Un lombardo rampante
Consulente aziendale, conduttore di trasmissioni radiofoniche e televisive, membro del Comites, Lizzola conta sull";apporto dei giovani per sviluppare relazioni commerciali e culturali tra Italia e Canada.
Milano
Ho incontrato Claudio Lizzola in occasione del suo ultimo viaggio a Milano, sua città natale e punto di riferimento per la sua attività di consulente all";estero per società italiane. Lizzola si è trasferito in Canada nel 1976, dopo un";esperienza imprenditoriale e dopo il matrimonio con Marina, da cui ha avuto tre figli: Stefano, Massimo e Valentina.
Genitori e figli, perfettamente integrati nella società canadese, posseggono la doppia cittadinanza e sono fieri della loro italianità . L";unica difficoltà per il loro inserimento era la conoscenza scolastica dell";inglese, che ora parlano e scrivono correttamente: Claudio collabora infatti con diversi media nelle due lingue, la moglie ha scritto un suo libro in inglese; Stefano si sposerà in agosto con una canadese di origine irlandese, di cultura anglofona; Massimo si è sposato con una canadese di cultura francofona, e Valentina è fidanzata con un giovane giunto da poco dalla Germania.
Membro del Comites di Toronto, Claudio è presidente della 'Commissione dei diritti civili', un ruolo che lo impegnò in modo particolare quando, per l";interessamento dei Comites, del Cgie e delle associazioni, si riuscì a protrarre fino al 1997 la legge che consentiva ai connazionali residenti all";estero di riacquistare la cittadinanza italiana. La nostra intervista parte proprio da questa sua esperienza.
Msa. Quando è stato coinvolto dal mondo associazionistico?
Lizzola. La mia attività imprenditoriale e di consulente di società italiane in Canada, mi aveva tenuto lontano dall";attività politica e dalle associazioni. Ma la svolta politica del 1994, che in Italia diede inizio alla 'Seconda Repubblica', suscitò in me un particolare interesse. Così aderii alla coalizione politica del 'Polo delle Libertà ' e accolsi l";invito a partecipare al Comites di Toronto. Oltre ad occuparmi della Commissione diritti civili, curo una rubrica settimanale nella più importante stazione televisiva, con programmi in lingua italiana, del Canada e una rubrica quindicinale a Radio Chin, in cui informo gli italiani sulle problematiche riguardanti gli aspetti della politica e dell";economia italiana. Sono momenti privilegiati che mi consentono di offrire alla comunità un servizio di informazione, e mi danno l";occasione di dialogare con i connazionali o gli italo-canadesi e di recepire in linea diretta i loro umori!
L";associazionismo italiano in Canada è in crisi o vive un momento di sviluppo?
Il Canada è un Paese nel quale gran parte degli emigrati italiani, arrivati dopo gli anni Cinquanta, sono di prima emigrazione: posseggono ancora la lingua e la cultura del Paese d";origine, e trovano nelle associazioni e nelle istituzioni italiane un valido punto di riferimento. Nei prossimi decenni, mano a mano che questa generazione verrà a mancare, tutto ciò si affievolirà . Avremo un futuro migliore se riusciremo a suscitare nei nostri giovani l";amore per i valori dell";italianità e un senso di appartenenza alla nostra comunità . È il problema che maggiormente preoccupa i leaders della nostra comunità , perché la perdita della lingua e della cultura italiana coincide con la perdita dell";identità . Andando all";estero, noi sapevamo che questo era lo scotto che ogni famiglia avrebbe dovuto pagare; ma oggi il problema si presenta in tutta la sua attualità e gravità .
Quali sono gli impegni del Comites di Toronto?
Costituito con decreto del ministero degli Esteri italiano nel settembre del 1994, il Comites ha ora terminato il suo mandato. La nuova riconvocazione in corso, si basa sulle segnalazioni da parte delle associazioni italiane costituite e operanti nella circoscrizione che hanno fatto pervenire i nomi dei loro candidati e le loro preferenze. Un 'gruppo di saggi' associati al Comites scaduto e collegati con il consolato, estrarrà i nomi più significativi per il nuovo Comites. In questi ultimi anni, il nostro lavoro era rivolto ai connazionali, per motivarli a espletare le formalità richieste per la riacquisizione della cittadinanza italiana. Un altro significativo apporto è stato dato al consolato, per il completamento dell";anagrafe degli italiani residenti nella circoscrizione consolare di Toronto, in vista dell";approvazione del voto per i nostri connazionali all";estero.
