Orgoglio «italian style»

Storia, cultura, arte e design sono alcuni dei settori che vedono impegnate le nostre nuove generazioni all’estero in progetti creativi.
11 Novembre 2011 | di

Giovani italiani nel mondo, un «marchio» che oggi le nuove generazioni all’estero portano con orgoglio e soddisfazione.
A metterlo in evidenza uno studio condotto dal Coordinamento regionale dei giovani veneti nel mondo che, negli ultimi dieci anni, ha seguito le progettualità giovanili venete (ma anche italiane) al di fuori dei confini nazionali. Contrariamente a quanto avveniva fino a venti anni fa – in cui i discendenti italiani preferivano nascondere le loro radici per non mettere troppo in evidenza un’origine povera e spesso socialmente più emarginata e discriminata –, oggi i discendenti italiani sono i primi promotori della cultura made in Italy, orgoglio e vanto del nostro Paese.
Ma i giovani italiani nel mondo oggi chi sono? Cosa chiedono? Che aspettative hanno?
In una società sempre più globalizzata come la nostra, mantenere le proprie origini diventa sempre più difficile. Per questa ragione, analizzare le motivazioni che stanno dietro l’orgoglio di essere italiani diventa un interessante argomento di studio e di approfondimento.
Dall’indagine risulta che i giovani discendenti italiani sono, generalmente, molto competenti nelle comunicazioni di massa ed esperti di informatica. Seguono con grande attenzione ciò che avviene in Italia, sia sotto il profilo politico ed economico che culturale e sociale. I social network sono i più presi in considerazione e le visite ai siti delle maggiori testate giornalistiche del nostro Paese sono molto alte.
Su questo è necessario fare qualche considerazione. Se i giovani italiani all’estero seguono lo sport, in particolare alcune trasmissioni di Rai Italia, se si interessano della crisi economica o della politica, significa che sentono come propri fatti e avvenimenti relativi a un Paese geograficamente lontano ma, idealmente, molto vicino.
Sempre per restare alla «carta d’identità» dei giovani, possiamo dire che sono, in grande maggioranza, laureati e molto spesso hanno anche conseguito un post-diploma di laurea o un master attinente il loro titolo di studio. Parlano correttamente almeno una lingua straniera che, spesso, non è l’italiano.
Ovviamente le differenze geografiche e territoriali hanno la loro importanza. I giovani italiani che risiedono in America Latina hanno un approccio diverso all’italianità rispetto ai loro coetanei in Australia, Stati Uniti o altri paesi anglofoni.
L’italianità nei giovani non scorre nelle vene allo stesso modo. L’origine sociale e culturale del luogo in cui si nasce influenza molto l’identità che ogni individuo possiede. La mentalità anglofona, multiculturale per tradizione, è differente da quella argentina o brasiliana, tanto per citarne alcune dell’area sudamericana. I giovani del cosiddetto «Secondo mondo» (senza discriminazioni, ovviamente) si sentono molto più italiani di coloro che, proprio per cultura e tradizione, sono più abituati alla convivenza di provenienze diverse.
Ma le nuove generazioni cosa si aspettano? Gli orientamenti che più emergono dalle diverse convention, meeting e congressi riguardano la cultura, la formazione (sia accademica che professionale) e l’impresa. Tre settori che i giovani italiani nel mondo sentono di grande interesse e che, in qualche modo, sono caratteristici del cosiddetto made in Italy. Potrebbe essere un marchio di qualità non solo per i prodotti in genere, ma per la cultura tutta, considerato quanto il patrimonio nazionale tricolore rappresenti anche solo a livello percentuale rispetto a quello storico, architettonico, artistico e letterario mondiale.
L’interesse per questi aspetti nei giovani è molto forte. È crescente il numero delle persone che si interessano di mostre d’arte e d’architettura italiane, senza dimenticare che sempre più le Fondazioni, gli enti e le strutture museali tendono a pubblicizzare i loro rispettivi patrimoni perché siano maggiormente fruiti da un pubblico giovane. Il teatro, il cinema e la musica sono le tre sottocategorie della cultura più richieste dalle nuove generazioni all’estero.
Design, grandi firme
e formazione permanente

L’italian style è poi quello del design, quello delle grandi firme presenti in svariati settori, dall’abbigliamento alle automobili, dai complementi d’arredo all’oggettistica, di quei marchi famosi che hanno fatto la storia d’Italia e che oggi rappresentano un certificato di qualità in tutto il mondo.
C’è poi l’aspetto della formazione. In questo caso è doveroso specificare che tale aspetto vale più per le zone dell’America Latina e meno per le aree anglofone. Per un giovane discendente italiano del Brasile o dell’Argentina, infatti, potersi perfezionare sotto il profilo accademico o di specializzazione nel nostro Paese è un valore aggiunto al quale molti laureati auspicano.
La grande crisi che stiamo attraversando e la fuga di molti giovani italiani all’estero rappresenta il contraltare di questa tendenza. La crisi lavorativa ed economica incide pesantemente sul futuro dei giovani italiani che si vedono costretti a cercare all’estero ciò che in Italia risulta molto difficile da trovare.
Sul fronte dell’impresa, proprio in questo periodo amaro per le aziende emerge quanto sia importante avere sul territorio una struttura imprenditoriale composta da piccole e medie aziende. Se il Veneto è ritenuto dagli esperti in materia la locomotiva dell’economia italiana, non bisogna dimenticare che il tessuto locale è composto proprio da tante piccolissime e piccole aziende che, sempre più specializzate, compongono i tasselli dell’economia locale, offrendo da un lato lavoro e garantendo, in tempi economicamente diversi da quelli che viviamo oggi, maggiore tenuta occupazionale in caso di dissesti economici. Questa tipologia di impresa è molto guardata all’estero, dove gli italiani hanno dato prova di competenza esportando questo modello che riscuote successo nelle zone a bassa concentrazione industriale. I giovani discendenti italiani vedono oggi nel marchio made in Italy e italian style il riscatto di almeno due generazioni, quelle dei padri e dei nonni, catalogati nel passato come «italiani maccheroni» o nelle varianti culinarie «italiani pizza» o «pasta» se non peggio: «italiani mafia».
Oggi l’orgoglio di essere di origine italiana è il valore aggiunto di queste nuove generazioni che guardano al nostro Paese e all’Europa come modello da imitare.   

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017