Voto regionale per avvicinare i giovani

Gemellaggi, formazione, nuovi accordi commerciali e imprenditoriali. I corregionali all'estero stanno divenendo protagonisti di crescenti interscambi con la terra d'origine.
12 Dicembre 2007 | di
Asolo

Dopo la positiva esperienza degli ultimi due anni in cui la Consulta dei Veneti nel Mondo si era riunita nel 2005 in Brasile, e nel 2006 in Argentina, l’ultimo incontro di questo organismo consultivo della Regione – formato dai rappresentanti delle dodici Federazioni, dei Comitati dei veneti all’estero e delle Associazioni provinciali dell’emigrazione – si è svolto ad Asolo, in provincia di Treviso, nei giorni 16 e 17 novembre. L’assise è stata promosso dalla Regione del Veneto con il concorso dell’Unioncamere del Veneto, dell’Associazione Trevisani nel mondo e del Comune di Asolo.

Gli incontri annuali della Consulta sono occasioni privilegiate che consentono all’assessore regionale ai Flussi migratori, Oscar De Bona, ai dirigenti degli enti, delle istituzioni e delle associazioni del Veneto di verificare i progetti approvati, di programmare le nuove istanze delle comunità venete all’estero, individuando strumenti e soluzioni per l’incremento di reciproci rapporti e collaborazioni anche sotto il profilo economico. I veneti all’estero sono infatti una grande risorsa per la loro regione di provenienza, e questo spiega gli interessi e le iniziative che si stanno incrementando tra le realtà venete nel mondo e le Province, i Comuni, le Comunità Montane, le Camere di Commercio, le Università venete, i Patronati sindacali e le associazioni d’emigrazione.

L’incontro si è svolto presso la sala del Museo Civico dello storico centro veneto, sotto la presidenza dell’assessore De Bona, affiancato dal dirigente della Direzione Sicurezza Pubblica e Flussi Migratori, Egidio Pistore, dal sindaco di Asolo, Daniele Terrazza, e da Riccardo Masini direttore della Trevisani nel mondo. «È stata una consulta particolarmente importante – ha sottolineato De Bona – per almeno due motivi: primo perché è stata preceduta da una settimana di formazione per gli stessi consultori e per i dirigenti dei Comitati e delle Federazioni dei veneti all’estero; secondo perché c’è stata un’audizione da parte della Commissione Statuto del Consiglio Regionale». I corsi di formazione richiesti dalla Consulta di Mendoza in Argentina, nel 2006, hanno approfondito temi riguardanti l’economia, le politiche regionali per lo sviluppo, le università e i rapporti tra pubblica amministrazione e imprese. Aspetti che sono stati affrontati e sviluppati dagli interventi del presidente dell’Unioncamere del Veneto, Federico Tessari; dal presidente dei Giovani Industriali Veneti, Gianluca Vigne; da Marina Verlato dell’Unioncamere, da alcuni dei settanta sindaci presenti che hanno illustrato i rapporti dei loro comuni con i corregionali all’estero; e da Renzo Reffo dell’Associazione Italia-Australia. Tutti hanno sottolineato la necessità di rafforzare il rapporto tra l’imprenditoria veneta, operante in Regione, e quella all’estero; d’investire sugli interscambi giovanili per lo studio, la formazione e il lavoro; di realizzare gemellaggi e iniziative culturali e sociali con contatti informativi con l’assessorato e le associazioni operanti nel settore. L’assessore De Bona ha rivolto parole di ringraziamento ai sindaci e ai presidenti delle Province per il loro interessamento: «Mai come in questi ultimi 15 mesi – ha detto – li abbiamo avuti così vicini, e insieme abbiamo potuto organizzare tantissime iniziative».

