Germania. Don Mutti, 60 anni nel Baden
Stoccarda conta circa 600 mila abitanti, ai quali se ne aggiungono 2 milioni distribuiti in un territorio dove fiorisce un’economia formata da 1.500 grandi, medie e piccole imprese. La comunità italiana che vi risiede si è dimostrata, non solo nell’ultimo mezzo secolo, una delle più intraprendenti nell’area di lingua e cultura tedesca. Stoccarda, e la regione del Baden-Württemberg, sono state sempre molto ospitali con chi proveniva dalla Penisola. Nel 1611 vi operava un nutrito gruppo d’artisti, mentre la costruzione della residenza ducale porta nella regione i migliori artigiani: sembra che il cantiere italiano contasse ben seicento lavoratori. A metà del XIX secolo, gli italiani parteciparono alla posa dei binari ferroviari, segnalandosi per la costruzione di ponti.
La storia dell’ultimo mezzo secolo è segnata dalla presenza di don Battista Mutti, incaricato nel 1953 dell’assistenza, non solo religiosa, degli italiani sparsi nel Baden-Württemberg, fino a Norimberga, Bamberga e Bayreuth. Questo sacerdote bresciano, a cavallo del 1960, seguì 60 mila connazionali, 20 mila dei quali a Stoccarda. Padre Daniele Sartori, responsabile della comunità scalabriniana, ricorda che di questo religioso «è rimasta una memoria che riporta a momenti di fede vissuta dalla comunità».
Nei primi anni, don Mutti operò tra le macerie del secondo conflitto mondiale. Con la sua mitica Topolino, dentro la quale riposava la notte, incontrava chi viveva lontano da Stoccarda. Nel 1955, si recò a Verona per incontrare i primi gastarbeiter (lavoratori ospiti stranieri), celebrando una Messa in Campo Fiera. Per sostenere i connazionali creò una rete di «aiutanti», anche tedeschi. Suor Klothildis e Ann Wipper, educatrice della regina Paola del Belgio, facevano parte di questo gruppo, mentre il medico W. Vollmer seguiva centocinquanta pazienti italiani nel suo ambulatorio.
Nel 1960 si riconobbe la necessità di avere altri sacerdoti madrelingua. Il Centro per gli italiani, con la Mci (Missione cattolica italiana) e la Caritas, sorge in un edificio messo a disposizione dalla città e regalato dal borgomastro al cardinal Mimmi con le parole: «Signor cardinale è per gli italiani!». Nel 1965 la missione di Werastrasse 92 è seguita da don Mutti e quella di Bad Cannstatta dai padri scalabriniani, ai quali si uniscono nuovi collaboratori. Nascono comunità di base e solidarietà nel posto di lavoro, in famiglia e a scuola. Nel 1982 sorge il centro per spiritualità per giovani di diverse nazionalità.
La comunità si organizza: ricongiunzione delle famiglie, avvio del doposcuola, patronati. Il primo maggio 1971 don Mutti interviene sul programma radiotelevisivo nazionale (Ard) sottolineando che i lavoratori stranieri hanno portato l’economia tedesca al boom economico e che non sempre sono stati accettati. Questo infaticabile sacerdote, che nel 1980 raccolse 60 mila marchi per le vittime del terremoto nella provincia di Salerno, è ancora oggi, nonostante l’età, molto impegnato. In collaborazione con la Caritas e le Acli sono state avviate attività per i tossicodipendenti e per la terza età.