Germania. Il cuore italiano di Essen
Tra il Bacino della Ruhr e l’Italia esiste un sodalizio lungo vent’anni. Parola di Nicole Palazzi, presidente della Società di cultura italo-tedesca di Essen, che dal 1991 realizza programmi e incontri per promuovere l’amicizia tra i due popoli europei. Dai 25 membri della prima ora, oggi l’associazione – che ha spento venti candeline proprio lo scorso anno –, sfiora i 225 iscritti. Sono persone «di ogni categoria sociale, unite dalla passione per l’Italia, con il massimo rispetto per la cultura di un Paese che molto ha dato alla Germania, in ogni epoca», assicura Nicole Palazzi. «Nella nostra associazione proviamo da vent’anni a realizzare gli ideali di un’Europa unita, sia con la partecipazione a diverse iniziative, che con viaggi-studio e scambi. I rapporti con l’Italia hanno segnato, profondamente e in modo duraturo, lo sviluppo dei nostri obiettivi». Mentre espone lo spirito e le linee programmatiche della Società di cultura, gli occhi del presidente si illuminano. Nicole Palazzi sorride ripensando agli ultimi tre anni che l’hanno vista al timone dell’associazione, tra incontri mensili dedicati alla realtà sociale, culturale e politica italiana, viaggi in Puglia, Sicilia, Campania, in Molise e nel Veneto.
Quello tra Italia e Bacino della Ruhr è un rapporto che affonda le radici nella prima metà dell’Ottocento. Sino agli anni Ottanta del ventesimo secolo la presenza di manodopera italiana nelle miniere di carbone e nell’industria del ferro e dell’acciaio di Essen, Bochum, Dortmund, Duisburg, Oberhausen, Gelsenkirchen e Mülheim fu decisiva. Senza contare che il primo vero teatro di Essen, il Grillo theater, si dovette alla famiglia Grillo, originaria della Valtellina. E ancora, che l’abbazia benedettina di Werden, sorta a sud della città tra l’VIII e il IX secolo, divenne uno dei centri religiosi, economici e politici più importanti d’Europa.
Un sodalizio secolare, insomma, che per Antonio Francese – il fondatore della Società di cultura italo-tedesca di Essen – valeva la pena tutelare. Ora, a distanza di due decenni da quella decisione, in molti gliene sono grati. «Da vent’anni, ormai, l’associazione culturale italo-tedesca della nostra città avvicina entrambe le culture, grazie al suo ricco programma», conferma il primo borgomastro di Essen, Reinhard Paß. Dello stesso avviso Adrian Boesken, presidente della Federazione delle associazioni culturali italo-tedesche, che ha ringraziato i responsabili del sodalizio per il loro instancabile impegno. Impegno che, come sottolinea la presidente della Società di cultura italo-tedesca di Essen, Nicole Palazzi, «è vero e proprio volontariato a tempo pieno». Frutto di quella passione e di quella buona volontà da cui dipende il futuro dell’associazione stessa.