porto di Valparaiso e hanno deciso di rimanere in città per iniziare la loro personale corsa verso un futuro migliore. Hanno lavorato in vari settori e alla fine sono riusciti ad aprire il loro primo negozio di tessuti».

Non solo i nonni, un po’ tutta la famiglia di origine di Romina si è sparsa in vari angoli del mondo e pertanto conserva nel proprio Dna la passione per il viaggio e la scoperta. Il Bel Paese, comunque, rimane il luogo del cuore. «Mia nonna mi ha sempre raccontato dell’Italia e delle sue tradizioni, del cibo e dei luoghi particolari della sua città. Mi descriveva una Napoli talmente ricca di spunti emotivi che non sarebbe bastata una vita per coglierne tutte le sfumature. E io, attraverso i suoi racconti, volavo con l’immaginazione. Oggi grazie alla pazienza e all’amore di mia nonna ho coltivato la mia grande vocazione per l’Italia».

Nell’agosto dell’anno scorso Romina ha messo piede per la prima volta in Italia, proprio con l’intento di conoscere la sua terra d’origine. È il primo passo di un sogno più grande: «Nel mio futuro e nei miei progetti c’è l’Italia. Magari un’esperienza professionale in un campo (l’agroalimentare) che da sempre ci rende orgogliosi del nostro Paese. Per questo vorrei studiare economia e migliorare il mio italiano».

Romina vede l’Expo 2015 di Milano come una grande opportunità di conoscere le numerose realtà che operano nel campo di sua competenza e di rafforzare un legame che, un giorno, vorrebbe trasmettere anche ai suoi figli, «per tramandare loro emozioni e conoscenze della grande tradizione culturale dei nostri avi».

 
 
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017