Giubileo di rinascita
È certamente ancora viva, nella nostra memoria, la suggestiva scena che la televisione ci ha offerto nella Notte di Natale: l'immagine di un vecchio Papa che apre la Porta Santa e che, prima di varcarne la soglia, si inginocchia e prega tutto solo assorto nel mistero di redenzione che stava celebrando. È stato un momento di silenzio, carico di spiritualità , di stupore e d'emozione, che ci ha aiutato a comprendere il significato dell'evento che stava per compiersi: l'avvio di un anno di grazia e di speranza. «Quel Papa vecchio, anzi antico quanto la Chiesa e quanto la Chiesa vigoroso e militante, che appoggia tutt'e due le mani alla Porta Santa - ha scritto Eugenio Scalfari sul quotidiano «la Repubblica» del 27 dicembre scorso - è l'immagine di un magistero planetario che predica a tutti gli uomini di buona volontà la pace, la fratellanza, l'eguaglianza, la libertà , i diritti e i doveri di ciascuno di noi».
Con il passo esitante ma sicuro e con uno sguardo che trasmette segni di fiducia e di speranza, Giovanni Paolo II in questo avvio dell'anno santo, ha trasmesso alla cristianità e agli uomini di buona volontà di altre religioni, il bisogno di un rinnovamento spirituale, sociale e politico; ha auspicato una maggiore attenzione alle attese dell'uomo. Nella festa della Santa Famiglia, ha invitato a portare lo spirito di conversione anche all'interno della famiglia, soprattutto dove c'è la necessità di ricomporre divisioni e profonde crisi.
L'anno santo è un'occasione propizia perché le famiglie avvertano la vocazione a essere comunità di progetti, di solidarietà , di perdono e di fede. I genitori sono incoraggiati ad accogliere la vita nascente, a rivolgere una maggiore cura ai bambini e ai giovani. Ed è significativo che siano stati proprio loro ad accorrere a Roma per le prime grandi manifestazioni del 2000.
La notte di capodanno e il giorno seguente, in Piazza San Pietro, c'erano più di centomila giovani, venuti a festeggiare con il Papa l'attesa del 2000, in una gara di preghiera e di gioia. Fiaccolate, veglie e marce della pace, hanno avuto luogo in tante altre città , dal Nord al Sud d'Italia, nelle cattedrali e nei più significativi santuari della cattolicità , ridestando l'attenzione dei credenti e non, per l'alternativa che questi giovani hanno saputo dare allo stile chiassoso e mondano con cui le masse hanno festeggiato l'avvento del 2000. Il 2 gennaio, più di cinquantamila bambini e ragazzi, hanno celebrato la loro giornata giubilare. Con loro c'erano molti gruppi «Pueri cantores» da ogni Paese del mondo, che con i loro canti hanno donato alla manifestazione un carattere di gioiosa festa.
Anche nella basilica di Padova, dall'apertura dell'anno santo (nella foto sotto) a oggi, abbiamo vissuto giornate di grande spiritualità con rilevante partecipazione di fedeli. L'11 febbraio, celebreremo la «Giornata mondiale del malato», durante la quale ricorderemo soprattutto gli amici iscritti all'Unione antoniana mondiale malati (Uamm) e quanti si raccomandano alle nostre preghiere.
La festa della Lingua del Santo sarà celebrata domenica 20 febbraio e richiamerà pellegrini da ogni regione d'Italia. La reliquia della sua lingua, rimasta per tanto tempo incorrotta, rimane come segno del suo infaticabile impegno per comunicare il vangelo all'uomo: «Antonio, in verità , è la voce profetica che ripete al mondo le parole-chiave del vangelo: pace, riconciliazione, amore. Una voce che risuona in tutta la terra come messaggio di salvezza», scrive monsignor Marcello Costalunga, delegato pontificio della Basilica antoniana, nel decreto per l'inaugurazione del Giubileo che ispira propositi di pace, invita a varcare una «porta», ponendoci alla ricerca di soluzioni di giustizia e di solidarietà che rinnovino il mondo. Perché non sognare, allora, che quest'anno santo possa rispondere alle tante attese del nostro tempo, valicando ogni frontiera di lingua, cultura e nazionalità ?