Una comunità più forte
Chicago
A Chicago, l'orgoglio italiano, il «sentirsi italiani», traspare da mille cose: da un associazionismo radicato e numeroso; da un'attività teatrale svolta con passione e professionalità , coordinata con competenza dallàamico Gino Nuccio; da una crescente domanda di lingua italiana che il console di Chicago, Granara, ha intelligentemente colto e soddisfatto anche grazie ad una convenzione tra lo Stato dell'Illinois e la Regione Lombardia. Ma la lingua italiana trova spazio anche grazie ai programmi della scuola pubblica di Chicago nella quale Charles Di Martino, siciliano d'origine nonché presidente dell'Associazione Santa Caterina, svolge la sua mansione di direttore in uno dei settori. E proprio la sua associazione quest'anno celebra il suo settantacinquesimo anniversario di fondazione: il segno dell'attaccamento, tramandato di padre in figlio, alla terra natale, ma anche il pieno radicamento nella realtà americana. Per festeggiare la lieta ricorrenza, il Se.R.E.S. - Segretariato regionale emigrazione siciliana, organismo della Conferenza episcopale siciliana -, ha organizzato una serie di attività culturali, tutte seguite con interesse e passione dalla collettività italiana: una mostra fotografica su tradizioni, arti e mestieri della Sicilia, una mostra pittorica riguardante le miniere di zolfo che, in passato, rappresentavano una delle poche ricchezze della Sicilia. E inoltre tre conferenze: una sulla realtà attuale degli italiani nel mondo; un'altra sulla comparazione tra l'emigrazione italiana e l'attuale immigrazione, e infine una lezione sulla letteratura siciliana con letture, seguite con commozione, di brani di autori siciliani contemporanei. Tutte le iniziative si sono svolte presso il Centro culturale italiano, vivo e attivo punto d'incontro della comunitË regionale presente a Chicago.
Da segnalare il concreto interculturalismo che diventa sempre più quotidiano: la domenica, durante le manifestazioni con le associazioni dei siciliani, nel campo accanto si stava svolgendo la messa per la numerosa comunità di messicani, i nuovi migranti, gli «ultimi arrivati». Ciò pone, anche alla comunità italiana, interrogativi e riflessioni sulla dignità dell'uomo, sul suo diritto a mantenere la propria identità e cultura. Le stesse cose, gli stessi diritti che abbiamo chiesto e chiediamo per i nostri migranti in tutto il mondo.
Due comunità riunite con il medesimo desiderio di restare unite per vivere meglio la diversità . Per tutti noi la testimonianza concreta di un'unica fede vissuta con diverse lingue e culture. Il riconoscimento della diversità è il cuore dell'esperienza di tutte le migrazioni: di ieri e di oggi. Ma com'è stato difficile! Nella società civile, anni di dolorose esperienze di abbandono e oblio hanno aperto gli occhi e il cuore a possibili esperienze di fraternità al di là di tutti i confini. Nella Chiesa, la cattolicità è stata riscoperta, grazie alle migrazioni, non solo nella sua diffusione nel mondo ma anche e soprattutto nella diversità e varietà delle sue componenti, oggi sempre più in relazione diretta.
Il Centro culturale italiano, nato evidentemente per servire e amare la comunità italiana di Chicago, oggi, profeticamente, l'ho visto e sentito molto di più. E non che gli italiani non vi fossero, anzi! Oggi vi erano anche queste nuove componenti, questi nuovi migranti ed ognuno esprimeva a suo modo l'appartenenza a diversi contesti culturali. D'altra parte, cos'è la cattolicità se non la possibilità di realizzare una comunione universale, un'unità senza frontiere in modo che le differenze anziché essere cancellate si realizzino piuttosto nella loro specificità ? L'impegno quotidiano del missionario italiano, padre Claudio Holzer, della vicina parrocchia San Carlo Borromeo, ieri impegnato a servire i suoi connazionali e oggi, anche i numerosissimi messicani, la dice lunga sui cambiamenti che stanno avvenendo nelle migrazioni, sulla qualità del servizio dei nostri missionari ma anche della necessità che anche da noi, in Italia, si cambi presto chiave di lettura delle migrazioni, imparando a leggerne i segni profetici di un'umanità che comunque corre verso l'unità della famiglia universale.
