Festeggiando l’Immacolata a Lippstadt

15 Gennaio 2013 | di

L’abbiamo attesa e pianificata per dodici mesi. Alla fine, lo scorso 8 dicembre, è arrivata, puntuale, la festa dell’Immacolata. Come ogni anno, noi religiosi e volontari della Missione cattolica italiana di Lippstadt (Germania) ci siamo lasciati coinvolgere e trasportare dalla fede e dall’entusiasmo nei preparativi dell’evento. Ritrovo ore 18,30 in una gremita chiesa di St.Nicolai: alla Santa Messa hanno preso parte fedeli da Paderborn, giunti in pullman per l’occasione. Ma c’era anche chi veniva da molte altre località tedesche, come Belecke, Soest, Werl e Wiedenbrück.

Tra i momenti più toccanti della celebrazione, il canto del Santo africano e del Maranathà, al lume dei flambeaux (fiaccole, ndr). Tema centrale dell’omelia: l’impegno di ogni cristiano a guardare Maria come una sorella di cammino, una serva del Signore che ha messo la propria vita al servizio di Gesù e dei suoi discepoli. Una compagna di viaggio, dunque, che, presentandoci suo figlio, ha ricreato la nostra vita e che, ancora oggi, attira la nostra attenzione e ci ispira alla preghiera. Basti pensare alla processione che, a messa conclusa, ha preso vita a Lippstadt, al seguito di una statua della Madonna ornata di fiori. Raccolti in una fila un po’ scomposta, noi della Missione cattolica italiana di Lippstadt, uniti a tutti i fedeli, abbiamo percorso le vie della cittadina tedesca. Quindi, ci siamo diretti verso l’ospedale, di fronte al quale abbiamo pregato per tutti i malati, i medici e l’équipe sanitaria. E dopo il raccoglimento, è venuto il tempo della convivialità. Conclusa la processione, ci siamo incontrati – come fratelli e sorelle – nella sala della Missione cattolica dove, tra brindisi e stuzzichini, ci siamo scambiati impressioni e progetti natalizi.

Mi piace vivere così la festa dell’Immacolata. Che monotonia sarebbe il nostro viaggio senza la certezza di una madre che ci dona gioia, senza la visione di un bimbo che ispira amore? Ecco a voi, dunque, un breve racconto per iniziare questi primi mesi del 2013 con fede e speranza, nella certezza che, anche quando non la riusciamo a percepire, la Vergine Maria è sempre con noi, ci protegge e ci guida, come una madre fa con i suoi figli. «Il pomeriggio era afoso. Un uomo, stanco e di cattivo umore, salì su un vecchio autobus. A lungo guardò la strada monotona. I compagni di viaggio erano tutti muti, oppressi anch’essi dal peso e dalla noia della vita. Ma, a una fermata, salì una giovane donna. Aveva tra le braccia un bambino che si guardava attorno, stupito. Gli occhi di tutti si fissarono su di lui. La giovane madre parlava, rideva, giocava col suo angioletto. Un soffio gentile di curiosità, di partecipazione si diffuse sul volto di tutti. Qualcuno sorrise. Qualche altro cominciò a dialogare. Anche quell’uomo stanco e deluso per una giornata “nera”, sorrideva e scherzava con il pupo dai riccioli biondi. Era più bello viaggiare, perché sul vecchio autobus del mondo era salita la madre che portava tra le braccia l’amore».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017