Brasile. Dalle conserve alla Fao

15 Ottobre 2012 | di

Il cognome non lascia dubbi sulla sua nazionalità sudamericana. Eppure José Graziano da Silva, direttore generale della Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), nato in Illinois nel 1949 da genitori brasiliani, vanta anche radici calabre, come confermano del resto il secondo nome, Graziano, e i suoi tre passaporti: italiano, statunitense e brasiliano. Laureato in economia e sociologia rurale all’Università di San Paolo in Brasile, da Silva ha conseguito specializzazioni all’Università statale di Campinas (Brasile), all’Università Santa Cruz della California e all’Istituto di studi latinoamericani dell’University college di Londra.

Autore di numerosi saggi e molto stimato in ambito accademico, dove i suoi insegnamenti sullo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare hanno formato generazioni di studenti, nel 2001 da Silva è entrato nello staff di Lula (Luiz Inácio da Silva), col compito di elaborare il progetto «Fame zero», uno dei punti principali nel programma dell’allora candidato alla presidenza del Brasile. Una volta eletto, Lula ha nominato José da Silva ministro straordinario alla sicurezza alimentare e alla lotta contro la fame. In cinque anni «Fame zero» ha consentito a 24 milioni di brasiliani di uscire dalla povertà assoluta e ha ridotto del 25 per cento il tasso di sub-nutrizione nel Paese.

Forte di questa esperienza, nel 2006 José Graziano da Silva è approdato alla Fao come rappresentante di America Latina e Caraibi. Nel giugno del 2011 la XXXVII Conferenza lo ha nominato direttore generale al posto del senegalese Jacques Diouf. Tra i suoi compiti oggi c’è quello di coordinare le 191 Nazioni aderenti alla Fao intorno a temi come la biodiversità, le pandemie, i biocarburanti e lo sfruttamento consapevole delle risorse naturali. Un incarico gravoso, che tuttavia non gli ha impedito di concedersi un tuffo nelle proprie radici italiane. E così, lo scorso luglio, grazie al tramite del parlamentare Fabio Porta, da Silva ha coronato il sogno di visitare i luoghi da dove, oltre un secolo fa, emigrarono i nonni materni.

Assieme alla famiglia, dunque, è volato a Lamezia Terme (CZ), dove il sindaco Gianni Speranza gli ha concesso la cittadinanza onoraria (nella foto). Quindi, la famiglia si è spostata nella vicina cittadina di Pianopoli, ospite del primo cittadino Gianluca Cuda. È bastata una sola giornata in Calabria perché nella mente di José riaffiorasserro i ricordi di una gioventù spensierata, trascorsa in compagnia della nonna italiana: «Mi ha insegnato a fare le conserve di verdure, i dolci, i liquori di agrumi – ha ricordato con la voce rotta dall’emozione il direttore generale della Fao –. Ma soprattutto, nonna mi ha sempre esortato a non sprecare il cibo.

Un insegnamento che tutti dovremmo seguire, considerato che ogni anno nel mondo si buttano 600 milioni di tonnellate di viveri, vale a dire circa un sesto della produzione annuale di alimenti».
 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017