Nella mattinata di giovedì 15 novembre, i consultori, trasferitisi a Venezia, sono stati ricevuti a Palazzo Ferro Fini dal consigliere Moreno Teso in rappresentanza dell’Ufficio di presidenza, e da Francesco Piccolo, presidente della Commissione Statuto del Consiglio regionale al quale il vicepresidente della Consulta, Giorgio Seghetto, facendosi portavoce delle 416 Associazioni dei veneti all’estero, ha rivolto un forte appello: «alla Regione chiediamo di passare dagli interventi assistenziali, culturali ed economici, all’autentico riconoscimento politico. Già dieci regioni italiane si sono dotate di una nuova carta statutaria, in cui c’è un esplicito riconoscimento dei loro corregionali all’estero. L’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia hanno previsto anche forme di partecipazione diretta». Hanno dato risalto alla richiesta gli interventi di Gioachino Bratti, presidente della Bellunesi; di Richard Cavallin, consultore del Venezuela; di Piergiorgio Cappellotto, consultore dell’Australia; di Luisa Fusaro e di Luciano Alban rappresentanti delle associazioni argentine e svizzere.

L’appello è stato ripreso dall’assessore De Bona nell’introduzione ai lavori della Consulta. «Nella premessa politica al programma triennale 2007-2009 degli interventi a favore dei veneti nel mondo che la Giunta regionale ha da tempo approvato – ha sottolineato De Bona – sono già contenuti gli impegni sollecitati dalla Consulta per l’emigrazione circa il riconoscimento del diritto di voto e di rappresentanza nel Consiglio regionale. Il documento è stato condiviso lo scorso settembre anche dalla competente commissione consiliare, e ora anche l’assemblea regionale dovrà prendersi le sue responsabilità dal momento che è chiamata ad approvarlo definitivamente». De Bona ha così ribadito la validità della richiesta che nello Statuto si affermi che il Veneto è costituito anche dai cittadini residenti all’estero, e che agli stessi vengano riconosciuti pari dignità e diritti, come l’esercizio all’estero del diritto di voto attivo e passivo per le elezioni del Consiglio regionale e un’adeguata loro rappresentanza nel Consiglio stesso. La dichiarazione dell’assessore è stata accolta con favore della Consulta, dopo alcune interpretazioni seguite all’audizione nella sede della Commissione Statuto. «L’estensione dell’esercizio di voto è un’opportunità per recuperare tanti giovani veneti assenti dall’associazionismo e dalla vita delle Regione», ha sottolineato Luciano Lodi.

È difficile riportare la ricchezza dei contenuti e la quantità delle proposte registrate nei due giorni di lavoro della Consulta. Ha certo un’importanza prioritaria la richiesta del riconoscimento dei veneti all’estero, nel prossimo Statuto Regionale, dell’esercizio di voto attivo-passivo, e della loro rappresentanza in Consiglio regionale. Le altre istanze e proposte espresse negli interventi dei consultori – e recepite dall’assessore De Bona che, previa valutazione, le inserirà nel Piano triennale 2007-2009 in corso di approvazione – riguardano: il potenziamento degli interscambi culturali; il sostegno della diffusione della cultura veneta; l’attenzione ai problemi e ai rapporti con le associazioni; l’auspicio della costituzione di nuove Federazioni in America del Sud e nell’Europa dell’Est; le iniziative di solidarietà per la fascia degli anziani; il potenziamento dei rapporti con le Università del Veneto allo scopo di accogliere con agevolazioni economiche i giovani veneti residenti all’estero; l’auspicio di maggiori contatti tra Regione e associazioni, valorizzando anche i canali informatici.

Per illustrare i programmi della Regione a favore delle nuove generazioni venete, l’assessore, oltre Richard Cavallin, ha invitato alla Consulta anche Federica De Rossi e Marco Di Lello. A nome del Comitato Giovani Veneti all’Estero essi hanno presentato ciò che è stato realizzato nel 2006, e quanto in unione con il   Coordinamento regionale è programmato per il 2008. Infine, dopo i dovuti ringraziamenti a Lorenzo Sartori per l’organizzazione del Convegno, la Consulta si è conclusa con l’approvazione del documento presentato da Gioachino Bratti, che riporta il forte appello rivolto ai consiglieri regionali e alle forze politiche del Veneto, in cui vengono sottolineati i motivi e gli ideali che sono alla base delle richieste che provengono dal mondo veneto all’estero e rispondono a un’«insopprimibile esigenza di pari dignità e di giustizia che equipari i veneti sparsi nel mondo ai fratelli residenti in territorio regionale».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017