Studiare a Londra in italiano
L'italiano è la terza lingua più studiata del Paese, e la generazione che si è trasferita dall'Italia nella City punta a una formazione anche umanistica per i propri figli.
17 Aprile 2008
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Londra
Se l’emigrazione tradizionale aveva come obiettivo principale l’integrazione nel Paese ospitante, soprattutto inviando i propri figli nelle scuole locali, oggi, la NIP (Nuova Immigrazione Professionale) tende, al contrario, a mantenere forti contatti con la madrepatria, anche dal punto di vista linguistico. Le coppie che vivono temporaneamente o stabilmente oltreconfine desiderano che i propri figli studino l’italiano al fine di acquisire due idiomi e due culture, usufruendo, possibilmente, dei programmi ministeriali italiani. Sorprende, quindi, che nella capitale britannica dove risiedono oltre 100 mila nostri connazionali (iscritti all’ufficio residenza del Consolato di Londra), non esista per loro una scuola italiana bilingue che comprenda tutti i gradi, dall’asilo al liceo. Le uniche eccezioni sono le scuole europee e le sezioni italiane presso le scuole inglesi. Ci riuscì solo Giuseppe Mazzini che, oltre un secolo e mezzo fa, ne aveva aperta una per togliere dalla strada le migliaia di piccoli accattoni italiani che vivevano di espedienti. Come si evince dal libro di Michele Finelli dal titolo Il Prezioso elemento. Giuseppe Mazzini e gli emigrati italiani nell’esperienza della Scuola italiana di Londra, Mazzini «giunto in esilio a Londra nel 1838, scoprì gli italiani. E fu una scoperta dolorosa, ma il genovese, per il quale l’elevazione delle classi più svantaggiate passava soprattutto attraverso l’educazione, riuscì ad organizzare una scuola elementare serale. Per quasi un ventennio, con il sostegno finanziario di un gruppo di inglesi benestanti, fornì ai ragazzi italiani a Londra quell’istruzione che in patria essi non avevano ricevuto. Insegnò loro l’italiano: la padronanza di una lingua comune permise di abbattere le barriere geografiche esistenti tra gli italiani fino a quel momento incapaci di comunicare tra loro a causa dei differenti dialetti d’origine.
Per anni, le celebrazioni dell’anniversario di fondazione della Scuola rappresentarono un momenti di forte identità per gli italiani di Londra». Nella capitale britannica dove esistono scuole francesi, norvegesi, arabe, americane ecc., gli italiani, aspettando che si concretizzi il loro desiderio, si sono organizzati e, soprattutto a livello di scuola materna ed elementare, oggi l’offerta è abbastanza soddisfacente. L’asilo, gestito dalle suore Dorotee di Cemmo nel sud di Londra, è frequentato da bambini italiani o figli di coppie miste. Allo stesso modo vanno senz’altro segnalati i corsi di italiano per i bambini delle elementari e delle medie che si tengono regolarmente dal 1975 presso una scuola inglese, la Blessed Sacrament Primary School di Kings Cross, al nord di Londra.
Ogni sabato mattina qui si riuniscono decine di bambini desiderosi di apprendere la nostra lingua, scegliendola anche come materia di studio riconosciuta dai programmi ministeriali inglesi. Martino Cartella, presidente dell’AGSIKC, Associazione Genitori Scuola Italiana di Kings Cross fino al settembre 2007, ce ne parla così: «I bambini delle elementari e delle medie vengono preparati da insegnanti qualificati inviati dal Ministero degli Esteri per affrontare un GCSE (esami da sostenere durante le superiori secondo l’ordinamento scolastico britannico, ndr), e possono continuare fino all’A level (esami necessari per l’ammissione all’università, ndr)». La scuola, nata per volontà del commendator Bepi Giacon, viene finanziata dal nostro Governo, tramite la legge che sancisce il finanziamento delle scuole italiane all’estero, e garantisce un’ottima preparazione. «I nostri allievi – prosegue Cartella – non sono tenuti all’obbligo della frequenza, ma nessuno di loro, normalmente, perde una lezione. Tenendo presente che essi sono già impegnati con la loro scuola durante i giorni feriali, bisogna elogiare sia i loro genitori che li spronano all’apprendimento dell’italiano, sia gli insegnanti che mantengono alto il loro livello d’interesse». Forse, l’annesso campo di calcio dove i ragazzi possono giocare durante l’intervallo, offre un’irresistibile attrattiva, considerato che molti di loro provengono da ogni parte della capitale. Cartella, infatti, aggiunge che «Kings Cross venne scelta come sede della scuola italiana perchè, quando fu fondata, lì vi era una nutrita comunità italiana. Oggi, i nostri connazionali risiedono in tutta la città, ma continuano a mandare i loro figli presso la nostra scuola perché qui essi trovano una struttura molto organizzata e la possibilità di acquisire anche la nostra cultura oltreché la nostra lingua».
