Misteri inviolabili
L'approvazione, a larghissima maggioranza, della Camera dei deputati italiani della Convenzione di Oviedo in materia di bioetica e del Protocollo del Consiglio d' Europa che vieta la clonazione umana è stata una delle ultime decisioni, a chiusura della legislatura, che ha messo in evidenza la posizione del Parlamento italiano rispetto ai valori della vita. Il protocollo, già ratificato da cinque Paesi europei, vieta esplicitamente «ogni trattamento finalizzato a creare un essere umano geneticamente identico ad un altro essere umano vivente o morto». Nella consapevolezza che la clonazione di esseri umani potrebbe divenire una possibilità tecnica, il protocollo aggiunge che «la strumentalizzazione dell' essere umano attraverso la clonazione è contraria alla dignità dell' uomo e costituisce un uso improprio della biologia e della medicina». L' importante approvazione del Parlamento italiano ha unito ogni schieramento cancellando una volta tanto, e proprio sul tema dei valori della vita, assurde contrapposizioni tra credenti e laici. Infatti, se si opera per l' interesse e il bene della persona, la ricerca scientifica e ogni intervento sanitario devono confrontarsi con i principi dell' etica, nella comune convinzione che il progresso morale, spirituale, culturale ed economico della società deve evitare ogni strumentalizzazione.
Di fronte alle affermazioni di qualche scienziato, favorevole a lasciare libero spazio alla ricerca nel campo della biotecnologia, e dopo essere stati troppe volte informati sui nuovi prodotti che la tecnologia è capace di dare come frutto di laboratorio, ci siamo chiesti: «Cosa rimarrà del mistero, del meraviglioso che la natura fino ad oggi ci ha riservato? Sapremo un giorno riconciliarci anche con i nostri limiti?».
Lo sviluppo scientifico-tecnologico sganciato dall' etica, che ci indica quali sono le azioni che sono assolutamente degne o indegne dell' uomo, finisce per annullare ogni cultura dei valori. Non si può vivere ignorando ciò che è giusto e quello che non lo è. «La coscienza morale, sia individuale che sociale, è oggi sottoposta, anche per l' influsso invadente di molti strumenti della comunicazione sociale, a un pericolo gravissimo e mortale: quello della confusione tra il bene e il male in riferimento allo stesso fondamentale diritto alla vita», afferma Giovanni Paolo II nella recente enciclica Evangelium vitae. Egli vuole aiutare il credente a ricercare i perché dell' eclissi del senso di Dio e dello smarrimento dei valori della dignità della persona umana nel contesto sociale e culturale dominante. Le violazioni della legge morale, di fronte alla vita nascente e alla vita che muore, sono giustificate dall' obiettivo di una migliore qualità della vita o dal perseguimento del benessere materiale. «In un simile contesto - continua il Pontefice - la sofferenza, inevitabile peso dell' esistenza umana ma anche fattore di possibile crescita personale, viene censurata, respinta come inutile, anzi combattuta come male da evitare sempre e comunque. Quando non la si può superare e la prospettiva di un benessere almeno futuro svanisce, allora pare che la vita abbia perso ogni significato e cresce nell' uomo la tentazione di rivendicare il diritto alla sua soppressione».
Nella nostra società complessa e pluralista, tanto diversa da quella del passato, la persona umana va aiutata a comprendere che la sua vita è un dono e un impegno: un dono che non può essere manipolato da interessi di mercato né essere legato solo al processo biologico; un impegno perché l' esistenza è legata a un progetto di Dio. Ognuno di noi è una preziosa tessera del meraviglioso mosaico della storia umana, con le sue caratteristiche e potenzialità , ma anche con i suoi limiti e sofferenze. La tentazione dell' uomo moderno è di cancellare l' immagine e la somiglianza che il Creatore ha impresso nel suo volto, attratto dai modelli di vita che la società del benessere e dell' efficienza gli prospetta, dimenticando che più vivrà nel benessere, più sarà insoddisfatto.