Sono molti i suoi corregionali a Toronto, e quali sono i rapporti con la regione Lombardia?
Anche se conosco l";attiva presenza dell";associazione 'Bergamaschi nel mondo', non ho ancora dei dati sui lombardi in Canada. Sono però a conoscenza che l";assessore all";emigrazione della Lombardia, Bombarda, sta promuovendo un pacchetto di iniziative a favore dei corregionali all";estero, nel quale sono stato anch";io coinvolto. Il primo degli obiettivi che vorrei raggiungere è la fondazione dell";associazione 'Lombardi di Toronto', anche se richiederà un approfondimento di rapporti con la regione e una serie di contatti per coinvolgere i corregionali residenti nell";Ontario. Inizierò a sensibilizzarli attraverso la mia attività televisiva e radiofonica, come 'una voce della Lombardia' che vuole informare su quanto la regione programma e realizza per loro. I media sono divenuti ormai il canale privilegiato per la promozione dei rapporti tra le istituzioni italiane e le nostre comunità all";estero: possono divenire anche strumenti di promozione di business per aziende lombarde che desiderano intraprendere rapporti commerciali con la comunità italiana residente in Canada.
Quali sono i settori in cui possono essere sviluppati rapporti tra Italia e Canada?
Per frenare il costante fenomeno dell";assimilazione e per dare un futuro all";italianità dei nostri figli, il primo ambito in cui il governo e le regioni italiane devono maggiormente impegnarsi è quello della formazione e della cultura, soprattutto con programmi di borse di studio e di stage universitari e post-universitari. Io sono convinto che i nostri giovani, se hanno la fortuna di frequentare delle università , come la 'Bocconi' di Milano, o di partecipare agli stage di Fiat o Mediaset o di altri gruppi italiani, avranno certamente un vero interesse anche per la lingua italiana.
Cultura e professionalità si integrano e, successivamente, i rapporti umani instaurati in Italia si potranno trasformarsi in nuove opportunità di lavoro e di interscambi economici. Noi italiani in Canada, come tanti italo-americani in Usa, siamo i veri rappresentanti dell";Italia produttiva. La mia professione di consulente è valsa molte decine di miliardi di esportazioni dall";Italia in Canada; ma, proiettando la mia esperienza, sono convinto che i nostri giovani, se sono culturalmente e professionalmente preparati e interessati a mantenere relazioni e rapporti con le realtà economiche italiane, hanno certamente in questo settore sicure prospettive di lavoro. Il mercato canadese, per quanto riguarda il consumo di prodotti italiani supera di molto il mercato degli italo-americani. Basti pensare che solo a Toronto consumiamo ogni anno cinque miliardi di lire di pasta italiana. È il binomio 'cultura e business' che potrà garantire la continuità della presenza italiana in Canada. Vorrei ricordare un altro dato che riguarda però i costi. Mi riferisco ai trecento miliardi di lire inviati ogni anno dallo Stato italiano ai settantamila anziani che percepiscono la pensione.
Quale può essere il ruolo dei mass media italiani?
Tutto ciò che si fa per l";informazione, in Italia e nei Paesi di maggior concentrazione migratoria, è certamente positivo. La vera carenza è però l";informazione di ritorno. Noi all";estero continuiamo a mantenere un rapporto di affetto e di amicizia con la terra d";origine, ma nell";immaginario italiano noi siamo ancora i 'vecchi emigrati' con la valigia di cartone in mano. Non si conosce il patrimonio che l";altra Italia rappresenta, e l";apporto che essa continua a dare alla madrepatria. Il Cnel, Consiglio nazionale dell";economia del lavoro ha reso noto che nel 1997 il contributo delle comunità italiane all";estero all";economia italiana è stato di ottantottomila miliardi: è il valore di un anno e mezzo di 'Finanziarie'!
Qual è il ruolo delle regioni italiane?
Da qualche anno le regioni italiane si stanno muovendo bene, con programmi validi, anche se i budget non sono adeguati alla domanda. Noi stiamo apprezzando i loro programmi, soprattutto se mirano a trasformare il rapporto con gli italiani all";estero in un rapporto di partnership in grado di trasformare i nostri giovani, già inseriti nella comunità canadese ma a conoscenza delle attività economiche italiane, in 'uomini ponte', capaci cioè di promuovere un numero sempre maggiore di esportazioni dal nostro Paese.