Tra le iniziative «extra» va segnalata la recita annuale di capolavori della nostra letteratura come Natale in Casa Cupiello, il Carnevale, la festa di Natale e, da due anni a questa parte, il premio di poesia suddivisa per i due livelli di studio. Ad organizzare questi eventi sono i genitori dell’AGSIKC che, pagando una modesta quota annuale, contribuiscono alle spese di organizzazione anche se, solitamente, gli sponsor non mancano. L’attuale segretario dell’Associazione, Marcello Palopoli, aggiunge che si potrebbe fare di più se ci fossero maggiori fondi e tempo a disposizione. Tuttavia, con 59 iscritti per l’anno 2007-2008, la scuola rimane sempre una delle più frequentate nel Regno Unito. Cartella, che era subentrato al commendator Giacon quando questi morì dieci anni fa, alla domanda sull’eventuale creazione di un liceo italiano a Londra commenta, con amaro realismo, che «quando se ne avevano i mezzi, mancava la volontà da parte del Governo e, viceversa, quando c’erano i mezzi, come la disponibilità dell’edificio, mancavano i fondi».
L’italiano è la terza lingua straniera più studiata in Inghilterra, e il Ministero dell’Educazione inglese l’anno scorso ha decretato che, volendolo, i genitori possono richiedere un insegnante di madrelingua, stipendiato dallo Stato italiano, nelle proprie scuole. Chi vuole imparare l’italiano in Inghilterra, oggi può farlo comodamente. Per gli adulti, non c’è che l’imbarazzo della scelta: dai corsi privati a quelli degli Istituti di Cultura. Ma, resta in molti la convinzione che, forse anche nei sogni del precursore Giacon, il quale per veder nascere la scuola italiana non esitò a metter mano al proprio portafoglio quando i fondi statali non erano ancora disponibili, un liceo italiano che rispecchi i nostri studi tipicamente umanistici – al contrario di quelli inglesi che, soprattutto a livello universitario, si basano più su di una preparazione scientifica – sarebbe il fiore all’occhiello della comunità italiana di Londra. Mazzini, certamente, approverebbe. Per contattare la scuola italiana di Kings Cross: www.genitorikx.org.uk
Se l’emigrazione tradizionale aveva come obiettivo principale l’integrazione nel Paese ospitante, soprattutto inviando i propri figli nelle scuole locali, oggi, la NIP (Nuova Immigrazione Professionale) tende, al contrario, a mantenere forti contatti con la madrepatria, anche dal punto di vista linguistico. Le coppie che vivono temporaneamente o stabilmente oltreconfine desiderano che i propri figli studino l’italiano al fine di acquisire due idiomi e due culture, usufruendo, possibilmente, dei programmi ministeriali italiani. Sorprende, quindi, che nella capitale britannica dove risiedono oltre 100 mila nostri connazionali (iscritti all’ufficio residenza del Consolato di Londra), non esista per loro una scuola italiana bilingue che comprenda tutti i gradi, dall’asilo al liceo. Le uniche eccezioni sono le scuole europee e le sezioni italiane presso le scuole inglesi. Ci riuscì solo Giuseppe Mazzini che, oltre un secolo e mezzo fa, ne aveva aperta una per togliere dalla strada le migliaia di piccoli accattoni italiani che vivevano di espedienti. Come si evince dal libro di Michele Finelli dal titolo Il Prezioso elemento. Giuseppe Mazzini e gli emigrati italiani nell’esperienza della Scuola italiana di Londra, Mazzini «giunto in esilio a Londra nel 1838, scoprì gli italiani. E fu una scoperta dolorosa, ma il genovese, per il quale l’elevazione delle classi più svantaggiate passava soprattutto attraverso l’educazione, riuscì ad organizzare una scuola elementare serale. Per quasi un ventennio, con il sostegno finanziario di un gruppo di inglesi benestanti, fornì ai ragazzi italiani a Londra quell’istruzione che in patria essi non avevano ricevuto. Insegnò loro l’italiano: la padronanza di una lingua comune permise di abbattere le barriere geografiche esistenti tra gli italiani fino a quel momento incapaci di comunicare tra loro a causa dei differenti dialetti d’origine.
