Le ali dei cristiani
Abbiamo seguito con una profonda vicinanza spirituale i giovani di ogni continente che hanno percorso le vie d";Europa, come re magi del terzo millennio, per celebrare la XX Giornata mondiale della gioventù a Colonia. Pellegrini della fede in un mondo globalizzato, questi giovani, invitati a riscoprire il messaggio fondamentale della nostra fede e il ruolo della chiesa, con la loro partecipazione alle catechesi e alle celebrazioni arricchite dalle riflessioni di Benedetto XVI, hanno testimoniato un volto nuovo della fede cristiana e la capacità di andare anche controcorrente, per essere testimoni del messaggio e della gioia di questa Gmg nei contesti sociali in cui sono inseriti. A Marienfeld erano un milione, e la maggior parte proveniva dai Paesi europei e d";oltreoceano.
Il loro cammino, ispirato dal simbolo della stella che ha guidato i magi d";Oriente ad adorare il celeste Bambino, ha avuto diverse soste. Hanno conosciuto così un continente e un Paese ricolmo di storia, di cultura e d";innovazione tecnica ma che, nonostante il crollo di totalitarismi e ideologie atee, è sempre meno aperto al messaggio cristiano. Nella prima intervista alla Radio Vaticana, Benedetto XVI si augurò infatti che la Gmg di Colonia «aiuti a riscoprire le radici cristiane dell";Europa», sia cioè occasione per «dare impulso nuovo ad un continente vecchio». E alla domanda sulla cosa più importante che desiderava trasmettere ai giovani, aggiunse: «vorrei far capire loro che è bello essere cristiani. L";idea genericamente diffusa è che i cristiani debbano osservare un";immensità di comandamenti e che quindi il cristianesimo sia qualcosa di faticoso e oppressivo da vivere, e che si è più liberi senza tutti questi fardelli. Io invece vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore e da una rivelazione non è un fardello ma sono ";ali";». Un messaggio, questo, che il Papa ha rivolto non solo ai giovani di Colonia, ma a tutta la cristianità . La sfida è di non lasciarci condizionare dalle alternative ispirate dal dubbio metodico, dal relativismo e da scelte di vita che, staccandoci dalla chiesa, ci portano alla sfida sulla stessa esistenza di Dio. «In vaste parti del mondo "; ha rilevato il pontefice "; esiste oggi una strana dimenticanza di Dio. Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di lui. Una grande gioia non si può tenere per sé».
Abbiamo seguito con simpatia i 100 mila giovani connazionali, giunti dalle regioni della penisola, molti dei quali hanno trovato accoglienza presso le Missioni cattoliche italiane della Renania. Ma la nostra attenzione era rivolta soprattutto ai loro coetanei, figli o nipoti di italiani residenti in Germania e in altri Paesi europei. Questi giovani non hanno vissuto lo sradicamento dall";Italia, come i loro genitori o nonni. Cresciuti in Paesi in cui la multiculturalità è più accentuata che in Italia, seguono oggi le rotte della società globale, con attenzioni e interessi rivolti al raggiungimento della loro professionalità . Sono oriundi italiani, ma non tutti si sentono eredi delle memorie delle loro origini e dei valori cristiani trasmessi dai loro padri. Coloro però che, a Colonia e nelle altre città viciniori, hanno offerto tempo e disponibilità per accogliere i gruppi provenienti dall";estero; quelli che hanno partecipato alle catechesi, all";incontro «Italyani Koln» (con 50-60 mila italiani accompagnati dai cardinali di Genova, Palermo, Torino, Milano, dal presidente della Conferenza episcopale italiana, Camillo Ruini, e dal ministro Mirko Tremaglia), agli incontri con Benedetto XVI davanti al Duomo e nella spianata di Marienfeld, tutti hanno vissuto un";esperienza di fede unica e indimenticabile. A contatto con tanti coetanei italiani, questi giovani oriundi hanno avuto un";occasione privilegiata per approfondire il significato della loro duplice appartenenza.
Le Gmg non sono certo occasioni per un revival d";italianità , anche se la manifestazione «Italyani» di Toronto e di Colonia sono stati momenti di fede, di cultura e di gioia nei quali tanti giovani hanno sperimentato, in un clima di forte partecipazione emotiva e comunitaria, che «Dio non è fuori moda», ed anche quanto sia bello essere cristiani. Un";esperienza positiva per quanti vivono in contesti sociali caratterizzati dal distacco dalla pratica religiosa e da vuoti di formazione morale. La rinuncia da parte di tanti giovani alle memorie dei padri e all";appartenenza alle proprie radici è oggi una delle sfide emergenti nelle comunità italiane all";estero; un fenomeno che stimola sensibilità e motivazioni nuove per reinventare e rafforzare la loro identità .
La Gmg di Colonia ha indicato alle generazioni cristiane un cammino nuovo da percorrere. E come per i magi, anche per loro c";è «un";altra strada» da scegliere, come testimoni dell";esperienza vissuta e nella prospettiva di rivivere a Sydney, nel 2008, un altro gioioso appuntamento di fede. Un evento che sta già entusiasmando i giovani e le comunità cristiane d";Australia.