Ma torniamo a Chicago, dove «l'orgoglio italiano» è visibile in tutte le manifestazioni. L'ARSA, ad esempio, è l'Associazione Regionale Siciliana in America (presidente Tony Napoli), una federazione che dal 1983 raccoglie dodici associazioni di Chicago: «Maria SS. Lauretana» di Altavilla (presidente Giuseppe Camarda); «Beato Giovanni Liccio» di Caccamo (presidente Pasquale Porretta); «San Leoluca» di Corleone (presidente Carlo Riina); «San Giuseppe» di Casteldaccia (presidente Salvatore Calo); «Italian Radio Theatre», presidente Giuseppe Balistreri; «Santa Fara» di Cinisi (presidente Paolo Palazzolo); «San Biagio Platani» (presidente Giuseppe Savarino); «San Giovanni Bosco» di Ciminna (presidente Frank Cassata); àSanta Caterina VillaermosaÈ (presidente Calogero Di Martino); àSS. CrocifissoÈ di Ciminna (presidente Filippo Migliaccio); àBanda musicale sicilianaÈ (presidente Tony Napoli); àGruppo artistico italianoÈ (direttore Gino Nuccio). Ma vi sono anche attivitË molto interessanti e che fanno onore alla presenza italiana in quei luoghi. Il àGruppo artistico italianoÈ, ad esempio, diretto dagli attori Maria e Gino Nuccio, mette in scena, dal 1959, drammi e commedie di autori italiani: Pirandello, De Filippo, Martoglio, Russo e altri. Una lunga , appassionata e applaudita carriera teatrale segno, anche questo, dellàamore per làItalia trasmesso alle nuove generazioni. Una compagnia teatrale seguita e apprezzata anche dagli americani.
La «Banda musicale siciliana», diretta dal maestro Cristoforo Bucaro, anch'essa frutto di grande impegno e passione, vero laboratorio dove si coltivano, soprattutto fra i giovani, i valori tipici della cultura italiana. Insomma, un patrimonio vivo, un patrimonio di persone, idee ma anche di esperienze, religiosità e cultura. Può tutto questo patrimonio non avere influenze positive per Chicago? Certamente! Anzi, bisognerebbe iniziare un serio ragionamento su questo aspetto per fare finalmente giustizia: gli italiani residenti all'estero, infatti, non hanno solo portato braccia e voglia di lavorare. Non hanno soltanto costruito ponti e case. Hanno saputo, e lo sanno ancor oggi, essere risorsa per il Paese dove vivono, mettendo al servizio i valori della nostra cultura.
Un esempio concreto: nell'agosto scorso, a Chicago, si è svolta una riunione organizzata dal Forum «Pena di morte nell'Illinois», alla quale ha partecipato un rappresentante della Comunità di sant'Egidio che, come si ricorderà , ha promosso in tutto il mondo una raccolta di firme per la moratoria della pena di morte. Il Forum è stato promosso dalla scuola di legge «John Marshall» in seguito alla visita che una delegazione del Senato italiano (Comitato contro la pena di morte) aveva effettuato nel novembre dello scorso anno. È interessante notare che a questa riunione hanno preso parte i principali esponenti di un'associazione che riunisce gli avvocati e i giudici italoamericani di Chicago, interessati a conoscere il punto di vista italiano ed europeo sul problema della pena di morte. George Ryan, governatore dell'Illinois, ha deciso la moratoria a tempo indeterminato delle esecuzioni capitali nello suo Stato. Nella mia qualità di direttore dell'ufficio per i siciliani all'estero del Se.R.E.S. avevo promosso, soprattutto presso gli Stati Uniti, l'adesione alla raccolta di firme della comunità di sant'Egidio per la moratoria della pena di morte. Un esempio interessante che ci aiuta a comprendere meglio quale ruolo e quale contributo potrebbe svolgere la nostra comunità all'estero sul tema, ad esempio, dei diritti umani, ma non solo. In questi mesi, ad esempio, una televisione americana sta mandando in onda una serie televisiva: «I Soprano» che racconta la vita quotidiana di una famiglia mafiosa italoamericana. Ebbene, proprio da Chicago e proprio da molte associazioni di italoamericani è giunta la protesta contro lo sceneggiato. Un fatto importante, giacché è la prima volta che accade. Anche questo è un segno del crescente «orgoglio italiano».