Per anni, le celebrazioni dell’anniversario di fondazione della Scuola rappresentarono un momenti di forte identità per gli italiani di Londra». Nella capitale britannica dove esistono scuole francesi, norvegesi, arabe, americane ecc., gli italiani, aspettando che si concretizzi il loro desiderio, si sono organizzati e, soprattutto a livello di scuola materna ed elementare, oggi l’offerta è abbastanza soddisfacente. L’asilo, gestito dalle suore Dorotee di Cemmo nel sud di Londra, è frequentato da bambini italiani o figli di coppie miste. Allo stesso modo vanno senz’altro segnalati i corsi di italiano per i bambini delle elementari e delle medie che si tengono regolarmente dal 1975 presso una scuola inglese, la Blessed Sacrament Primary School di Kings Cross, al nord di Londra.
Ogni sabato mattina qui si riuniscono decine di bambini desiderosi di apprendere la nostra lingua, scegliendola anche come materia di studio riconosciuta dai programmi ministeriali inglesi. Martino Cartella, presidente dell’AGSIKC, Associazione Genitori Scuola Italiana di Kings Cross fino al settembre 2007, ce ne parla così: «I bambini delle elementari e delle medie vengono preparati da insegnanti qualificati inviati dal Ministero degli Esteri per affrontare un GCSE (esami da sostenere durante le superiori secondo l’ordinamento scolastico britannico, ndr), e possono continuare fino all’A level (esami necessari per l’ammissione all’università, ndr)». La scuola, nata per volontà del commendator Bepi Giacon, viene finanziata dal nostro Governo, tramite la legge che sancisce il finanziamento delle scuole italiane all’estero, e garantisce un’ottima preparazione. «I nostri allievi – prosegue Cartella – non sono tenuti all’obbligo della frequenza, ma nessuno di loro, normalmente, perde una lezione. Tenendo presente che essi sono già impegnati con la loro scuola durante i giorni feriali, bisogna elogiare sia i loro genitori che li spronano all’apprendimento dell’italiano, sia gli insegnanti che mantengono alto il loro livello d’interesse». Forse, l’annesso campo di calcio dove i ragazzi possono giocare durante l’intervallo, offre un’irresistibile attrattiva, considerato che molti di loro provengono da ogni parte della capitale. Cartella, infatti, aggiunge che «Kings Cross venne scelta come sede della scuola italiana perchè, quando fu fondata, lì vi era una nutrita comunità italiana. Oggi, i nostri connazionali risiedono in tutta la città, ma continuano a mandare i loro figli presso la nostra scuola perché qui essi trovano una struttura molto organizzata e la possibilità di acquisire anche la nostra cultura oltreché la nostra lingua».
Tra le iniziative «extra» va segnalata la recita annuale di capolavori della nostra letteratura come Natale in Casa Cupiello, il Carnevale, la festa di Natale e, da due anni a questa parte, il premio di poesia suddivisa per i due livelli di studio. Ad organizzare questi eventi sono i genitori dell’AGSIKC che, pagando una modesta quota annuale, contribuiscono alle spese di organizzazione anche se, solitamente, gli sponsor non mancano. L’attuale segretario dell’Associazione, Marcello Palopoli, aggiunge che si potrebbe fare di più se ci fossero maggiori fondi e tempo a disposizione. Tuttavia, con 59 iscritti per l’anno 2007-2008, la scuola rimane sempre una delle più frequentate nel Regno Unito. Cartella, che era subentrato al commendator Giacon quando questi morì dieci anni fa, alla domanda sull’eventuale creazione di un liceo italiano a Londra commenta, con amaro realismo, che «quando se ne avevano i mezzi, mancava la volontà da parte del Governo e, viceversa, quando c’erano i mezzi, come la disponibilità dell’edificio, mancavano i fondi».
L’italiano è la terza lingua straniera più studiata in Inghilterra, e il Ministero dell’Educazione inglese l’anno scorso ha decretato che, volendolo, i genitori possono richiedere un insegnante di madrelingua, stipendiato dallo Stato italiano, nelle proprie scuole. Chi vuole imparare l’italiano in Inghilterra, oggi può farlo comodamente. Per gli adulti, non c’è che l’imbarazzo della scelta: dai corsi privati a quelli degli Istituti di Cultura. Ma, resta in molti la convinzione che, forse anche nei sogni del precursore Giacon, il quale per veder nascere la scuola italiana non esitò a metter mano al proprio portafoglio quando i fondi statali non erano ancora disponibili, un liceo italiano che rispecchi i nostri studi tipicamente umanistici – al contrario di quelli inglesi che, soprattutto a livello universitario, si basano più su di una preparazione scientifica – sarebbe il fiore all’occhiello della comunità italiana di Londra. Mazzini, certamente, approverebbe. Per contattare la scuola italiana di Kings Cross: www.genitorikx.org.uk
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017