Mobilità in un mondo nuovo
Iniziamo il 2005 con motivati sentimenti di fiducia. Riflettendo, infatti, su quanto sta avvenendo nel mondo, l";attenzione è rivolta a tappe e fatti di un processo storico che ci coinvolgono come italiani residenti nella penisola e all";estero.
L";allargamento dell";Unione Europea a 25 Stati membri è un evento che oltre a segnare una rilevante tappa storica "; per la prima volta, infatti, si sta compiendo un";unificazione politica senza lo strumento della guerra "; offre al «vecchio continente» allargato a 453 milioni di cittadini, ruoli e rapporti internazionali di maggior peso politico. E questo avviene in un momento storico in cui stanno emergendo i grandi Paesi del continente asiatico, e il Mercosur, in America Latina, si sta consolidando come partnership politico-economica tra gli Stati più importanti del continente.
All";allargamento dell";Europa è legata la firma del Trattato costituzionale europeo avvenuta lo scorso 20 ottobre a Roma. Anche se è solo una tappa di un percorso partito da lontano "; ed ora legato alla ratifica dei Paesi firmatari "; esso offre nuove prospettive al processo d";integrazione dei 25 Stati europei: ed è nostra speranza che ciò avvenga senza impoverire le culture, le identità e le tradizioni dei singoli popoli. La formazione dell";Unione europea, e ora il suo allargamento, fin dalla loro ideazione hanno trovato l";Italia tra i Paesi maggiormente impegnati per il conseguimento di questi obiettivi. E i suoi milioni di connazionali, residenti negli Stati membri, con la loro attiva presenza, la loro professionalità e le loro esperienze d";integrazione, continueranno ad essere testimoni e portatori dei valori dell";umanesimo cristiano, del patrimonio di libertà , di democrazia, di tutela dei diritti della persona e di rispetto delle diversità che da secoli caratterizzano il patrimonio morale e culturale delle genti italiche.
Un altro fenomeno che si presenta sempre più rilevante, con le sue tensioni e prospettive, è la mobilità : un evento sociale che sta trasformando tanti Paesi del pianeta in società plurietniche e multiculturali. Se per le nazioni e i popoli in via di sviluppo, la mobilità ha ancora il significato negativo di fuga dalla propria terra, per l";Europa, le Americhe e per l";Australia, essa costituisce il nuovo volto del fenomeno migratorio. È uno dei segni della società contemporanea, anche se si constata che mentre si estende sempre più la libera circolazione dei capitali, c";è il pericolo che si restringa la possibilità di circolazione delle persone. Contro gli interessi a cui mira la globalizzazione economica dei mercati, i valori dell";umanesimo cristiano e latino, che hanno radici storiche profonde, propongono come alternativa la «cultura della solidarietà ». Essa prevede un mondo più vivibile se rimane aperto al riconoscimento dei diritti della persona e delle minoranze; e se gli Stati e le istituzioni riescono a realizzare politiche internazionali e di sviluppo a favore dei Paesi poveri, non egemonizzate da interessi commerciali o militari. Oggi il dibattito sulla deriva violenta generata dal fondamentalismo e da un inquietante neoconservatorismo di una certa parte dell";Occidente, così come i conflitti in atto in Medio Oriente, in Asia e in Africa, concorrono a mettere in luce la consapevolezza sempre più unanime dei ruoli inderogabili di alcune istituzioni internazionali come l";Onu, poste a salvaguardia della pace, della giustizia, e garanti dell";internazionalizzazione del diritto alla mobilità e alla circolazione delle persone.
Il fenomeno della mobilità sta trasformando le società d";ogni continente in società multietniche destinate perciò a divenire multiculturali. Ciò comporta, da parte dei governi e delle istituzioni, l";impegno verso progetti educativi e di comunicazione sociale che prevengano eventuali atteggiamenti e conflitti di carattere razziale o religioso. La multietnicità , superate le contrapposizioni negative, diviene così una palestra d";integrazione sociale "; non di assimilazione "; e di interrelazioni culturali tra etnie e popolazioni diverse. Solo smantellando pregiudizi e stereotipi che compromettono le relazioni tra popoli di culture e religioni diverse, ci si educa alla mondialità , alla cooperazione con le diverse etnie residenti nel territorio, e alla valorizzazione delle reciproche creatività . Si diventa così cittadini di una società multiculturale, in un contesto sempre più globalizzato; capaci d";interagire in ambiti non solo locali ma anche mondiali, ponendo «i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,79).
È questo, cari lettori e associati, l";augurio che io personalmente e tutti i frati della Basilica del Santo vi rivolgiamo, con sincera gratitudine e profondo affetto, per il 2005.