Italiani, fieri e uniti
Iniziamo con fiducia un 2006 denso di rapporti e di impegni con i nostri lettori, sparsi nei cinque continenti, consapevoli di trovarci in contesti mondiali nei quali, per salvaguardare la propria identità , è necessario un approfondimento di sensi d";appartenenza. Il loro inserimento nei Paesi d";accoglienza è unito a processi di mondializzazione, motivati da interessi politici ed economici, che hanno fatto nascere l";Unione europea, allargata oggi ai Paesi dell";Est, e stanno consolidando altre aggregazioni, come il Mercosur in America latina. Aggregazioni e processi che non possono annullare il retaggio culturale, sociale e religioso legato all";identità d";ogni popolo. I fatti di violenza accaduti nei mesi scorsi in alcuni Paesi europei "; che hanno fatto emergere un profondo malessere in seno alla società occidentale "; sono stati causati anche da politiche e forme d";assimilazione che annullavano o non rispettavano i valori dell";identità di etnie e popoli. La perdita delle proprie radici si tramuta spesso nel rifiuto d";ogni senso d";appartenenza.
Per i concittadini residenti in patria e per i 4 milioni di italiani nel mondo, il 2006 si prospetta come un anno di particolare rilevanza. C";è innanzitutto l";appuntamento elettorale, programmato per la prossima primavera, che per la prima volta vedrà approdare 12 deputati e 6 senatori, scelti tra i connazionali nel mondo, nel Parlamento italiano. Un evento, questo, che non coinvolgerà solo gli «italiani con passaporto», ma anche decine di milioni di persone d";origine italiana e di italici, che per varie ragioni mantengono con l";Italia un rapporto particolare.
Noi ci auguriamo che siano proposte e votate persone adeguate a questo ruolo affinché la loro partecipazione al Parlamento italiano non abbia un ruolo di rappresentanza, ma possa offrire apporti di idee e proposte innovative a nome di un";Italia che vive nel mondo.
Un";«altra Italia» che ha maturato cultura, esperienze e strategie a livello internazionale che diviene un valore aggiunto allo sviluppo del nostro Paese, e un";offerta di prospettive a lunga durata alla politica del suo governo a favore dei connazionali e degli italici residenti nel mondo. Da più parti si elevano voci non concordanti che mettono in evidenza come il processo d";integrazione degli italiani nei Paesi d";accoglienza, e la crisi delle tradizionali associazioni siano fenomeni che tarpano le ali alla speranza di una rinascita d";italianità nel mondo.
Governo e istituzioni italiane devono porre attenzione alla rete internazionale di cultura e di esperienze personali che gli italiani nel mondo compongono; così come alle prospettive di una partecipazione attiva delle nuove generazioni; alla capacità delle associazioni di «fare sistema» (in un momento in cui i contributi economici diminuiscono) coinvolgendo Regioni, Università , Camere di commercio, Fondazioni per progetti mirati alla salvaguardia della nostra cultura e della nostra lingua, volà ni d";italianità .
«Gli italiani nel mondo costituiscono parte integrante di questa Nazione: sono una cosa sola con l";Italia», ha dichiarato il presidente della Repubblica italiana, Ciampi, incontrando al Quirinale i membri della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-Cgie. L";obiettivo è importante perché «in Italia e nel mondo si verificano profonde evoluzioni economiche e sociali, e nel nostro Paese le Regioni sono chiamate ad assumere nuovi compiti. Oggi più che mai s";impone la necessità di una concertazione tra gli organi preposti alla definizione e all";attuazione delle politiche a favore delle nostre comunità all";estero, allo scopo di raggiungere risultati ottimali». Le evoluzioni storiche mondiali, i compiti dello Stato e il ruolo delle Regioni "; che troverà nuove prospettive e risorse nell";attuazione della recente riforma costituzionale "; richiedono cooperazione, sinergie, strategie comuni.
In questi ultimi mesi, numerose Regioni italiane hanno rinnovato le Consulte, inviando i loro rappresentanti ad incontrare i corregionali all";estero, per rafforzare legami e interessi. Anche se con forte ritardo, l";Italia si sta rendendo conto che i connazionali sono un ponte prezioso con culture diverse, mantenendo intatti i valori e i tratti distintivi dell";italianità ; ma sono risorsa in altri settori. Nel suo discorso, il presidente Ciampi ha infatti parlato della crescente presenza delle imprese italiane all";estero: «Le nostre comunità all";estero possono dare un contributo prezioso al dinamismo e alla diffusione del Sistema Italia. Possono agire da autentici moltiplicatori della presenza e degli investimenti italiani, favorendo l";interscambio, accordi di partenariato, la collaborazione tra le realtà economiche di residenza e le Regioni d";origine». Parole che gratificano un";epopea di impegni e di sacrifici, ma aprono nuove dimensioni all";italianità nel mondo.