Promuoviamo il senso d'appartenenza
La Conferenza dei giovani italiani nel mondo, se vuole «individuare elementi e strumenti utili a definire una politica rivolta alla piena valorizzazione del patrimonio economico e culturale rappresentato dalle nuove generazioni degli italiani» – come recita il primo articolo del decreto d’indizione della Conferenza emanato lo scorso 18 luglio dal ministro degli Affari esteri, Franco Frattini – dovrà rispondere a interrogativi di grande attualità. Come promuovere, infatti, il senso d’appartenenza e i rapporti con l’Italia delle nuove generazioni sparse nel mondo? E come rispondere alle loro attese? Sono domande che toccano il futuro dell’italianità non solo riguardo all’allargamento dell’adesione civile e politica dei nostri oriundi, ma soprattutto al senso della loro appartenenza a un Paese amato per il patrimonio culturale che ha saputo diffondere in ogni continente.
Con l’articolo sul tema: La cultura è la nostra risorsa, Ernesto Galli della Loggia ha richiamato l’attenzione dei politici e del mondo istituzionale e associazionistico italiano sottolineando «il venir meno di un’energia interiore, il perdersi del senso e delle ragioni del nostro stare insieme come Paese. Sapere, Passato e Bellezza rappresentano le tre grandi prospettive che da sempre caratterizzano e per più versi racchiudono l’intera nostra vicenda, le tre prospettive che da secoli sono valse a mantenere questa piccola penisola mediterranea al centro dell’attenzione del mondo, portando il nome italiano oltre ogni confine» (Cfr. Corriere della Sera, 22 luglio 2008). Ho letto queste riflessioni pensando alle richieste riguardanti la cultura e l’istruzione espresse dai nostri oriundi nei convegni organizzati in ogni continente in preparazione alla Conferenza di Roma. Gli ambiti della cultura, della formazione e della ricerca, che l’Italia può offrire loro, diventano sicura garanzia per la crescita del senso d’appartenenza al Paese d’origine dei loro padri. Ma sono ambiti e istanze che devono trovare approfondimenti e, dai dibattiti della futura Conferenza, prospettare concreti interventi per promuovere dei «Progetti Giovani» a sostegno della loro maturazione professionale e della loro creatività.
Progetti a favore di oriundi italiani meritevoli e provenienti dai cinque continenti, sono già attuati da alcune Università italiane, con borse di studio, per iscriverli a specifici master o per inserirli in corsi d’approfondimento, in centri di ricerca o nelle realtà imprenditoriali più avanzate. Nella logica di questo investimento a lunga scadenza, mirato a recuperare i rapporti con l’«altra Italia», stanno operando lodevolmente anche alcune Regioni italiane e associazioni, con l’obiettivo di aiutare i loro corregionali e giovani soci a crescere negli ambiti della cultura e della ricerca scientifica.
A livello governativo, però, il Parlamento italiano deve maturare un progetto politico globale a favore dei suoi figli all’estero, con progetti di rilancio e con prospettive che motivino l’appartenenza culturale all’italianità – e se lo desiderano anche politica – delle nostre nuove generazioni. Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia si trova agli ultimi posti in rapporto alle risorse destinate alla ricerca e ai vari ambiti della conoscenza. Nella dichiarazione di Lisbona del 2000, la Commissione Europea ha invitato i Paesi membri ad adottare, nel contesto del costante aumento della mobilità delle nuove generazioni, nuovi provvedimenti per la crescita e la diffusione della conoscenza, realizzando, all’interno dei «Programmi Quadro», azioni concrete non solo per incentivare la mobilità, ma per migliorare l’instabile rapporto «accademia-industria». Un appello, questo, che può favorire la mobilità dei nostri oriundi e incentivare la loro presenza e i loro rapporti con l’Italia, a favore di una crescita culturale aperta alla loro futura professionalità.